F1 ’24: FELICITA’!

F

Nel Gran Premio d’Italia una magia della Ferrari, vince Leclerc di strategia e prestazione davanti alle McLaren di Piastri e Norris con Sainz scudiero (quarto). Tante notizie col tricolore protagonista: per l’ufficialità del 18enne Andrea Kimi Antonelli come prossimo pilota Mercedes nella stagione 2024, e per il trionfo di Leonardo Palmaroli vincitore del campionato di Formula 3, dove merita applausi anche Gabriele Minì.

U

na bolgia il Tempio della Velocità divenuto della Magia.
Sulla pista oggi divenuta sacrario, la Ferrari compie una follia con l’azzardo premiato di non effettuare la seconda sosta (a differenza delle McLaren) per compiere l’imprevedibile.

IL GRAN PREMIO
Qualifiche tirate con McLaren, Mercedes e Ferrari in lotta per contendersi la pole, più distante la Red Bull che conferma la fase di regressione rispetto alla schiacciante superiorità non solo della passata stagione ma all’inizio dell’attuale campionato.
Pole di Norris con Piastri a completare una prima fila come a Monza non accadeva dal 2012, uno-due pesante in ottica gara, perché in seconda e terza fila si sono piazzate Mercedes e Ferrari alternate, Russell-Leclerc in seconda e Sainz-Hamilton in terza; primi sei piloti distanti meno di due decimi.
Red Bull in terza fila: settimo Verstappen e ottavo Perez.
Premesse di una bella gara, probabilmente crocevia per riaprire anche il discorso relativo al titolo piloti, alte le temperatura dell’aria e dell’asfalto ma pesanti nuvole nei dintorni al circuito col rischio pioggia.
Al semaforo verde adrenalina altissima, perché Piastri è tutt’altro che leggero sul compagno di squadra e ne prende la posizione, ne approfitta Leclerc salito in seconda posizione anche dopo l’errore di Russell alla prima variante, quarto Sainz, poi Hamilton e Verstappen.
Tutti forte senza troppo badare alla gestione delle gomme, a trenino con Drs aperto, primi giri con Leclerc praticamente a fotocopia delle traiettorie di Piastri, Ferrari che regge il passo delle McLaren e gara d’attesa per Verstappen, partito con gomma dura per provare una strategia diversa, nel giro n.11 sorpasso di Perez su Russell per la settima posizione.
Fase in cui Piastri inizia ad allargare il divario, Norris si avvicina Leclerc mentre dietro si allontana Sainz, momento favorevole per le McLaren e pit-stop (giro n.15) anticipato di Norris con pesante bloccaggio ad ingresso di pit-lane, box Leclerc e Hamilton nel giro successivo, Norris prende la posizione di Leclerc, pit-sop anche di Piastri, Sainz nel giro n.20 e Verstappen nel giro n.23.
A metà gara in testa Piastri, poi Norris e Leclerc in meno di quattro secondi, poi Sainz, Hamilton e Verstappen.
Piastri davanti con una gara maestosa, Leclerc vicino a Norris nel giro n.32 dopo un errore senza avere margine per tentare il sorpasso, pit-stop Norris nel giro n.33 per tentare l’undercut ma rientra dietro Verstappen.
Seconda fase di gara con l’incognita sulla durata della gomma dura, non avendola provata nessuno nelle libere proprio per conservare i set per il Gran Premio, secondo pit-stop di Hamilton nel giro n.38, Piastri nel giro n.39, momento chiave per le due Ferrari che non si fermano, nel giro n.40 duello con Norris che prende la posizione di Verstappen poi box del pilota Red Bull.
Le Ferrari provano il colpo, Sainz però subisce il sorpasso di Piastri nel giro n.46 poi a caccia di Leclerc (ventitre giri la differenza di vita delle gomme), assalto delle McLaren perché pure Norris sopraggiunge a Sainz e lo supera nel giro n.48.
Per Leclerc un vantaggio di circa otto secondi a cinque giri dal termine, il pubblico capisce e spinge la rossa fino alla bandiera a scacchi.
L’ordine di arrivo: 1. Leclerc (Ferrari), 2. Piastri (McLaren), 3. Norris (McLaren), 4. Sainz (Ferrari), 5. Hamilton (Mercedes), 6. Verstappen (Red Bull), 7. Russell (Mercedes), 8. Perez (Red Bull), 9. Magnussen (Haas), 10. Albon (Williams).

