A Città del Messico vince Verstappen stabilendo il record di successi nella singola stagione, seconda posizione per Hamilton sul podio con l’idolo di casa Perez, Ferrari opaca e in difesa per la peggiore prestazione in campionato, ma il commento del Gran Premio è chiaramente dedicato in larga parte alla sanzione per il superamento del budget cap 2021 da parte di Red Bull ed Aston Martin.

Con i campionati ormai decisi, l’esito del Gran Premio è sembrato quasi un dettaglio rispetto a quanto avvenuto a margine del weekend di gara, rispetto alle sanzioni che hanno chiuso il discorso del superamento del budget cap 2021.
L’Aston Martin è stata sanzionata di 450.000 dollari per violazioni procedurali, mentre la Red Bull ha ricevuto una multa di 7 milioni di dollari insieme alla riduzione del 10% di ore sui test aerodinamici.
Una triste e poco trasparente vicenda, che ha certificato lo sforamento della Red Bull oltre i previsti 145 milioni di circa 2,2 milioni di euro pari al 1,6%, dove l’organo del Coast Cap ha riconosciuto delle motivazioni mitiganti non avendo agito con malafede ma in “modo cooperativo durante l’intero processo di revisione e ha cercato di fornire tempestivamente informazioni e prove aggiuntive quando le sono state richieste; che questo è il primo anno di piena applicazione del Regolamento finanziario e che non vi è alcuna accusa o prova che la RBR abbia cercato in qualsiasi momento di agire in malafede, in modo disonesto o fraudolento, né che abbia intenzionalmente nascosto alcuna informazione all’Amministrazione del Cost Cap”.
Sulla tematica sono state svariate le reazioni, a cominciare dal team principal della McLaren Andreas Seidl che ha ritenuto piuttosto morbida la sanzione: “Diciamo che dopo la pubblicazione del comunicato della FIA avevo dei sentimenti contrastanti. È chiaro che la penalità non sia adeguata alla violazione, però d’ora in poi sarà importante guardare avanti: speriamo che violazioni simili possano avere penalità adeguate. La cosa positiva è che la revisione ha funzionato, il lavoro della FIA ha confermato la violazione, che è stata annunciata con trasparenza ed è stata messa in atto una penalità, spero che queso possa essere positivo per il futuro. La violazione necessitava di una penalità più severa, chiaramente. Onestamente sono abbastanza stufo di tutte le favole che racconta la Red Bull, ma è importante guardare avanti, spero che tutti possano imparare da quanto accaduto”.
A dir poco scontento Laurent Makies, direttore sportivo della Ferrari: “Ferrari ha posto come priorità che la FIA facesse chiarezza e lo ha fatto, confermando l’illegalità del budget cap. Ed era il parametro più importante, inoltre anche il team Red Bull lo ha ammesso e questo è positivo. Sull’entità della violazione abbiamo parlato tanto e sappiamo che due milioni sono una grande violazione, che equivale a un paio di decimi. Sono numeri che hanno un impatto reale sulle gare, è una cifra di una certa importanza. Non potremo mai essere contenti della penalità. Non capiamo come il 10% della riduzione possa corrispondere ai due decimi di vantaggio. E in più non c’è stata una riduzione sul budget cap. Così loro potranno spenderlo altrove, migliorando la macchina. Questa combinazione ci fa temere che l’effetto reale della sanzione sia piccolo. Ora però bisogna voltare pagina, speriamo di non dover attendere così tanto per le certificazioni sul budget cap 2022”.
Parole di peso quelle di Mattia Binotto solitamente calmo: “Red Bull nel 2021 è stata l’unica scuderia illegale per due milioni, questo è un dato dal quale non si scappa ed è significativo. Due milioni sono un paio di decimi al giro che hanno modificato le sorti del campionato scorso. È un vantaggio importante, significativo, sul quale si doveva essere severi. La penalità data non copre né compensa il vantaggio avuto dalla Red Bull, perché a parte il fatto che una multa una volta che viene pagata ce la si dimentica subito, le ore in meno in galleria del vento non essendo accompagnate da una decurtazione del budget cap 2023 permetteranno alla Red Bull di destinare i soldi che non andranno spesi in galleria del vento in altre aree come quelle del peso o delle sospensioni”.
