In un calcio sempre più ristretto a club che possono permettersi determinati investimenti, la FA Cup rappresenta un terreno fertile per coloro che invece amano il calcio d’altri tempi, con opportunità e spesso sorprese fuori dal comune, dove comunque l’importante è esserci, qualunque sia il risultato finale.

Senza giri di parole, è forte il desiderio di assistere ad una Coppa Italia che comprenda la partecipazione di quei club provenienti dalle divisioni minori; sarebbe affascinante, per esempio, vedere accoppiamenti dove una formazione di Serie D o Eccellenza gioca in casa contro una blasonata di Serie A oppure anche di B, per ottenere un buon incasso e rendere la competizione quanto più imprevedibile possibile.
L’Inghilterra, con la sua FA Cup istituita nel lontano 1871, propone tutto ciò ospitando anche club del vicino Galles, dove sono oltre settecento le ammissioni dalla Premier League alle leghe più basse in assoluto, compresi quei premi che oltre l’aspetto mediatico e di visibilità, consentono un incentivo economico ai piccoli club ben più importante della mera partecipazione.
L’edizione attuale prevede una fase preliminare con ben sei turni di qualificazioni, dove le vincenti hanno accesso al torneo principale che comprende quattro turni, poi ottavi di finale fino alla partita decisiva per l’aggiudicazione del torneo.
In caso di pareggio? Niente supplementari o rigori, si va al replay dell’incontro a campi invertiti.
Tanti i risultati a sorpresa nelle edizioni precedenti, ricordiamo quello del 2017, quando i non professionisti e lavoratori del Lincoln City, militanti in quinta divisione, ebbero la meglio sul Burnley di Premier League.
Qui subentra la bellezza dello sport (il calcio in questo caso), ovvero la capacità di scoprire tramite questa competizione, comunità sconosciute ai grandi riflettori oppure nobili decadute, dove al centro delle rispettive quotidianità ci sono soprattutto i loro stadi.
Come avvenuto recentemente nel quarto turno di FA Cup, col Maidstone United (sesta lega) che ha battuto lo Stevenage di tre categorie più in alto, con spettatori arrampicati nella collina dietro la tribuna del Gallagher Stadium (capienza 4.200 posti) per assistere l’incredibile impresa.
A questo proposito, sempre l’Inghilterra è terra di casi straordinari dove tralasciando i mega impianti di proprietà, non mancano storie come il Craven Cottage, casa del Fulham nato sulle rive del Tamigi sul terreno dove nell’800 sorgeva proprio l’abitazione rurale di William Craven, VI barone Craven, roba che a pensarci ai giorni d’oggi in Italia, servirebbero innanzitutto chissà quanti pareri paesaggistici, autorizzazioni varie, ammesso e concesso che non subentrino ricorsi o contenziosi legali, ecc… ecc…
Non mancano le rivalità che in maniera terza, contribuiscono ad essere anche materia di urbanistica per la presenza di due stadi vicini tra l’altro molto belli.
È il caso della città di Nottingham, dove ai lati opposti del fiume Trent ci sono gli stadi del Nottingham Forest (City Ground) e del Notts County (Meadow Lane), quest’ultimo risalente al 1910 ma sempre accogliente, più piccolo rispetto alla capienza dei rivali sportivi, la cui casa usufruì della possibilità dei lavori in occasione degli Europei del 1996.
Meglio di una sceneggiatura la storia del Luton Town che gioca nello stadio di Keniworth Road, capiente di appena diecimila presenze, utili per ospitare la Premier League, situato tra immobili privati per la gioia degli abitanti, certamente non per gli standard di chi preferisce stare in silenzio.
Nell’albo d’oro guidano le migliori formazioni inglesi, quali Arsenal (14), Manchester United (12), Chelsea (8), Liverpool e Tottenham (8), Manchester City e Aston Villa (7).
Da sottolineare che la FA Cup è differente dalla nostra Coppa Italia, perché in Inghilterra esistono ulteriori due tornei nazionali, come la Carabao Cup (o meglio Football League Cup) cui prendono parte le formazioni professionistiche, mentre la FA Trophy è dedicato ai club semi-professionistici.
L’esempio del calcio come Dna di una cultura di aggregazione sociale.