PER LA FERRARI
Monza significa soprattutto il ristoro della memoria, teatro di grandi imprese e bagni di folla ineguagliabili, come quella di cui ricorre il ventesimo anniversario quando Schumacher reduce dal settimo titolo festeggiato in Belgio nel Gran Premio precedente, dominò l’edizione “scortato” da Barrichello.
Quest’anno ancora un kit speciale ispirato alla fibra di carbonio, scelta oramai diventata tradizione per il Gran Premio d’Italia che altre volte è stata occasione per variare il vestiario e qualche dettaglio della livrea.
E’ stata la Scuderia con più novità, tra questi il fondo studiato per ridurre il tanto fastidioso saltellamento, completamente rivisto a cominciare dall’orientamento dei canali di flusso con diverse inclinazioni, riprofilato il cofano motore con un restringimento sotto il cosiddetto bazooka vicino la sospensione, adeguamenti delle ali pensate appositamente per i lunghi rettilinei del circuito, per esempio quella posteriore da minimo carico con un profilo principale quasi piatto ed un flap con ridotta incidenza, un solo elemento a caratterizzare la beam wing.
Nella prima giornata di libere la vera protagonista era stata la pista, col nuovo asfalto e cordoli che hanno portato una serie di modifiche rispetto alla configurazione cui i team erano abituati fino all’anno scorso, proprio il nuovo tappetino inizialmente liscio e scivoloso, ha mostrato una rapida evoluzione tale da anticiparne la progressione durante tutto il weekend, facendo palesare il graining dappertutto.
La rossa inizialmente non è sembrata subire il saltellamento palesato negli ultimi appuntamenti, in generale i dati delle prime due sessioni di libere, avevano mostrato una (ormai) solita McLaren con tanto potenziale e la Ferrari nel gruppo dei migliori con equilibrio nel passo gara, aprendo alle speranze con premesse molto positive da non precludere qualsiasi obiettivo senza quei verdetti, in negativo, visti all’inizio di altri Gran Premi.
Cruciale per tutti la gestione delle gomme, con un crollo di prestazione manifestato in maniera repentino, antipasto di come sarebbe stato cruciale preparare la gara con flessibilità aperta a qualsiasi scenario.
L’esito della qualifica aveva dato una SF24 scarica e veloce in rettilineo ma in difficoltà all’anteriore rispetto alla McLaren complessivamente miglior macchina in questa fase, ancora forte nella pista che richiede il minor carico, confermando quel vantaggio mostrato a Zandvoort che richiedeva massimo carico, Mercedes più equilibrata e una Red Bull in grande difficoltà.
Quindi qualche sofferenza nel giro da qualifica, con la proiezione in gara di avere qualche km/h di velocità massima in più, per insidiare la supremazia delle Papaya controllando l’usura delle gomme.
In gara Leclerc aveva già manifestata orgoglio e perfezione alla partenza, bravo, lesto e preciso approfittando del duello McLaren, poi il passo gara superiore delle McLaren a fare la differenza e la magia di andare avanti fino al traguardo, un rischio che ha pagato soprattutto nella gara di casa.
Applausi anche per Sainz, ad un certo punto scudiero di Leclerc per tenere dietro Piastri e quel distacco, probabilmente rivelatosi decisivo per la vittoria.

