F1 ’24: VIVERE EQUIVALE A DIRE

F

Il Gran Premio di Miami regala la sorpresa di Norris alla sua prima vittoria in Formula 1 davanti a Verstappen e Leclerc, l’appuntamento è stato caratterizzato anche dal ricordo della tragedia di Imola di trent’anni fa, dove persero la vita Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna.

N

on è mai un weekend banale quello che ogni anno coincide col periodo della tragedia di Imola che, un giorno dopo l’altro, portò via Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna.
Non può esserlo, a maggior ragione, quando ricorre il trentesimo anniversario di una Formula 1 che sul piano della sicurezza di macchine e circuiti ha cambiato completamente volto, salvato vite come quelle di Grosjean e Zhou, peccando purtroppo di superficialità nel caso di Bianchi.
Non può esserlo quando parliamo di storie di quel fine settimana, sembrato un capriccio del destino, dove a farne le spese furono due piloti all’opposto: un debuttante ed il campione affermato. Persone.
Per il 33enne pilota austriaco fu un destino crudele, soprattutto per chi, come lui, aveva lottato per correre tra i grandi dopo una lunga gavetta, anche a condizione di gareggiare i pochi Gran Premi iniziali e giocarsi il tutto per tutto, in virtù di un supporto economico che non gli garantiva il sedile per tutta la stagione nonostante fosse alla guida di una Simtek.
Il padre ha recentemente parlato dei suoi ricordi, impegnato a tenerne viva la memoria realizzando come, immediatamente dopo l’incidente, fosse consapevole della gravità e difficoltà di doverlo raccontare alla moglie, felice che in questi anni non siamo mai stato dimenticato o etichettato come colui che morì il giorno prima di un campione del mondo.
Un susseguirsi di emozioni che nel caso di Senna, i brasiliani mutarono in festa, a Pasadena il giorno 17 luglio, dietro quella finale del campionato mondiale di calcio conclusa, per noi, nella maniera sportivamente più drammatica possibile, protagonista il miglior calciatore del torneo.
Quasi idealmente un accordo, un compromesso, a loro il mondiale vinto alla Senna, per Senna, a noi la sconfitta ai calci di rigore, in quei momenti indimenticabili che ci hanno insegnato un po’ di vita: rialzarsi accettando il dolore e quel Divin Codino diventato ancora più idolo.
Sul marmo di una persona coetanea per tanti anni a me vicina, è incisa la frase “Vivere equivale a dire che ogni nostro agire possa, con il tempo, tramutarsi in ricordo”, a rammentare come il presente diventi fondamentale per vivere una giusta dimensione senza andare troppo oltre.
Il volto di Senna ci tiene compagnia, rimane giovane e bello come l’immagine di un rimpianto nonostante il trascorrere del tempo, per la sua anima esposta al pari dei sentimenti dentro una vita simile ad una missione per restituire un’opportunità colta, perchè capita talvolta che una figura talmente lontana possa improvvisamente somigliarci.
Una grande linearità ed uguaglianza postuma nel ricordo di un pilota che aveva goduto poco nonostante la celebrità, perchè sentiva la necessità di ricambiare le sue fortune verso l’esterno, ad un popolo in larga parte alle prese con ristrettezze e ordinarie rinunce.
Proprio Imola dove in questi giorni, il non ancora maggiorenne Antonelli è stato impegnato in test con la Mercedes per accelerare un debutto lampo magari cominciando dalla Williams, quello stesso team ancora oggi presente, non più a conduzione familiare e declassato da anni bui.
Suggestive le immagini riprese proprio in coincidenza dell’anniversario dei trent’anni, su quello stesso circuito oggi ampiamente modificato per questioni di sicurezza, con una storia analoga al sogno della Formula 1.
Un allineamento dove tutto prosegue, senza distinzione.
Tutti d’accordo, a cominciare da Tina Turner che gli dedicò “simply the best” nel 1993 sul palco di Adelaide, successivamente ispirando Lucio Dalla e Cesare Cremonini, sulle tribune di quel maledetto 1 maggio 1994 dedicandogli una strofa, nella sua canzone probabilmente più malinconica.
Anche davanti a lapidi fredde e cuori caldi, memorie destinate a vivere fino a quando se ne parlerà grazie a quanti li conobbero, nel dubbio chiedere a Barrichello ad Hockenheim nella stagione 2000.
Senna e Ferrari. Persone e macchine, una storia scritta mai concretizzata.
Un filo conduttore dove resta viva l’immagine di quanti trent’anni fa, bambini o ragazzini, ricordiamo dov’eravamo al momento di quegli incidenti, una patina ancora viva, probabilmente oggi più di ieri anche dettata dall’anello di congiunzione chiamato Adrian Newey, considerato il progettista più vincente nella storia della Formula 1.
Con un passato vincente proprio in quella Williams, adesso un futuro lontano dalla Red Bull ufficializzato proprio il 1 maggio, davanti una Ferrari che sogna di portarlo a Maranello, per un finale di carriera che consentirebbe a tutto l’ambiente di disporre di un top-player che insieme ad Hamilton e Leclerc, formerebbero un dream team in previsione del cambio regolamentare previsto nel 2026 per cui il lavoro è già in pieno fermento.

