L’ultimo report sul campionato 2019 non poteva che essere dedicato alla scuderia campione del mondo, sia Piloti che Costruttori, capace di regalare a Lewis Hamilton il sesto titolo della sua carriera e di collezionare complessivamente 739 punti, con 15 vittorie (4 di Bottas), 10 pole position e 31 podi.

Non ci sono quasi più parole per descrivere questa Mercedes, entrata nella storia della Formula 1. Ancora una volta si sperava in un campionato equilibrato e incerto, ma è bastata qualche gara per cestinare l’auspicio, vista la schiacciante superiorità del team tedesco nella prima parte del campionato, manifestata da cinque doppiette consecutive, otto vittorie nelle prime dodici gare, lasciando agli altri il gusto della vittoria solamente alla nona gara in calendario. Lewis Hamilton e la Mercedes sono il binomio più vincente, col britannico ad un solo titolo dal record di campionati vinti da Michael Schumacher. Resta difficile affermare che sia il pilota più forte di tutti i tempi, data ad esempio la netta differenza di epoche con gli anni ’50 quando Fangio vinse cinque campionati, ma va dato atto all’inglese di non sbagliare un colpo, spingendo verso lo sviluppo già in fabbrica, e rasentando poi la perfezione in gara. In tempi recenti una monoposto formidabile l’ha certamente aiutato, ma il suo talento ha fatto la differenza in condizioni di equilibrio o svantaggio dei valori in pista, segnando l’ultimo decennio
(e non solo), cresciuto costantemente e maturato anche dopo il 2016, quando a sorpresa vinse il compagno di squadra Rosberg, pilota meno veloce, ma in quel momento più sicuro mentalmente in certe situazioni. Una longevità ed una costanza impressionante, quella di Hamilton, vista l’attualità caratterizzata anche dai tanti passaggi di giovani di belle promesse, non sempre rispettate. Oggi i numeri del sei volte campione del mondo (84 gp vinti – 151 podi – 88 pole) sono impressionanti, inanellati dal 2007 quando al debutto con la McLaren, al fianco di un certo Fernando Alonso reduce a quel tempo da due campionati del mondo, fu capace di capovolgerne le gerarchie. Tra i record di questi anni, il maggior numero di pole come pilota e con lo stesso costruttore, maggior numero di gare consecutivamente a punti, di prime file in griglia di partenza e, tra queste, il maggior numero di vittorie partendo dalla pole position di cui è egli stesso recordman. Poco da aggiungere, se non che per la prossima stagione gli avversari sono già avvisati. E Bottas? Ha fatto quel che poteva, mancando quelle poche occasioni utili per accorciare la classifica, ma ottenendo dei risultati comunque importanti per la sua carriera.