GERARCHIE
Equilibrio totale nella classifica costruttori, la strategia della Ferrari come detto resta una magia al pari della guida di Leclerc, mentre la prestazione delle McLaren rappresenta il tassello di un recupero incredibile sulla Red Bull praticamente inesistente a Monza, addirittura quarta forza dietro la Mercedes.
A Verstappen va comunque bene, perché la scelta McLaren di dare libera lotta ai piloti, contribuisce a tenere una certa distanza nella classifica piloti, ampia ma non rassicurante per la forze in campo.
Per la Racing Bulls questo tracciato rievocava dolci ricordi avendo già vinto due volte, dapprima nel 2008 col giovanissimo Vettel ai tempi Toro Rosso, poi nel 2020 con Gasly sotto la denominazione Alpha Tauri.
Un team in mutazione con l’attuale bottino di punti, che risulta comunque migliore rispetto al numero totalizzato in tutta la passata stagione, l’obiettivo sarà difendere l’attuale sesto posto nei costruttori, dietro l’Aston Martin che seppur in grande difficoltà rispetto agli investimenti e proclami, tiene un margine rassicurante a meno di clamorosi colpi di scena.
Festa Haas col nono posto di Magnussen e muovere la classifica, per dimenticare una vicenda poca leggera, infatti il team ha dovuto attendere più del previsto per raggiungere Monza, a causa dell’inaspettata visita a Zandvoort degli ufficiali giudiziari per la questione legata all’ex title sponsor russo cui venne annullato il contratto nel 2022, col pagamento che una volta ricevuto, ha dato il via libera al team statunitense di lasciare l’Olanda verso la trasferta italiana.
Esulta anche la Williams col decimo posto di Albon.
Per l’Alpine proseguono i problemi interni vista la pacifica forma di protesta dei dipendenti interni al reparto motori, dove ricordiamo quanto scritto nelle settimane precedenti, ovvero l’intenzione dei vertici del team di acquistare da Mercedes la power-unit (insieme ad altre correlati parti) allo scopo di ridurre i costi di produzione in considerazione dei risultati non all’altezza riscontrati con la propria motorizzazione, dunque mediaticamente un declassamento vista la volontà (giusta o meno) di diventare un team cliente.
Prima del weekend, l’edizione online di L’Equipe ha riportato una protesta con due gruppi: “Ogni gruppo esporrà uno striscione con un messaggio chiaro e non aggressivo, perorando la causa del mantenimento di un motore francese in F1, e tutti indosseranno una maglietta bianca con il logo Alpine, il messaggio #ViryOnTrack e una fascia nera al braccio. Non sarà intrapresa alcuna azione per impedire lo svolgimento delle operazioni in pista.”
In Sauber continuano a mancare le prestazioni, tuttavia si guarda al futuro quando Audi passerà al controllo del team a partire dal 2026, con l’azienda a Quattro Cerchi che nel frattempo inizia a concretizzare il suo progetto con l’arrivo di Jonathan Wheatley come nuovo Team Principal e Mattia Binotto in qualità di Direttore Tecnico e Operativo.
Rimane da definire la casella di quale pilota affiancherà Hulkenberg (già annunciato proviente dalla Haas), con Bottas che preferirebbe un pluriennale nella consapevolezza essere l’unico team a garantirgli la possibilità di rimanere in Formula 1 mentre la casa tedesca, avrebbe offerto al finlandese il contratto di un anno per essere sul mercato in vista del ciclo regolamentare 2026, senza l’accordo potrebbe aprirsi le porte per un altro giovane pilota, il diciannovenne brasiliano Gabriel Bortoleto vincitore l’anno scorso della Formula 3, tra l’altro al momento miglior rookie nella stagione 2024 di Formula 2, in questo momento nel programma junior della McLaren ma con scarse possibilità di avere uno sbocco nella massima serie automobilistica.

Sensazione incredibile. Credevo che la prima volta fosse una cosa unica, invece la seconda è stata altrettanto speciale. Avevo le stesse emozioni del 2019, guardavo gli spalti ed era incredibile.

