F1 ’23: tra presente, passato e futuro

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In Qatar con cinque gare di anticipo, Verstappen si laurea campione del mondo per la terza volta consecutiva, incubo Ferrari che vede allontanarsi l’obiettivo del secondo posto nella classifica costruttori, pesante il distacco anche dalle McLaren. Seguiranno le ultime gare del campionato, con un occhio al futuro che potrebbe vedere aumentare il numero delle macchine sulla griglia di partenza.

Il terzo titolo di Verstappen, l’ipotesi di aumentare le monoposto in griglia, di mezzo il ricordo di Jules Bianchi e la tragedia di nove anni addietro, quando la sua Marussia, sul circuito di Suzuka, andò a schiantarsi contro un mezzo pesante che in uscita di curva stava rimuovendo una monoposto incidentata, in condizioni di pesante bagnato e bassa visibilità, col giovane pilota francese che entrò in coma fino al successivo 17 luglio.
Tanta e purtroppo fatale negligenza, una tragedia che continua a fare male, date le circostanze che potevano essere evitate.
Il weekend appena trascorso in Qatar, ha dato riscontri anche sulla notizia secondo cui, il team Andretti Global, con a capo l’ex pilota Michael, manager e figlio del campione del mondo 1978, ha ricevuto l’ok per avere soddisfatto i requisiti imposti dalla Federazione che aveva aperto alla disponibilità di accogliere nuovi team, la parola adesso passa proprio alle dieci squadre che inevitabilmente vogliono la certezza che i loro introiti non saranno toccati al ribasso.
Su questo tema si preannuncia una grande battaglia, perché il mercato del motorsport statunitense è in forte ascesa, la presenza di un altro team americano oltre Haas porterebbe ancora più visibilità ma al momento, gli unici due team d’accordo sarebbero la McLaren con cui Andretti è partner in Indycar, e l’Alpine che ne fornirebbe la power-unit (ex Renault), per il resto sarà un argomento di grande discussione tranne che la neonata Andretti, fosse disposta a mettere sul piatto quella cifra che accontenterebbe gli altri team scusandosi del disturbo.
Sul punto, Hamilton si è esposto a favorevolmente, pilota di esperienza e palmares che ha sicuramente un peso specifico non indifferente: “Ho sempre ritenuto che non ci siano abbastanza macchine in griglia. Poi, sebbene ci sarà gente che non sarà contenta del mio supporto, credo che sarebbe fantastico perché è un’opportunità per dare più lavoro, altri due sedili disponibili e potenzialmente una pilota in arrivo. Apre più opportunità e credo sarà qualcosa avvincente per le corse.”

Quanto al Gran Premio, vista la collocazione del circuito in pieno deserto, i primi giri delle prove libere sono sembrati più quelli della Dakar vista la quantità di sabbia alzata al passaggio delle monoposto che ha scaturito molti problemi di aderenza ma ad ogni modo, non una scusante vista la circostanza uguale per tutti.
Un incubo i track limits, ovvero il superamento della pista oltre le linee che delimitano la pista dove molti anni addietro, era presente ghiaia o materiale che finiva nella migliore delle ipotesi, al danneggiamento delle carrozzerie e pertanto rimosso.
È andato in scena il format della gara sprint, quindi al venerdì una sola sessione di prove libere, poi qualifiche per la gara della domenica, al sabato mattina le qualifiche della gara sprint seguite dalla stessa competizione corta.
Poi l’incredibile questione gomme per i problemi riscontrati dopo la giornata di venerdì, ed il conseguente cambiamento di programma a ridosso della sessione di qualifica del sabato per la gara sprint, restringendo i limiti in uscita di due curve a causa dei problemi causati dai cordoli a forma piramidale, che avevano causato delle microfratture tra la mescola e la spalla di molti pneumatici con più di venti giri.
Da qui anche la decisione d’imporre una vita massima di 18 (dei 57) giri a ciascuna mescola e quindi l’obbligo di effettuare tre soste, un bel Tetris quello di districarsi in una tabella col numero di giri già effettuati dei set a disposizione, va bene la sicurezza, ma il Gran Circus ancora una volta non si è smentito, spendendo tanti soldi senza poi prevedere queste situazioni al momento dell’omologazione, assurdo cambiare a weekend in corso, il layout e le regole quando ogni team, gestisce l’utilizzo delle mescole secondo la propria strategia.
Un Gran Premio durissimo per l’afa, dopo la bandiera a scacchi nella stanza pre-podio Verstappen e Norris si sono sdraiati a terra senza fare troppi complimenti, addirittura Sargeant ha alzato bandiera bianca a gara in corso con evidenti difficoltà a scendere dalla macchina, piloti ripresi dal camera car impegnati ad alzare le visiere e togliere le mani dal volante alla ricerca di aria, Stroll a fine gara è salito in ambulanza, Ocon ha vomitato dentro il casco portando a casa una gara eroica.
In nome di chi e cosa? Qui la sicurezza non conta?