Quanto poi alla lacrimuccia Red Bull scesa per lamentare quelle che saranno le ipotetiche conseguenze circa la limitazione ha osservato: “I 2-5 decimi persi non sono verosimili. Horner recita la sua parte. La sanzione è trascurabile. Noi comunque dopo questa sentenza non vogliamo assolutamente sforare e rimanere legali perché ne va della credibilità del campionato. Spero che tutti facciano altrettanto. I conti del 2022 vanno chiusi a marzo e non ad ottobre, adesso abbiamo tutti un anno alle spalle e ci siamo fatti le ossa, Red Bull compresa, quindi non c’è motivo di non accelerare i tempi”.
Per la Mercedes ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno Toto Wolff: “Per me la cosa più importante è la solidità della governance. Non hanno chiuso gli occhi. Hanno semplicemente seguito il processo. Abbiamo chiuso il 2021, per noi quell’annata è chiusa ed è stato importante che sia stata comminata una sanzione. Vedremo cosa farà Red Bull nella presentazione relativa al budget cap 2022 perché avranno tutto l’interesse a fare le cose per bene questa volta. Speriamo che sia un deterrente sufficiente a fermare qualsiasi altra squadra. Penso che qualsiasi riduzione del tempo a disposizione nella galleria del vento comporti una riduzione delle prestazioni. Abbiamo avuto la fortuna di vincere il campionato nel 2020 e nel 2021 per quanto riguarda il titolo Costruttori, quindi per 18 mesi abbiamo avuto il 7% di tempo in meno nella galleria del vento ogni semestre. Ferrari ad
esempio arrivando sesta nel 2020 ha avuto un sacco di tempo in più per questi studi aerodinamici. Anche noi nel 2023 ne avremo un po’ di più rispetto ai nostri diretti avversari e saranno ore che dovremo sfruttare con profitto”.
Per voce dell’Alpine, Omar Szafnauer si è dichiarato in linea con le decisioni adottate: “Da quello che posso dire leggendo tutti i comunicati e ascoltando Christian Horner, ritengo che la punizione sia giusta. Il processo è stato seguito, e sono felice che sia la FIA che la Red Bull siano giunte alle loro conclusioni. Sono felici di andare avanti e lo siamo anche noi. Per me non si tratta di scusarsi pubblicamente, ma di capire. Si tratta di avere una punizione adeguata al ‘crimine’ e di andare avanti e per me la penalità è giusta. La sanzione avrà sicuramente un impatto, ma non enorme”.
Facendo un confronto, il prossimo anno la Red Bull rispetto alla Ferrari avrà un deficit di 288 ore in galleria del vento anche come studi computerizzati ed il 19% in meno di risorse aerodinamiche, uno svantaggio che potrebbe essere evidenziato durante la prossima stagione rispetto alla concorrenza (immaginiamo) di Ferrari e Mercedes, che avranno più margine di sviluppo anche se le limitazioni in galleria del vento, permetteranno comunque di lavorare in altre aree della macchina.
La sensazione resta quella di una carezza, vista la giustificazione in spese di catering, acqua fresca rispetto allo sforamento perché con quella cifra sarebbe stato possibile fare due sviluppi e se ricordiamo l’esito del campionato 2021, il peso specifico è evidente verso un team risultato l’unico, sui dieci in griglia, ad avere interpretato male la regola, un precedente importante per quelle che saranno le scelte future anche delle altre squadre.
Lasciando da parte le polemiche, conta la pista dove Verstappen ha segnato la pole davanti alle due Mercedes a loro agio su questo tracciato, male le Ferrari alle prese con la peggiore qualifica del campionato, entrambe sembrate a tentativi nel trovare la migliore configurazione di carico aerodinamico, dove le parole dei piloti insieme ai dati della telemetria, hanno confermato la scelta di depotenziare i cavalli per non avere problemi di affidabilità vista la rarefazione dell’aria sul circuito situato ad oltre duemila metri di altimetria.
Scelta di gomme differenziata per i piloti davanti, al semaforo verde Verstappen ha tenuto la posizione, mentre Russell molto attento dopo i fatti di Austin ne ha perse due su Hamilton e Perez, poi le Ferrari in lotta ma dandosi lo spazio nella lotta durante le prime curve.