Charles Leclerc

RED FLAG
Inattesa il giovedì pomeriggio per l’incidente che ha riguardato la safety-car, un errore dell’inappuntabile Bernd Maylander da molti anni alla guida della macchina di sicurezza.
L’episodio è avvenuto alla Parabolica che immette sul rettilineo principale, recentemente dedicata a Michele Alboreto.
Inevitabile la curiosità soprattutto per la rarità del fatto, con l’edizione 2024 del Gran Premio d’Italia che finirà per essere ricordato anche per questo, per fortuna senza conseguenze alle condizioni fisiche.

FAVOLA ANTONELLI E OPPORTUNITA’ COLAPINTO
Ferrari ma non solo, perché il pubblico di casa ha assistito l’esordio ufficiale di Andrea Kimi Antonelli cresciuto in Mercedes praticamente da bambino, tra l’altro una scelta azzeccata della Scuderia pur essendo un team tradizionalmente rivale alla rossa, perché la prima volta del neo 18enne ha rappresentato anche un’operazione simpatia verso l’orientamento del futuro tifo.
Una parabola da predestinato quella di Antonelli, già quest’anno direttamente in Formula 2 senza passare dalla Formula 3, con ottimi risultati nonostante (anche qui) all’esordio, tanto da spingere la casa madre a svolgere una serie di test evidentemente promossi.
Certo avrà fatto sorridere sulla culla di nascita, vedere un neonato chiamato con lo stesso nome di un pilota finlandese (Kimi Raikkonen).
E’ chiaro come la Mercedes aveva in qualche modo programmato l’addio di Hamilton, poi arrivato senza preavviso lo scorso gennaio, di mezzo le fratture di Verstappen e la Red Bull insieme ad una ritrovata competitività delle Frecce d’Argento che nel pieno dell’attuale stagione, erano stati fattori su cui il team principal e azionista Toto Wolff, avevano provato a convincere il pilota olandese per quello che (dopo Hamilton alla Ferrari) sarebbe stato il secondo clamoroso trasferimento.
Nel mezzo Antonelli, che sembrava in corsa durante la stagione per prendere un sedile in Williams come apprendistato come avvenuto tempo addietro per Russell.
Infine messe a posto le pedine, ovvero la conferma di Verstappen in Red Bull e Sainz in uscita dalla Ferrari ha firmato per la Williams, Antonelli sulla base del suo talento cui tutti auguriamo successi e soddisfazioni come da moltissimi anni non accade ad un pilota italiano, ha coltivato la grande opportunità di prendere il sedile lasciato libero da Hamilton.
Ironia della sorte, proprio Antonelli e Hamilton hanno condiviso il box nella prima sessione di libere, facendo coincidere il regolamento che obbliga ciascun team a dedicare delle sessioni in un weekend ufficiale a giovani piloti.
Purtroppo però non il debutto che ci si aspettava, durato solamente dieci minuti prima di finire sulle barriere all’Alboreto, comprensibile come un ragazzo di 18 anni appena compiuti debba migliorare e ancora dimostrare la capacità di sapere reggere un carico di lavoro oltre la pressione di un top-team, così come prima non era giusto caricarlo, adesso sarebbe ingiusto criticarlo al primo errore.
Da segnalare l’atteggiamento esemplare di Toto Wolff, apertosi in prima persona nel team radio a sostenere il talento italiano, poi sabato mattina l’ufficialità che sarà pilota titolare al fianco di Russell.
Un altro esordiente è stato l’argentino Franco Colapinto dopo aver preso il posto di Sargeant in Williams, la cui goccia che ha fatto traboccare definitivamente il vaso era stato il banale incidente una settimana addietro a Zandvoort, in condizioni di pista bagnata frantumando quelli che erano stati gli aggiornamenti prodotti dal team e procurando anche l’ennesimo danno economico vista la pesante riparazione.
Erano state queste le parole del team principal James Wowles: “Sostituire un pilota a metà stagione non è una decisione che abbiamo preso alla leggera, ma crediamo che questo dia alla Williams la migliore possibilità di competere per i punti nel resto della stagione”.
Senza la sbavatura in Q1 forse avrebbe superato il taglio, ad ogni modo il risultato finale ha esaudito il programma del weekend, concludendo la gara in tredicesima posizione.
Per Colapinto un ruolo che calcisticamente potremmo definire come traghettatore, vista la coppia di piloti 2025 già ufficializzati con la conferma di Albon e l’arrivo di Sainz, ad ogni modo la rara opportunità di mettersi in mostra, ben figurare ed essere in orbita di quei piloti appetibili per un posto nel futuro prossimo.
Importante sottolineare come alla base della formazione di questi giovani piloti, cui solamente i più bravi (e fortunati) mantengono le premesse di una carriera ancor più in Formula 1, ci sono innanzitutto grandi sacrifici economici delle famiglie, senza considerare la scelta fin dalla pre-adolescenza di uscire dal comfort familiare, degli amici, delle conoscenze a loro più care, per fare un salto nel vuoto anche in Paesi (e continenti) lontani dalle loro origini.