La vetrina è stata per Verstappen, che già sabato durante la gara sprint aveva festeggiato il suo terzo titolo, tra l’altro consecutivo in una stagione dominata fin dai test, stavolta ha dovuto spingere a fondo per stare tranquillo davanti alle McLaren, che colgono un grande risultato, entrambe a podio (Piastri vincitore della sprint), in questo momento seconda forza del campionato nonostante una posizione deficitaria perché tiene conto dei pessimi risultati iniziali.
E’ costato carissimo l’errore in partenza delle Mercedes, dove le responsabilità nel contatto sono più di Hamilton, troppo fiducioso ad affiancare il compagno di squadra, nella strategia bisognava ottimizzare la strategia di Hamilton partito con la gomma morbida ma ciascuno abbassando la visiera, fa la sua gara.
L’ultima volta che Hamilton uscì al primo giro risale al Gp di Spagna 2016, mentre Russell quarto al traguardo davanti a Leclerc, massimizza un risultato che vista la vigilia, deve considerarsi in agrodolce.
Per la Ferrari nella gara sprint non ha pagato l’azzardo di montare la gomma, letteralmente crollata di prestazione nella fase finale, Leclerc addirittura fuori dai punti per una penalità dovuta al superamento dei track-limits.
Un incubo la gara della domenica, dove Sainz è rimasto ai box per problemi di alimentazione, mentre Leclerc ha faticato tantissimo, il podio è sempre stato una lontana illusione.

A questo punto della stagione, lo sviluppo della SF-23 può considerarsi concluso, infatti tutti gli sforzi sono rivolti al completamento della prossimo monoposto, tranne alcuni dettagli di configurazione che saranno richiesti per i circuiti che ospiteranno le rimanenti gare dell’attuale campionato.
Bello il post della Ferrari sul profilo facebook, ricordando l’8 ottobre 2000 giorno del primo titolo in rosso di Schumacher a Suzuka, tramite un’immagine che componeva un sms ricevuto sul cellulare tra i più venditi in quel periodo, a comunicare la vittoria del campionato;
epoca indimenticata cui ci si aggrappa per dimenticare i recenti anni bui.

