Infinito il primo Gran Premio d’Arabia Saudita, ennesimo capitolo di un campionato mai scontato, dove la prima bandiera rossa esposta nella prima fase della corsa ha stravolto quello che sembrava un risultato già scritto. Verstappen ed Hamilton si giocheranno il campionato tra pochi giorni nell’ultima gara di Abu Dhabi, dove si presenteranno a pari punti.

Iniziano a scorrere i titoli di coda per questo lunghissimo campionato 2021, in cui il nuovo tracciato arabo di Jeddah finito giusto in tempo per il weekend di gara, ha portato stimoli nuovi per i rispettivi piloti e team.
L’argomento cardine è stato chiaramente quello relativo alla lotta per i titoli mondiali, cominciato prime delle sessioni di libere con delle dichiarazioni che hanno contraddistinto anche il fronte strategico per la vittoria finale, vista la presa in considerazione da parte del consigliere Red Bull Helmut Marko di una sostituzione motoristica sulla monoposto di Verstapppen, anche viste le velocità mostrate dalla W12 di Hamilton.
Ma come sempre ricordiamo, i punti si fanno in gara, dove la tensione prima del via era palpabile negli sguardi dei contendenti.
Dopo il semaforo verde stabili le prime tre posizioni, con Bottas scudiero del compagno di squadra, Verstappen impegnatissimo e poco comodo nel perfetto target della Mercedes: tenere Bottas davanti a circa 1.5” per non dargli DRS e disturbare l’aerodinamica.
Poi safety-car nel giro n.10 per l’incidente di Mick Schumacher.
Box Hamilton mentre è rimasto in pista Verstappen nervoso nei confronti di Bottas, eccessivamente lento prima di effettuare il suo pit-stop prendendo spazio per effettuare il doppio cambio gomme in Mercedes.
Infine la decisione della bandiera rossa per riparare le barriere, circostanza diventata un jolly per la Red Bull e Max Verstappen in testa con la possibilità di cambiare le gomme, ed Hamilton costretto a ricostruirsi la vittoria furioso in team radio.
Inevitabili le polemiche relative alla gestione e tempistica dello stop, tutto cambiato di colpo, penalizzato anche Leclerc passato da quarto a sesto quando in precedenza aveva le carte per giocarsi il podio.
Pausa e successivo schieramento in griglia con ancora tensione dai team radio, Hamilton a chiedere penalità per il modo con cui Verstappen è partito dalla pit-lane, e Verstappen a lamentarsi di Hamilton per la troppa distanza nel giro di schieramento.
Allo spegnimento del secondo semaforo verde succede di tutto, Hamilton è più lesto ma Verstappen lo punta allungando la frenata, taglia la chicane, lo chiude in uscita di curva e lo sopravanza insieme ad Ocon, ma ancora incidenti (fuori Perez, Mazepin e Latifi) con relativi detriti in pista hanno costretto alla seconda bandiera rossa, nuovamente fortunato Verstappen che sembrava non essere più obbligato a cedere la posizione.
Tiratissime le comunicazioni, poco gradevole il messaggio della direzione gara che parla “Questa è la nostra offerta” in merito alle posizioni della terza partenza con i team, si decide che Ocon parte dalla pole, poi Hamilton (gomma dura) e Verstappen (gomma media).
Ancora partenza dalla griglia, straordinario start di Verstappen che infilatosi con decisione sale in testa approfittando di Hamilton forse più preoccupato di Ocon rispetto al rivale, ma poco dopo riparte il duello con i due sempre vicini intorno al secondo; poco dopo contatto Tsunoda-Vettel e Vettel-Raikkonen con diverse modalità di virtual safety car per rimuovere detriti sparsi nella pista durate diversi giri.
Laconico un team radio di Alonso: “C’è stata una bandiera rossa ridicola e ora ci fanno correre con i detriti in pista, serve una Safety Car”.
Nella seconda parte di gara, inevitabile per Hamilton la sensazione di non potere aspettare il degrado delle gomme di Verstappen, attacco nel giro n.47 e duello al limite col pilota Red Bull che ha chiuso e tagliato la chicane, ordine di restituire la posizione e nella circostanza contatto tra i due, con Hamilton che tampona da dietro ed episodio sotto investigazione.
Hamilton con l’ala anteriore che tiene seppur danneggiata, e Verstappen che ha provato l’allungo per stare dentro l’eventuale penalità di cinque secondi.
Infuocato via radio il direttore sportivo della Mercedes con la direzione gara, cinque secondi di penalità per Verstappen che alla fine lascia strada ad Hamilton e comunica la fine delle sue gomme, senza nemmeno avere il divario dal terzo classificato per fare un altro pit-stop e segnare il giro più veloce in gara per togliere al rivale il punto aggiuntivo.
Sul podio Bottas che nelle battute finali supera Ocon. È andata così una gara senza fine con tanti colpi di scena, che vedrà i due contendenti giocarsi il titolo mondiale nell’ultima gara prevista tra pochi giorni ad Abu Dhabi, mentre nella classifica costruttori è pesante per la Red Bull il ritiro di Perez a vantaggio della Mercedes.
Ma c’è stata anche la gara degli altri, con la Ferrari che dopo le qualifiche misurava umori contrapposti nello stesso box, con Leclerc partito brillantemente dalla seconda fila quasi a ripagare l’enorme lavoro svolto dai suoi meccanici, bravi e rapidi a riparare in tempo i danni alla sua monoposto dopo l’incidente nella seconda sessione di libere, e Sainz solamente quindicesimo, autore in Q2 di un errore che ha danneggiato l’ala senza avere il tempo per la sostituzione.