TRIONFO DI PALMAROLI E APPLAUSI PER MINI’
Tutto ciò con l’occhio rivolto anche ai percorsi del siciliano Minì e del piacentino Fornaroli, impegnati in Formula 3 dentro un finale di campionato da brividi, risolto al cardiopalma dove proprio Fornaroli nella Feature Race, è stato capace di compiere il sorpasso all’ultima curva dell’ultimo giro ai danni di Christian Mansel, determinante per la vittoria del campionato di Formula 3.
Uno spiraglio dove ha compiuto la manovra più importante della sua giovane carriera, nulla ha potuto l’altro azzurro Minì, secondo al traguardo, virtualmente campione fino a pochissimo dal traguardo.
Con calma, dedizione senza eccessive pressioni come purtroppo certa stampa è solita fare, ci sono tutti i presupposti affinchè, Ferrari a parte, il motorsport possa seriamente essere marcato dai nostri colori.

PROSSIMO APPUNTAMENTO
Conclusa l’ampia finestra di gare europee, la Formula 1 si sposta verso il tour asiatico e americano con otto Gran Premi alla conclusione della stagione.
Adesso trasferimento a Baku dove il 15 settembre si correrà il Gran Premio d’Azerbaijan.

CLASSIFICA PILOTI
1. Verstappen (Red Bull) 303pt
2. Norris (McLaren) 241pt
3. Leclerc (Ferrari) 217pt
4. Piastri (McLaren) 197pt
5. Sainz (Ferrari) 184pt*
6. Hamilton (Mercedes) 164pt
7. Perez (Red Bull) 143pt
8. Russell (Mercedes) 129pt
9. Alonso (Aston Martin) 50pt
10. Stroll (Aston Martin) 24pt
11. Hulkenberg (Haas) 22pt
12. Tsunoda (Racing Bulls) 22pt
13. Ricciardo (Racing Bulls) 12pt
14. Gasly (Alpine) 8pt
15. Bearman (Ferrari) 6pt
16. Magnussen (Haas) 6pt
17. Albon (Williams) 6pt
18. Ocon (Alpine) 5pt
19. Colapinto (Williams) 0pt**
20. Zhou (Sauber) 0pt
21. Bottas (Sauber) 0pt
22. Sargeant (Williams) 0pt

* Assente nel Gp d’Arabia Saudita causa appendicite, sostituito da Bearman.
** Sostituisce Sargeant dal Gran Premio d’Italia.

CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. Red Bull 447pt
2. McLaren 437pt
3. Ferrari 407pt
4. Mercedes 293pt
5. Aston Martin 74pt
6. Racing Bulls 34pt
7. Haas 28pt
8. Alpine 12pt
9. Williams 6pt
10. Sauber 0pt

Autore

Andrea La Rosa

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Andrea La Rosa

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