Quanto sta accadendo in Aston Martin, rappresenta la dimostrazione di come i rapporti siano rose e fiori quando i risultati premiano gli sforzi, diversamente mantenere la calma e non implodere risulta un esercizio abbastanza complicato.
La classifica costruttori risente di quegli aggiornamenti che rispetto alla concorrenza, hanno fatto registrare degli evidenti passi indietro, manca l’apporto di Stroll in termini di punti, in questo caso resta da capire fino a che punto il padre, titolare del team, sia disposto a cedere le armi o meno.
Quanto ad Alonso, evidente la scontentezza già pubblica negli scorsi team radio di Suzuka, quando più volte aveva punzecchiato il team che consigliandogli di tenere la macchina distante dai cordoli, a sua volta rispose che la sua priorità era quella di riuscire a tenere in pista la macchina.
L’Aston Martin probabilmente paga non poter essere pienamente indipendente nei componenti che assemblano l’AMR23, ma di questo ne scriveremo nel report di fine anno.
Il web è una finestra sul mondo, pertanto rimanendo in tema Aston Martin, dal paddock di Lusail sono filtrate indiscrezione che mettono in dubbio l’attuale configurazione del team, perché la compagnia petrolifera saudita main sponsor, potrebbe acquistare tutto il pacchetto, continuando a trainare l’Arabia Saudita nella recente campagna commerciale di promozione oltre quella calcistica.
Il motivo sarebbe anche la scarsa motivazione dopo i risultati ottenuti da Lance Stroll, quest’anno in piena difficoltà contro Alonso rispetto al primo periodo quando condivideva il box con Vettel, quattro volte campione del mondo ma in quella fase ormai prossimo al ritiro e con poche motivazioni.
Papà Stroll negli ultimi anni, gli ha costruito il team acquistando pochi anni addietro le quote della britannica Racing Point, a sua volte derivante (per i nostalgici) dalla Force India.
Della gestione tra padre e figlio, è stato abbastanza duro quanto realista il canadese (connazionale) campione del mondo 1997 Jacques Villenueve: “Lawrence costruì per suo figlio una pista di kart, che distava solo 15 minuti a piedi da casa. Nonostante ciò, Lance percorreva la distanza ogni giorno in elicottero”.
Pertanto finite le motivazioni e preso atto della realtà, il cambio di proprietà inevitabilmente porterebbe ad un ripensamento sui piloti, considerazioni che ad ogni modo, non riguarderebbe la prossima stagione.
A Lusail due mondi opposti, con Alonso partito dalla seconda fila e Stroll addirittura nelle retrovie confermando il periodo di crisi, ripreso dalle telecamere in un gesto poco cortese da un meccanico che sceso dalla macchina, provava a consolarlo.
L’Alpine proveniva dal pasticcio e relative polemiche interne del post-Suzuka, quando con un team order venne comunicato a Gasly d’invertire la posizione con Ocon, col pilota ex Alpha Tauri che manifestò tutta la sua rabbia sbattendo le mani sul volante e mostrando il dito medio al compagno, una scelta avvenuta quando a otto giri dal termine, si era tentato di mandare avanti proprio Gasly per tentare l’attacco all’Aston Martin di Alonso, in Qatar il settimo posto di Ocon ha permesso di continuare a muovere la classifica.
Una convivenza evidentemente problematica, mentre il team continua a mangiarsi le mani dopo aver cresciuto e perso l’anno scorso Piastri dopo una controversia poi andato in McLaren, dove sta dimostrando tutto il suo valore.
Fuori dalla top-ten la Williams che però col settimo posto di Albon nella gara sprint, conferma la posizione nei costruttori.
L’Alfa Romeo inverte il trend negativo tornando a punti con entrambe le vetture come non accadeva da molto tempo.
Fuori dai punti la Haas, da segnalare nelle FP1 il debutto di Ollie Bearman attuale pilota della Ferrari Accademy impegnato in Formula 2, stessa esperienza che si ripeterà ad Abu Dhabi.
Il 18enne britannico insieme a Robert Shwartzman, sono candidati a sgomitare per un posto in Formula 1, col sogno di seguire le orme di un certo Leclerc.
Curiosa la penalità inflitta ad Hulkenberg, per essersi piazzato nel semaforo verde sulla piazzuola che sarebbe toccata a Sainz, davvero un errore grossolano per un pilota esperto.
In Alpha Tauri quello di Lawson, visto l’ormai imminente recupero di Ricciardo dell’incidente di Zandvoort, potrebbe essere stato l’ultimo weekend in Formula 1 del 2023, occasione sfruttata al massimo nonostante il mezzo a disposizione.
Un bel biglietto da visita per le proposte che verranno, senza dimenticare il suo futuro da terzo pilota Red Bull e Alpha Tauri, quest’ultima prossima ad annunciare il cambio di denominazione (non di proprietà), sicuramente l’eventuale ingresso del team Andretti aumenterebbe le probabilità di un sedile titolare.

Il Gran Circus vola nel continente americano dove si disputeranno quattro gare prima del finale ad Abu Dhabi, prossimo appuntamento ad Austin dove il 22 ottobre si gareggerà il Gran Premio degli Stati Uniti.

Classifica Piloti

1. Verstappen (Red Bull) 433pt
2. Perez (Red Bull) 224pt
3. Hamilton (Mercedes) 194pt
4. Alonso (Aston Martin) 183pt
5. Sainz (Ferrari) 153pt
6. Leclerc (Ferrari) 145pt
7. Norris (McLaren) 136pt
8. Russell (Mercedes) 132pt
9. Piastri (McLaren) 83pt
10. Stroll (Aston Martin) 47pt
11. Gasly (Alpha Tauri) 46pt
12. Ocon (Alpine) 44pt
13. Albon (Williams) 23pt
14. Bottas (Alfa Romeo) 10pt
15. Hulkenberg (Haas) 9pt
16. Zhou (Alfa Romeo) 6pt
17. Tsunoda (Alpha Tauri) 3pt
18. Magnussen (Haas) 3pt
19. Lawson (Alpha Tauri) 2pt***
20. Sargeant (Williams) 0pt
21. De Vries (Alpha Tauri) 0pt*
22. Ricciardo (Alpha Tauri) 0pt**

* ha corso i primi 10 Gp;
** sostituisce De Vries nelle successive 2 gare;
*** sostituisce Ricciardo per infortunio nei Gp d’Olanda, Italia, Singapore, Giappone e Qatar.

Classifica Costruttori

1. Red Bull 657pt
2. Mercedes 326pt
3. Ferrari 298pt
4. Aston Martin 230pt
5. McLaren 219pt
6. Alpine 90pt
7. Williams 23pt
8. Alfa Romeo 16pt
9. Haas 12pt
10. Alpha Tauri 5pt




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Andrea La Rosa

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