Recentemente una nostra lettrice che ringraziamo per il seguito, in riferimento alla presentazione dei team ci ha chiesto la differenza tra le classifiche piloti e costruttori, cui aggiungiamo doverosamente anche un approfondimento sul sistema di punteggio.

Andare avanti col programma senza tuttavia dimenticare quanto fatto prima.
Era questo lo slogan del nostro percorso scolastico dove proseguendo il programma delle discipline didattiche, diventavano importanti le precedenti nozioni per capire l’approfondimento.
Per questo motivo, a seguito di una richiesta di chiarimento, è tempo di un ripasso in merito alla differenza tra la classifica piloti e quella costruttori.
Prima però è importante introdurre il discorso relativo al sistema di assegnazione dei punti, più volte cambiato nel corso nella storia.
Dal 1950 al ’59 si assegnavano punti ai primi cinque classificati più un punto aggiuntivo a chi faceva segnare il miglior giro in gara, dal ’60 al 2002 andavamo a punti i primi sei; successivamente, dal 2003 al 2009, si decise di premiare una maggiore platea allargando l’assegnazione dei punti fino all’ottavo posto, oggi giungono nella cosiddetta “zona punti” i primi dieci: 25pt al primo, 18pt al secondo, 15pt al terzo, 12pt al quarto, 10pt al quinto, 8pt al sesto, 6pt al settimo, 4pt all’ottavo, 2pt al nono e 1pt al decimo, più 1pt aggiuntivo a chi fa segnare il giro più veloce in gara purchè sia classificato tra i primi dieci.
Inoltre l’introduzione del format relativo alle gara sprint, previste in occasione di tre prescelti Gran Premi, ha ancora allargato questa possibilità,
assegnando punti anche in questa occasione.
Un modo per consentire a macchine e piloti lontani dalle prime posizioni, di avere comunque un obiettivo più vicino per lottare in ogni singolo Gran Premio.
A questo punto possiamo brevemente spiegare la differenza tra le classifiche piloti e costruttori.
La prima riguarda i risultati del singolo pilota rispetto a quelli degli altri diciannove, la seconda invece (costruttori) rappresenta la somma dei risultati conseguiti dai piloti facenti parte dello stesso team.
Non sono rari i casi nella storia della Formula 1 che hanno visto vincere il pilota che veste la tuta di una squadra diversa rispetto a quella vincitrice del campionato costruttori.
Questo perché non sempre un team dispone di due piloti allo stesso livello, per cui potrebbe succedere che il compagno di squadra non sia capace nemmeno di avvicinare i risultati della prima guida.
Sfortuna, ritiri, problemi di affidabilità, poca conoscenza della vettura o anche semplice mancanza di velocità possono essere i motivi.
Per non andare troppo lontani, l’anno scorso il campionato piloti è stato vinto da Verstappen (Red Bull), ma quello costruttori dalla Mercedes (Hamilton e Bottas).
Chi vince il titolo piloti, l’anno successivo può decidere di correre col numero uno posizionato in prossimità del muso della monoposto anche cambiando squadra.