Invitabile come il weekend in casa Williams e non solo, sia stato segnato dalla recentissima scomparsa del suo fondatore Frank, tantissimi i messaggi di cordoglio nei confronti di un uomo che ha fatto la storia del motorsport.
A questo proposito, si sono aggiunte anche le bellissime parole di Giancarlo Minardi, anch’egli titolare dell’omonima scuderia in F1 dal 1985 al 2005 lontana dai target della Williams ma comunque scopritore di grandi talenti: “È stato un personaggio eccezionale, che ha saputo rialzarsi dopo ogni avversità. Nonostante il successo raggiuto e titoli vinti durante la sua straordinaria carriera, era rimasta una persona squisita pronta ad aiutare e sostenere i piccoli team.”
Quasi dappertutto i protagonisti della pista hanno omaggiato Frank Williams, a cominciare dalle sue stesse ex monoposto ma non solo, perché ad esempio pure Ferrari, Red Bull, Mercedes, Alfa Romeo e Haas hanno sentito di partecipare.
Inoltre a poche ore dal via, il programma di omaggi ha visto anche un giro d’onore di Damon Hill, campione del mondo ’96 con la Williams a bordo della FW07 iridata con Alan Jones nel 1980.
Ci piacerebbe se anche il prossimo anno, nonostante il recente passaggio del team da una conduzione familiare ad un fondo di capitali statunitensi, le monoposto continuassero ad essere battezzate con le solite iniziali FW, anche e soprattutto come un segno di continuità in una Formula 1 che alla vista delle nuove generazioni di appassionati e non solo, cercano punti di riferimento. Motivo per cui quella di Frank Williams merita ampiamente di essere tramandata.
L’Alfa Romeo ha messo in pista una prestazione di ottimo livello, a cominciare dalla qualifica di Giovinazzi (decimo) come anche Raikkonen due posizioni indietro. In gara il pilota italiano ha costruito un risultato di prestigioso, nono al traguardo conquistando due punti come non accadeva da molti Gran Premi, a dimostrazione di un finale in crescendo viste le tante volte ai margini della top-ten.
È praticamente un countdown per la squadra italiana, che tra pochi giorni saluterà Raikkonen per ritiro e Giovinazzi non confermato e prossimo alla Formula E, categoria dove ha già assaggiato la prossima vettura in un test pre-stagionale a Valencia. Acque che sembrerebbero agitate dietro le quinte del box soprattutto ai piani alti aziendali, con le dimissioni del presidente di Sauber Motorsport, rappresentante della società proprietaria del team, per insanabili divergenze col team principal per quelle che sembrerebbero alla base di tale decisione, le scelte di mercato piloti soprattutto relativamente alla mancata conferma di Giovinazzi che sarà sostituito dal giovane cinese Guanyu Zhou, preferendo quindi freschi capitali rispetto ad una partnership più stretta con chi fornisce la power-unit al team (Ferrari), oltre un pilota ormai di comprovata esperienza.
Ricordiamo come Alfa Romeo sia il title-sponsor del team Sauber di sede svizzera, scelta a suo tempo fortemente caldeggiata sotto la presidenza Ferrari di Sergio Marchionne.
Vedremo se, come, e quanto tali dinamiche potranno incidente a cominciare dal progetto 2022 che a questo punto dell’anno, dovrebbe essere ai dettagli per tutte le squadre. Infine la Haas che, come scritto praticamente dai primi mesi dell’anno, ultima nelle gerarchie guarda pienamente al prossimo campionato dove non avrà scuse. Sicuramente il Gran Premio dell’Arabia Saudita non è stato il più fortunato, visto l’incidente all’inizio di Schumacher e quello alla prima ripartenza di Mazepin che nel caos si è ritrovato quasi improvvisamente Russell rallentare, colpendolo da dietro.
Ultimo atto tra pochi giorni ad Abu Dhabi.


Classifica Piloti
1. Verstappen (Red Bull) 369,5 pt
2. Hamilton (Mercedes) 369,5 pt
3. Bottas (Mercedes) 218 pt
4. Perez (Red Bull) 190 pt
5. Leclerc (Ferrari) 158 pt
6. Norris (McLaren) 154 pt
7. Sainz (Ferrari) 149,5 pt
8. Ricciardo (McLaren) 115 pt
9. Gasly (Alpha Tauri) 100 pt
10. Alonso (Alpine) 77 pt
11. Ocon (Alpine) 72 pt
12. Vettel (Aston Martin) 43 pt
13. Stroll (Aston Martin) 34 pt
14. Tsunoda (Alpha Tauri) 20 pt
15. Russell (Williams) 16 pt
16. Latifi (Williams) 7 pt
17. Raikkonen (Alfa Romeo) 10 pt*
18. Giovinazzi (Alfa Romeo) 3 pt
19. Schumacher (Haas) 0 pt
20. Kubica (Alfa Romeo) 0 pt**
21. Mazepin (Haas) 0 pt
* 19 gare
** 2 gare
Classifica Costruttori
1. Mercedes 587,5 pt
2. Red Bull 559,5 pt
3. Ferrari 307,5 pt
4. McLaren 269 pt
5. Alpine 149 pt
6. Alpha Tauri 120 pt
7. Aston Martin 77 pt
8. Williams 23 pt
9. Alfa Romeo 13 pt
10. Haas 0 pt