UN TEMPO FELICE

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È stato un campionato europeo da record per l’atletica leggera italiana quello disputato allo stadio Olimpico di Roma, un tempo davvero felice come mai nella storia, da ricordare e tramandare.

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edagliere stravinto con undici medaglie d’oro, nove d’argento e quattro in bronzo.
Chi l’avrebbe mai detto?
A parte qualche sporadica e ancor più gloriosa vittoria internazionale, la nostra atletica leggera non aveva mai vinto così tanto, a questo punto frutto non del caso, ma di una precisa programmazione e volontà di puntare sui migliori atleti, ciascuno con i rispettivi staff a supporto.
Ciascuno di noi nasce con un talento, solamente il tempo e le scelte personali aiutano o meno l’allineamento dei pianeti utile a scoprirlo, ma soprattutto nello sport, ricordiamo quanto conti la testa ancor più della prestanza fisica insieme all’allenamento.
L’abbiamo imparato da Michael Jordan, quando nel 1997 alla vigilia della partita più importante di quella stagione, dopo aver ordinato una pizza (da più parti definita come avvelenata) finì per sentirsi male a casa di un’intossicazione alimentare al punto di non potersi alzare dal letto fino a poche ore prima del riscaldamento. Fine dei giochi, o meglio quasi, perchè durante le flebo avveniva nella sua mente la memorizzazione dei file che avrebbero comportato tutti i suoi movimenti in campo, facendo leva sulle minime energie: il 23 dei Chicago Bulls realizzò 38 punti, collezionando anche 5 assist e 7 rimbalzi e soprattutto il canestro decisivo allo scadere. Tutto evidenziato a fine partita, dall’aiuto di Scottie Pippen per aiutarlo a reggersi in piedi e compiere il percorso fino negli spogliatoi.
Spesso scriviamo di macchine, motori e Formula 1, gioie terribili ad alto gradimento.
Persone, dove anche lì conta la testa a livello di freddezza emozionale.

Tamberi è il capitano vero di questa squadra azzurra: trasmette a tutti una carica impressionante ed è il primo sul campo a dimostrare il suo valore.

Giovanni Malagò, presidente Coni.

Torniamo a tre anni addietro, Giochi Olimpici di Tokyo.
Ad un Marcell Jacobs nel frattempo spostato dal salto in lungo alla velocità, insieme al talento di Filippo Tortu che poco prima aveva stabilito il record italiano dei 100m.
Ecco, proprio perché nello sport conta il valore emozionale, ricordiamo come quel progressivo miglioramento di tempi effettuato da Jacobs, dapprima in batteria, poi in semifinale fino all’epilogo clamoroso in un contesto dove da sempre, abbiamo visto vincere gli altri con una certa invidia guardati sul piedistallo, abbia probabilmente innescato un click di mentalità a tutto l’ambiente, che aveva già sognato con Tamberi, fermato da un grave infortunio prima di Rio 2016.
A proposito, chi potrà mai dimenticare quel 1 agosto 2021?
Due ori in dieci minuti: Tamberi e Jacobs!
Un cambio di marcia totale, anche per quei talenti che spesso guardavano vincere gli altri pur facendo sacrifici, lontano da casa, inseguendo un sogno ed accontentandosi dello standard fissato alla partecipazione o superamento di una batteria, adesso con la giusta consapevolezza nei propri mezzi.
Perché se vince colui che indossa la mia stessa canottiera azzurra, allora possono farlo pure io.
Senza entrare in statistiche sui tempi ed elenchi delle medaglie, certamente i Giochi Olimpici saranno di ben altra pasta, alcune prestazioni sono già di quel livello, altre andranno migliorate per sognare una medaglia a Parigi, dove troveremo (per esempio) statunitensi e giamaicani agguerriti.
Per qualcuno sarà l’ultimo appuntamento della carriera, nel frattempo abbiamo fatti i compiti a casa e nel dubbio, un ringraziamento per questo tempo felice, talmente bello che ricorderemo e soprattutto tramanderemo.

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Andrea La Rosa

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