Il distacco maturato da Vettel nei confronti di Hamilton laureatosi per la quarta volta campione del mondo, non deve nascondere l’equilibrio svanito solo dopo la pausa estiva, quando il trittico di gare asiatiche si è rivelato un calvario per le Ferrari, alle prese con continui problemi di affidabilità. Le sconfitte seminano le vittorie, guardare in faccia la realtà vuol dire anche trasformare in rabbia le precedenti amarezze partendo dal recupero delle rosse che quest’anno hanno recuperato il distacco prestazionale. L’amara delusione, ricalca purtroppo altre stagioni (ben sette negli ultimi vent’anni) in cui si è accarezzato il cielo con un dito. Un numero cospicuo di occasioni che avrebbe impreziosito il già ricco palmares della Ferrari.
Ripercorriamo ognuna di queste annate, in alcuni casi concluse con la conquista del titolo costruttori.
1997
Michael Schumacher, al secondo anno in rosso, si presenta all’ultimo appuntamento di Jerez de la Frontera con un punto di vantaggio su Jacques Villeneuve.
In gara, il canadese è dietro il ferrarista ma riesce a recuperare e durante l’azione di sorpasso, subisce l’ardua difesa di Schumi che finisce con le ruote sulla sabbia.
Villeneuve vince il suo primo e unico mondiale arrivando terzo dopo la bandiera a scacchi, mentre in conseguenza di quell’azione, la FIA squalifica Schumacher togliendogli i punti dalla classifica piloti.
1998
All’ultima gara di Suzuka, Schumacher è in ritardo di quattro punti da Hakkinen.
Secondo il sistema di punteggio che premia fino al sesto posto, il ferrarista è costretto a vincere, sperando che il rivale non arrivi oltre il terzo posto.
Purtroppo durante le operazioni di partenza, Schumacher rimane fermo retrocedendo in fondo al gruppo. Non basta la rimonta fino al terzo posto, perché al giro n°38 alcuni detriti di un precedente incidente gli causano la foratura della gomma posteriore destra, costringendolo il ritiro.
Su questa stagione, pesa il precedente incidente in Belgio, quando il ferrarista comodamente in testa, è costretto al ritiro dopo un incidente con Coulthard (compagno del rivale) durante il doppiaggio.
1999
Nonostante l’incidente di Schumacher a Silverstone che lo costringe a saltare sei gare, la competitività della Ferrari è tale che il secondo pilota Eddie Irvine, si presenta nell’ultimo appuntamento di Suzuka con quattro punti di vantaggio su Hakkinen.
Purtroppo l’irlandese non va oltre il terzo posto, mentre il rivale vince la gara.
Il concomitante ritiro di Coulthard ed il secondo posto di Schumacher, permettono alla Ferrari di vincere il titolo costruttori.
2006
Dopo l’epopea dei quattro titoli consecutivi sia piloti che costruttori, il 2005 è negativo ma nella stagione in corso Schumacher, all’ultimo anno in pista prima dell’annunciato ritiro, è in lotta col giovane pilota della Renault Fernando Alonso, vincitore nell’anno precedente.
Dopo una progressiva rimonta nella seconda parte di campionato, a due gare dal termine (GP Giappone), Schumacher si presenta a pari punti con lo spagnolo ma in vantaggio per la differenza di vittorie.
Il pilota Ferrari comanda la gara ma a 17 giri dal termine si rompe il motore, lasciando la vittoria proprio ad Alonso, poi certificata nell’ultimo appuntamento di Interlagos.
2008
Se nella precedente stagione, gli eventi premiano Raikkonen, tutto gira alla perfezione per Hamilton, esploso nel primo anno da rookie proprio nel 2007.
Sono tre gli episodi, uno più beffardo dell’altro.
A Budapest quando la vittoria sembra pura formalità, Massa rompe il motore, Hamilton termina 5°.
A Singapore durante il rifornimento di benzina, per un probabile difetto al semaforo, il brasiliano nella concitata fase, riparte con la pompa ancora attaccata al bocchettone, trascinandola lungo la pit-lane.
Al termine della gara è fuori dalla zona punti, Hamilton è 3°.
Pazzesco l’ultimo appuntamento ad Interlagos (Gp Brasile), dove Hamilton parte con un vantaggio di 7 punti ma le imprevedibili condizioni meteo scombussolano ogni piano.
Massa conduce senza problemi la gara e a pochi giri dal termine un copioso scroscio di pioggia manda il britannico in tilt, superato da Vettel in Toro Rosso che lo relega al sesto posto, i cui punti non sono sufficienti per il titolo.
Massa vince la gara acclamato dal pubblico di casa ma la sua gioia dura 38 secondi: alla terz’ultima curva dell’ultimo giro, Hamilton supera la Toyota di Glock che non aveva sostituito le gomme d’asciutto.
Un vero e proprio dramma sportivo, dove la Ferrari vince solo il titolo costruttori.
2010
Il talento di Alonso al cospetto di una monoposto non al livello della RedBull, permette al Cavallino Rampante di poter lottare per il titolo sino al Gran Premio di Abu Dhabi, con un vantaggio di 8 punti su Webber e 15 su Vettel.
Durante la gara, purtroppo, un errore di strategia e la mancata possibilità di effettuare sorpassi nello stretto circuito permette al giovane tedesco della RedBull di vincere la gara (5° Alonso e 8° Webber), aggiudicandosi per 4 punti sul ferrarista il suo primo titolo mondiale.
2012
Alonso è in piena lotta per il titolo ma in due occasioni è out per colpe altrui: in Belgio carambola in partenza innescata da Grosjean ed in Giappone toccato al via da Raikkonen (ironia della sorte entrambe Lotus).
All’ultima gara lo spagnolo accusa 13 punti da Vettel, ma le imprevedibili condizioni meteo animano la gara fin dalla partenza, quando il tedesco viene superato dal compagno Webber, dallo stesso Alonso e dall’altro ferrarista Massa attestandosi in settima posizione.
Durante il primo giro, Vettel va persino in testa coda venendo colpito dalla Williams di Bruno Senna, ma i lievi danni alla monoposto per sua fortuna, gli permettono di proseguire seppur dall’ultima posizione.
La rimonta è da campione, così tra scrosci di pioggia e svariati ingressi della safety-car, il sesto posto (2° Alonso) è sufficiente per vincere il titolo con tre punti di vantaggio.