Si vince e si perde, siamo abituati a questo. Ma oggi era complicato, sulle medie non avevo una buona sensazione.

Max Verstappen

A Miami l’esito della gara sprint, aveva fatto sperare in un Gran Premio maggiormente equilibrato, dove Verstappen vittorioso, non era andato via con facilità come altre volte, seguito da Leclerc autore di un’ottima prestazione se confrontata alla totale assenza di giri nell’unica sessione di libere, per un errore dopo pochi minuti.
Effettivamente il binomio Verstappen-Red Bull non è stato perfetto come altre volte,  tanto che il Gran Premio si è accesi nel giro n.22 quando il campione del mondo è andato lungo in una frenata colpendo un birillo di segnalazione posizionato vicino una delle chicane, costringendo i commissari alla virtual safety-car e alla sosta lo stesso Verstappen.
Gli altri invece, hanno proseguito con la gomma media fino al giro n.28 e appena rientrati, il colpo (di fortuna) per Norris che non aveva effettuato il pit-stop, è stata la safety-car per l’incidente tra Sargeant e Magnussen, fortunato ma pure audace, nel trovarsi al posto giusto durante il momento perfetto, effettuando la sosta quando tutti gli altri procedevano a rilento andando a prendersi la prima vittoria in carriera, spezzando l’incantesimo dopo esserci andato più volte vicino, riscattando una deludente gara sprint, fuori negli strascichi di un incidente altrui.
Il giusto premio per il team che torna alla vittoria dopo tempo lontani, dopo un avvio di stagione sotto le aspettative, rinfrancata dopo essersi posizionata a Shanghai davanti la Ferrari, con l’obiettivo nell’ormai trascorso weekend di alzare l’asticella e battere le rosse tramite aggiornamenti, cogliendo inaspettatamente il risultato più importante.
Una buona notizia per lo spettacolo.
Certo, alla Red Bull poteva andare decisamente peggio guardando la partenza di Perez (quarto) che ha seriamente rischiato di fare strike, nel frattempo a Milton Keynes è già iniziato il dopo Newey, col team principal Horner impegnato a lavorare per non sfaldare il gruppo come già avvenne nel caso delle precedenti esperienze in Williams e McLaren, argomento che ha contraddistinto il paddock ben oltre l’interesse per l’azione in pista.
Il primo passo è stato il rinnovo del contratto di Pierre Wachè, dal 2018 direttore tecnico della squadra che negli ultimi anni ha riferito direttamente ad Horner dopo un primo approccio a stretto contatto con Newey, insieme ad un gruppo di lavoro che garantirà la continuità almeno fino al prossimo anno.
Come ribadito più volte, la sfida più grande della Red Bull arriverà tra due stagioni, oltre alla questione power-unit che rivoluzionerà gli attuali propulsori senza il suo valore aggiunto capace di fare la differenza e diffondere tranquillità nei momenti più tesi.
Una situazione che l’ex pilota Ralph Schumacher ha commentato senza peli sulla lingua, non solo sulla situazione di Verstappen ma anche di un gruppo di risorse che vorrebbe seguire Newey qualunque sia la prossima destinazione, in riferimento ad Horner il quale ha vinto la sua battaglia legale interna, ma con un prezzo d’aria di smobilitazione: “Vogliono andare da qualche altra parte e seguire Newey, lo spirito di squadra non è più quello che Dietrich Mateschitz avrebbe voluto, quello che sta accadendo ora è davvero una vergogna e una tristezza. E’ incredibile che ora tutto stia cadendo a pezzi a causa di persone a cui Mateschitz ha dato fiducia.”
