Prosegue l’antipasto della stagione 2024 con team e piloti che vedremo i pista, salvo aggiornamenti sui sedili che dipenderanno da risultati, infortuni e quant’altro. Qualche novità riguarda anche i team con alcuni aggiornamenti riguardanti la denominazione cui contano sempre i partner commerciali, questo e altro nella seconda parte dell’anteprima.

Resta confermato il numero di venti monoposto sulla griglia di partenza (due per team), in attesa che nel prossimo futuro possa entrare o meno l’undicesima scuderia.
Non vedremo il marchio Alfa Romeo che per sei anni ha rinominato commercialmente l’altrettanto storico team Sauber con licenza svizzera (settimane addietro ne abbiamo scritto in Comunque Sauber), decisione al tempo fortemente voluta da Sergio Marchionne per rilanciare il marchio, binomio che ha fruttato il lancio di Leclerc, gli ultimi anni di carriera di Raikkonen, come l’esperienza di Giovinazzi.
Il Biscione esce di scena dopo che inizialmente, erano state intavolate delle trattative con Haas per rinominare, sempre per ragioni commerciali, le power-unit fornite dalla Ferrari, per un matrimonio finito ancora prima di essere celebrato uscendo definitivamente dalla massima serie automobilistica.
La denominazione del team nella lista provvisoria delle iscrizioni è parso quasi uno scioglilingua ovvero “Stake F1 Team Kick Sauber”, poi modificato poche ore dopo il Capodanno in “Stake F1 Team”, resta la sensazione che per abbreviazione potremo chiamarlo semplicemente Sauber.
Si è parlato e scritto molto su quella che doveva essere la nuova denominazione di Alpha Tauri, le ipotesi dei rumors messe in campo erano Racing Bulls, oppure importanti marchi commerciali come Hugo Boss o Adidas, alla fine o meglio per il momento, la montagna ha partorito il topolino, confermando il nome con l’aggiunta delle sigle RB, riferimento anche di una sinergia tecnica molto forte, per una team spesso fucina di talenti come avvenne con Vettel, Gasly, Sainz, Ricciardo, Albon e soprattutto Max Verstappen.
La Red Bull per la supremazia della passata stagione resta a priori la squadra da battere, curiosità intorno alla Ferrari che dopo l’anno zero schiererà la prima monoposto firmata o meglio diretta da Fred Vasseur, vedremo una Mercedes alla ricerca della gloria perduta in una dimensione completamente diversa rispetto al dominio che pochi anni addietro ha riscritto le statistiche della Formula 1, basti pensare che ad Hamilton la vittoria manca da ben due anni, inoltre ampliando la scena, non succedeva dal 2006 una stagione senza vittorie motorizzate Mercedes.
La McLaren per quanto visto nella seconda parte del 2023 resta una mina vagante, da valutare anche Aston Martin l’anno scorso partita alla grande poi
ridimensionata, per l’Alpine l’auspicio è la capacità di uscire dal limbo e ambire più volte al podio avvicinando le prestazioni ai team della parte alta della classifica costruttori, infine da capire se sarà mantenuto o meno l’equilibrio tra Williams, Alpha Tauri, Sauber (ex Alfa Romeo) e Haas, le ultime due in decisa difficoltà di prestazione rispetto alle più vicine avversarie.
Delicata la situazione in casa Haas, vista il recente dopo addio con Simone Resta e Gunter Steiner, rispettivamente ormai ex direttore tecnico e team principal, il primo secondo i rumors per dissidi causati dalla linea di sviluppo della monoposto, il secondo invece in scadenza di contratto ma che fa rumore, in quanto da sempre a capo del muretto della scuderia americana, oltre ad essere diventato famoso soprattutto per le uscite mediatiche nella serie Tv “Drive to Survive”.
Al suo posto, il giapponese Ayao Komatus ex capo degli ingegneri in Haas da parecchio tempo, a mantenere quella linea di continuità che parte in salita, visto il delicato periodo di assemblaggio e definizione della monoposto, relativo soprattutto alla conoscenza della monoposto 2024 per quelli che saranno i primissimi aggiornamenti dopo i test e le prime gare.
Confermati tutti i piloti visti la passata stagione, qualche patema per Sargeant alla Williams in evidente debito di risultati rispetto al compagno di squadra Albon, pesante il cappotto in qualifica e in termini di punti apportati nella classifica costruttori, notevoli anche gli incidenti, in cima ai costi di economie che in termini di budget cap, sarebbero chissà potute servire allo sviluppo della precedente macchina.
La conferma è arrivata solamente all’inizio dello scorso dicembre, dove oltre a pesare la sua nazionalità in termini di sponsorizzazioni e numero di gare in ascesa nel continente americano, hanno probabilmente inciso le alternative sul tavolo di piloti emergenti tuttavia legati ad altre scuderie, per esempio Lawson e Vesti sono uomini rispettivamente di Red Bull e Mercedes, ancora Drugovic e Pourchaire di Aston Martin e Sauber (ex Alfa Romeo).
Durante la stagione un tema sicuramente caldo sarà quello delle scadenze dei contratti di molti piloti, dove un solo trasferimento, ritiro o new entry potrebbe comportare un effetto domino, per questo sarà importante in ciascun tavolo aziendale, pianificare al più presto il futuro per non incidere nelle prestazioni in pista.

