Ultima parte sulla rassegna dove abbiamo sintetizzato la storia dei campionati europei fino ai giorni nostri. Si parte domani con un evento sportivo che, mai come adesso, rappresenterà un importante segnale di rinascita per tutti.

Risalendo dalla recente storia fino ai giorni nostri, l’europeo del 2008, svolto in Austria e Svizzera, segna l’inizio del vincente ciclo della Spagna, assoluta dominatrice per svariati anni.
L’Italia campione del mondo in carica trova un girone ostico con Olanda, Francia e Romania.
L’esordio contro gli olandesi è da dimenticare con un netto 3-0, male nella seconda partita pareggiata contro l’abbordabile Romania, ma battiamo la Francia e le restanti vittorie dell’Olanda ci danno una mano.
Ai quarti da secondi classificati, incontriamo la Spagna vincitrice del Girone D, perdendo dopo i calci di rigore.
Nel corso del torneo è sorprendente il percorso della Turchia che si arrende in semifinale alla Germania, mentre la Spagna batte nettamente la Russia.
Nella finale arbitrata dall’italiano Rossetti, la rete di Fernando Torres permette agli spagnoli di fare il bis del torneo ’64.
Polonia e Ucraina ospitano Euro ‘2012, con la Spagna detentrice del torneo oltre che campione del mondo in carica.
Tra le squadre più accreditate alla vittoria, l’Olanda finalista mondiali due anni prima, delude le attese eliminata con tre sconfitte su altrettante partite.
Sorprendente il risultato dell’Italia che dopo il pareggio all’esordio contro la Spagna, pareggia contro l’ostica Croazia e vince con l’Irlanda dell’ex C.T. Giovanni Trapattoni, i cui cinque punti totalizzati nel girone valgono il secondo posto e l’accoppiamento nei quarti contro l’Inghilterra che da sfavoriti, battiamo ai calci di rigore nonostante l’iniziale svantaggio nella serie, svoltata dal cucchiaio di Pirlo su Hart.
I due gol di Balotelli in semifinale contro la Germania ci portano in finale, dove ormai stanchi fisicamente e con una rosa non all’altezza della Spagna, veniamo surclassati 4-0, meritando comunque appieno la medaglia d’argento.
L’ultimo capitolo è quello Francia 2016, edizione che per la prima volta ha visto l’allargamento del numero di nazionali partecipanti alla fase finale da 16 a 24, e la nuova formula con una fase a gironi da sei raggruppamenti composti da quattro squadre ciascuno, e ammissione agli ottavi di finale per le prime due classificate più le migliori quattro terze.
L’Italia vince all’esordio contro il forte e accreditato Belgio, bis contro la Svezia ed ininfluente sconfitta contro l’Irlanda che vale comunque il primo posto.
Agli ottavi battiamo con merito la quotata Spagna ma nei quarti, ci arrendiamo ai rigori contro la Germania per un passaggio del turno che ad un certo punto sembrava vicinissimo.
L’allargamento della platea di nazionali regala interessanti sorprese, come il Galles sconfitto in semifinale dal Portogallo, oltre l’Islanda che si ferma ai quarti contro la Germania.
Bellissima la finale di Saint Denis giocata il 10 luglio tra i padroni di casa ed il Portogallo, perché Cristiano Ronaldo si fa male ed esce anzitempo dal campo, ma grazie al gol di Eder nei tempi supplementari, può alzare la Coppa nonostante l’iniziale terzo posto del girone eliminatorio.
Tutto questo fino ai giorni nostri, per un campionato europeo 2020 pensato itinerante per celebrare il 60° anniversario della nascita del torneo, salvo poi essere posticipato di un anno per i fatti della pandemia.
Chiunque vinca, il messaggio più importante sarà quello della ripresa graduale verso una vita senza limitazioni sociali, iniziando dalla presenza di pubblico sugli spalti seppur in maniera limitata rispetto alla capienza grazie alla progressiva campagna di vaccinazione.
Ricominciare si può, onorando e mai dimenticando le tante persone scomparse, e con loro i familiari che continuano a soffrire il momento.
Buon europeo a tutti, viva lo sport.