Forse una possibilità mancata per la Ferrari, che nonostante il terzo posto di Leclerc ed il quinto di Sainz, penalizzato dopo il traguardo per l’incidente con l’altra McLaren di Piastri, coglie punti importanti per confermare il secondo posto nei costruttori, adesso però terza nei valori della griglia dietro la stessa McLaren.
La Ferrari si è presentata con una livrea celebrativa rossa e azzurra, dalla tonalità meglio chiamata “La Plata” già usata nella storia della Scuderia quando per esempio Alberto Ascari la portò in pista nelle stagioni più vincenti, pertanto un omaggio alla storia e tradizione.
Note di colore a parte, a fare la differenza saranno gli sviluppi previsti per Imola, oramai necessari dopo aver compreso l’attuale vettura in questa prima parte di campionato su diversi tracciati.
Cercasi Mercedes, il cui primo segnale (conservativo), ha riguardato l’apertura di vistose feritoie sulla pancia (sopra le fiancate) per smaltire il calore in condizioni di temperatura ambientale maggiormente elevata, peggiorando dunque l’efficienza aerodinamica a favore dell’affidabilità, anticipando qualcosa rispetto al pacchetto di aggiornamenti previsti ad Imola, per un risultato che rimane deludente se rapportato alla storia recente delle Frecce d’Argento.
I piazzamenti di Hamilton e Russell, rispettivamente sesto e ottavo sono un magrissimo bottino ma per adesso questo passa il convento, in un segnale di arresa del team principal Toto Wolff, secondo cui nemmeno la presenza di Newey risolverebbe la situazione in tempi rapidi.
A proposito, per Hamilton nella conferenza stampa prima dell’inizio del weekend, non erano mancate domande sull’eventuale arrivo di Newey in Ferrari, cui il sette volte campione del mondo ha risposto con sorrisi che dicono più di ogni parola detta, inoltre negli incontri con i fan, non mancano scene cui gli viene chiesto di autografare cappellini Ferrari, azione che giustamente il team marketing di Mercedes ha vietato, una delle tante scene che vedremo in questo lungo anno di transizione prima del definitivo trasferimento.
Bocciata l’Aston Martin, la cui dimensione resta il centro classifica, mentre alla Racing Bulls ha portato bene la speciale colorazione a richiamare la carta prepagata che collabora al team nelle vesti di sponsor.
A Ricciardo per continuare ad avere in mano il futuro della propria stagione (e carriera) serviva una solida prestazione, così è stato nella gara sprint, concretizzando l’ottima qualifica sprint e difendendo con le unghie quel quarto posto davanti Sainz, che vale tantissimo anche per il team.
Nel Gran Premio ci ha pensato Tsunoda col suo settimo posto ad incrementare i punti, con la soddisfazione di stare davanti la Mercedes di Russell, mentre non mancano le voci di mercato anche intorno al pilota giapponese che sta disputando la sua migliore stagione in Formula 1, cui recentemente l’amministratore delegato di Honda ha dichiarato che l’azienda è intenzionata a tenerlo d’occhio nella speranza che venga promosso in Red Bull anche se nel futuro prossimo, produrrà autonomamente le motorizzazioni.
Considerata l’inversione di rotta in cui la stessa Honda a partire dal 2026, fornirà le nuove power-unit ad Aston Martin, i pianeti si allineano verso l’interesse di quello che potrebbe essere il prossimo futuro dello stesso Tsunoda qualora la stessa Red Bull, decidesse di non puntare su di lui.
Dunque confermato Alonso, si aprirebbe una bella bagarre per il secondo sedile, tra il figlio del proprietario del team ed il pilota sponsorizzato in prima linea da chi fornirà i motori, ai posteri l’ardua sentenza.
