La notte scorsa si è giocata allo Staples Center di Los Angeles la gara 7 che doveva decidere chi, tra i Kings e i San Jose Sharks, avrebbe potuto proseguire la propria corsa verso la finale di Western Conference e, quindi, verso la Stanley Cup. Lo dico subito, a scanso di equivoci, la partita è stata brutta assai. Due squadre stanche e poco lucide, che si sono spartite un periodo a testa: L.A. il secondo e San Jose il terzo. Il primo è stato solo di studio e di timore reciproco.
Nel secondo periodo sono saliti in cattedra due nomi, che hanno di fatto consegnato la partita ai Kings: il portiere Jonathan Quick (e fin qui niente di nuovo, ne parleremo presto) e Justin Williams, ala destra dal passato funestato dagli infortuni. Quick ha messo sul ghiaccio almeno tre parate decisive in 5 minuti, una su Couture e un’altra su doppia conclusione sotto misura. Williams, dal canto suo, ha messo dentro due goal, il primo in mischia e il secondo dalla media distanza, confermandosi come uno straordinario “clutch player”, uno di quei giocatori che, nei momenti decisivi, escono dall’ombra e fanno la differenza. Non si spiegano altrimenti le 5 reti realizzate dal canadese nelle quattro “gare 7” giocate finora in carriera (un record assoluto nella NHL), e in generale un altissimo rendimento nei playoff (nelle stagioni in cui ci è arrivato sano…). Nel 2006, quando vinse la sua prima Stanley Cup con i Carolina Hurricanes, fece 18 punti in 25 partite di post season (7 goal e 11 assist), mentre lo scorso anno spinse i Kings al primo titolo della loro storia con 15 punti in 20 partite, figli di 4 goal e 11 assist. Davvero un uomo da playoff.
Nel terzo periodo gli Sharks, dapprima sconfortati, hanno trovato un goal dalla lunghissima distanza con Boyle (con Quick coperto dal gran traffico davanti a lui), rianimandosi improvvisamente. E’ nata a quel punto la fase più vibrante della partita, con San Jose tutta in avanti a cercare il pareggio e i Kings ben guardinghi intorno al loro super portiere, che ha messo il sigillo sulla vittoria con una parata mostruosa su Pavelski a 5’04” dal termine.
Ora i Kings attendono nella finale Ovest la vincente dell’altra serie trascinatasi a gara 7, quella tra Blackhawks e Detroit Red Wings, in programma stanotte a Chicago. Gli Hawks sono favoriti, e non solo per il fattore campo, ma Detroit su quel ghiaccio ci ha già vinto gara 2 e in più, giocando contro i grandi favoriti per il titolo, non ha nulla da perdere. Nella parte Est del tabellone, intanto, aspettano e riposano i Pittsburgh Penguins e i Boston Bruins, che hanno già chiuso le loro serie 4-1, rispettivamente contro Ottawa e N.Y. Rangers, e si affronteranno da sabato in una sfida che vedrà il leggendario Jaromir Jagr, ex bandiera dei Penguins ora ai Bruins, sfidare il suo passato. Ma questa, come si dice, è tutta un’altra storia.
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