Nella prima fase Verstappen ha dettato il passo con un ritmo costante su Hamilton, importante per il pilota Red Bull tenere fuori dalla zona DRS l’avversario Mercedes, e allungare il pit-stop per non rientrare in mezzo al gruppo di centro.
Il primo a rientrare è stato Perez, poi Verstappen nel giro n.25 per montare la gomma media, box per Hamilton qualche giro dopo (gomma dura), identica strategia per Russell.
E’ stata chiara a metà gara l’idea della Mercedes, ovvero sperare sulla Red Bull un crollo di prestazione negli ultimi giri, invece Hamilton ha faticato vedendo più avvicinare Perez, ma il Gran Premio non ha avuto sussulti fino alla bandiera a scacchi, tranne nell’azione per le posizioni della top-ten.
Red Bull imbattibile, Hamilton ha accarezzato la vittoria che avrebbe segnato almeno un successo in ciascuno delle stagioni di Formula 1, rosso opaco per le Ferrari che ha faticato moltissimo, difficoltà estrema senza mai avere costanza nei tempi, evidenti anche i problemi di bilanciamento con difficoltà nel comportamento sui cordoli e perdita di aderenza, terza forza in Messico ed il mondo capovolto rispetto ai valori della prima metà di campionato; per Leclerc il centesimo Gran Premio di Formula 1 non sarà ricordato per il risultato finale.
L’Alpine (ottavo Ocon) tiene la quarta posizione nella classifica costruttori sulla McLaren (settimo Ricciardo e nono Norris) comunque avvicinatasi.
A ridosso del weekend era arrivata la buona notizia della restituzione dei punti di Alonso nello scorso Gran Premio, infatti la Federazione dopo aver riesaminato i fatti di Austin, dove lo spagnolo a seguito di un reclamo della Haas arrivato in ritardo rispetto al tempo limite di presentazione, era stato privato di quel settimo posto a causa dello specchietto staccatosi e quindi non ritenuto idoneo agli standard di sicurezza.
La scuderia di Enstone ex Renault, temendo come Ferrari problemi di affidabilità, si è presentata aprendo visibilmente il cofano con otto branchie utili per raffreddare le unità motoristiche.
In zona punti l’Alfa Romeo, con la decima posizione di Bottas, doveroso sottolineare il gesto di Vettel (Aston Martin) ormai ai titoli di coda della sua carriera, che ha omaggiato il fondatore della Red Bull Dietrich Mateschiltz, team col quale ricordiamo vinse quattro titolo mondiali, correndo col casco con i colori del suo esordio in Toro Rosso.
Si tornerà in pista il 13 novembre a San Paolo sul circuito di Interlagos per il Gran Premio del Brasile.


Classifica Piloti
1. Verstappen (Red Bull) 416pt
2. Perez (Red Bull) 280pt
3. Leclerc (Ferrari) 275pt
4. Russell (Mercedes) 231pt
5. Hamilton (Mercedes) 216pt
6. Sainz (Ferrari) 212pt
7. Norris (McLaren) 111pt
8. Ocon (Alpine) 82pt
9. Alonso (Alpine) 71pt
10. Bottas (Alfa Romeo) 47pt
11. Vettel (Aston Martin) 36pt
12. Ricciardo (McLaren) 35pt
13. Magnussen (Haas) 24pt
14. Gasly (Alpha Tauri) 23pt
15. Stroll (Aston Martin) 13pt
16. Schumacher (Haas) 12pt**
17. Tsunoda (Alpha Tauri) 12pt*
18. Zhou (Alfa Romeo) 6pt
19. Albon (Williams) 4pt****
20. Latifi (Williams) 4pt
21. De Vries (Williams) 2pt
22. Hulkenberg (Aston Martin) 0pt
* non partito in Arabia Saudita causa problema tecnico durante il giro di schieramento verso la griglia di partenza;
** non partito in Arabia Saudita causa incidente in qualifica;
*** due gare saltate causa Covid sostituito da Hulkenberg.
**** una gara saltata (Gp Italia) sostituito da De Vries
Classifica Costruttori
1. Red Bull 696pt
2. Ferrari 487pt
3. Mercedes 447pt
4. Alpine 153pt
5. McLaren 146pt
6. Alfa Romeo 53pt
7. Aston Martin 49pt
8. Haas 36pt
9. Alpha Tauri 35pt
10. Williams 8pt