Haas consolida la gerarchia costruttori grazie al settimo posto di Hulkenberg nella sprint, da rivedere nella circostanza la strenua difesa di Magnussen a protezione del compagno di squadra, bella ma oltremodo aggressiva.
Un tema resta quello del mercato dove Bearman rimane favorito per sostituire Hulkenberg, entusiasmo calmato dal team principal Ayao Komatus secondo cui, le prestazioni in quelle che saranno le prove libere cui sarà chiamato il giovane pilota della Ferrari Accademy, conteranno di più rispetto ai risultati in Formula 2.
Festa per l’Alpine che segna il primo punto in campionato grazie al decimo posto di Ocon, valevole soprattutto come una grande iniezione di fiducia dopo una disastrosa partenza.
La novità riguarda soprattutto l’ingaggio di David Sanchez che dopo la breve parentesi in McLaren e l’esperienza in Ferrari, si unirà alla scuderia nelle vesti di Executive Technical Director con l’arduo compito di apportare nuove idee ad una monoposto in evidente difficoltà, e raddrizzare quanto possibile, una stagione a dir poco fallimentare.
Importante una bella svegliata, considerato quello che poteva essere un clamoroso patratack poco prima della gara sprint, quando Ocon è uscito inavvertitamente quando stavo transitando Leclerc verso lo schieramento.
Restano a secco di punti solamente Williams e Sauber.
Per la prima, l’unica buona notizia ha riguardato finalmente la disponibilità del telaio di riserva, che tanto ha fatto tribolare il team nelle prime gare a causa di svariati incidenti e relativi costi, che incidono nel budget cap; adesso il team potrà finalmente concentrarsi sulla produzione degli aggiornamenti all’attuale vettura.
Tramite la stessa Williams ma con una chiara influenza Mercedes, torniamo a sognare la presenza di un pilota italiano in Formula 1, infatti è stata fatta richiesta alla FIA per concedere una deroga ad Antonelli per gareggiare nonostante compirà la maggiore età il prossimo fine agosto,
Alla Sauber invece, l’attualità è diametralmente opposta rispetto ai buoni propositi in attesa del passaggio Audi, cui potrebbe essere stato un chiaro indizio di mercato il cambio dell’ingegnere di pista a Bottas, senza consultare lo stesso pilota che ora, si guarda intorno.
Ufficializzato Hulkenberg, uno dei due sedili sicuramente salterà al momento considerata la giovane età di Zhou, potrebbe essere proprio il cinese a rimanere qualora Sainz non accettasse l’offerta.
Il prossimo appuntamento aprirà la stagione europea, guarda caso, per uno strano scherzo del destino chiamato Imola, dove il 19 maggio si correrà il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna.

CLASSIFICA PILOTI
1. Verstappen (Red Bull) 136pt
2. Perez (Red Bull) 101pt
3. Leclerc (Ferrari) 98pt
4. Sainz (Ferrari) 85pt*
5. Norris (McLaren) 83pt
6. Piastri (McLaren) 41pt
7. Russell (Mercedes) 37pt
8. Alonso (Aston Martin) 33pt
9. Hamilton (Mercedes) 27pt
10. Tsunoda (Racing Bulls) 14pt
11. Stroll (Aston Martin) 8pt
12. Bearman (Ferrari) 6pt
13. Hulkenberg (Haas) 6pt
14. Ricciardo (Racing Bulls) 5pt
15. Ocon (Alpine) 1pt
16. Magnussen (Haas) 1pt

* Assente nel Gp d’Arabia Saudita causa appendicite, sostituito da Bearman.

CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. Red Bull 237pt
2. Ferrari 189pt
3. McLaren 124pt
4. Mercedes 64pt
5. Aston Martin 42pt
6. Racing Bulls 19pt
7. Haas 7pt
8. Alpine 1pt

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Andrea La Rosa

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