
A San Paolo, Verstappen ipoteca il titolo in un weekend caratterizzato dalla pioggia e una serie di elementi da cui partiva ampiamente svantaggiato. Tantissimi gli argomenti in un Gran Premio che per emozioni, anche stavolta ha mantenuto le attese.
Tanti i motivi d’interesse per la terza gara in altrettante settimane.
Innanzitutto la lotta nelle due classifiche iridate dentro il format della gara sprint tale da garantire molta azione in pista e punti in palio, lasciando indirettamente un solo turno di prove libere già fondamentale per comprendere l’assetto della macchina, in aggiunta l’incognita del nuovo asfalto di cui nessuno conosceva l’aderenza col denominatore della variabile meteo.
Come se non bastasse, l’annunciata penalità per Verstappen di cinque posizione sulla griglia di partenza del Gran Premio, dovuta al cambio della componente endotermico della sua power-unit che ha decretato l’utilizzo della quinta unità rispetto le quattro consentite dal regolamento per tutta la stagione.
A poche ore dall’accensione dei motori, è arrivata un’altra occasione di correre da titolare per Oliver Bearman in sostituzione di Magnussen alle prese con un malessere fisico, per lui il terzo weekend dopo l’esordio ad inizio campionato con la Ferrari in Arabia Saudita per sostituire Sainz alle prese con l’appendicite e poche settimane addietro, in Azerbaijan al posto dello squalificato Magnussen.
SENNA
Sempre molto forte l’ideale presenza di Ayrton Senna nonostante siano trascorsi trent’anni dalla sua morte, resilienza, ispirazione, dedizione e fede religiosa, rappresentano ancora oggi l’identità del popolo brasiliano.
Un uomo più vivo che mai, tra fondazioni, siti, fumetti, auto speciale che la McLaren gli ha dedicato, una presenza costante perché da quel giorno la Formula 1 non è stata più la stessa, da quel momento una generazione si è innamorata del motorsport proprio come calamita a quella tragedia, una bandiera a scacchi del modo di vivere le corse mai più rivisto.
Come se non fosse mai morto, un dettaglio identificato fin dall’inizio quando la famiglia dovendo tornare la salma in patria per il funerale, pretese che non viaggiasse nel vano di carico dell’aereo ma in prima classe; da lì nulla è cambiato.
Anche stavolta non sono mancati eventi per ricordare il pilota tragicamente scomparso a Imola nel drammatico weekend del 1994, quando un capriccio del destino portò via anche Roland Ratzenberger oltre incidenti che avrebbero potuto aggravare il bilancio di un Gran Premio folle.
Pirelli ha omaggiato il campione brasiliano, dedicandogli i cappellini indossati dai piloti sul podio e il trofeo (una ruota a scala ridotta) assegnato per la pole.
L’ex pilota Sebastian Vettel, ha riunito i piloti dentro un casco fatto da un artista locale, realizzato con i materiali di scarto raccolti a San Paolo, quello che maggiormente ha tenuto il fiato sospeso è stato vedere nuovamente in pista la McLaren MP4/5B con la quale Senna vinse il campionato 1990, il secondo dei tre titoli.
A guidare questa poesia, è stato Lewis Hamilton carico di un’emozione aggiuntiva poiché cittadino onorario di San Paolo.
GARA SPRINT
Ricordiamo il sistema di punteggio: otto punti per il primo classificato, sette al secondo, sei al terzo e così via fino all’ottavo che prende un punto.
Come nelle previsioni della vigilia, in qualifica McLaren superiore, Ferrari dietro e Verstappen oltre il potenziale della Red Bull: prima fila Norris e Piastri, in seconda Leclerc e Verstappen, poi Sainz e Russell.
Nei ventiquattro giri sono state le Mclaren a fare il passo, dopo una prima parte di gara dove i primi quattro piloti sono stati abbastanza vicini, Leclerc ha dovuto cedere la posizione su Verstappen e sul finale, Piastri ha lasciato la testa della gara a Norris per guadagnare un punto sul pilota Red Bull, successivamente penalizzato di cinque secondi per avere provato nell’ultimo giro, il sorpasso su Piastri in regime di virtual safety-car a regime per il ritiro di Hulkenberg, dunque dietro Leclerc salito in terza posizione.
Le posizioni dalla quinta all’ottava: Sainz, Russell, Gasly, Perez.
Ferrari anonima chiamata per il Gran Premio, a trovare un assetto ottimale.
FOLLE GRAN PREMIO
La pioggia è stata protagonista poche ore dopo la gara sprint, tanto da rendere impraticabile la pista nonostante i tentativi della safety-car impegnata sabato pomeriggio a verificarne le condizioni, tanto da rinviare le qualifiche anche per l’incombere del tramonto e conseguente poca luce.
Una domenica ricchissima di azione, perché le previsioni meteo caratterizzate ancora dal maltempo, hanno consigliato la Federazione di modificare il programma, con le qualifiche alle 7;30 locali (le 11;30 in Italia) e l’anticipo della gara di un’ora e mezza, alle 12;30 locali (16;30 in Italia).
Qualifiche bagnatissime e cariche di adrenalina con l’esposizione di cinque bandiere rosse, Norris perfetto a centrare la pole affiancato da Russell con una Mercedes dai due volti, visto il sedicesimo tempo di Hamilton, seconda fila inedita con Tsunoda e Ocon, in terza Leclerc e Albon che dopo il brutto incidente nell’ultima tentativo, non ha preso parte alla gara cestinando la possibilità di andare a punti.
Aston Martin in quinta fila ma con entrambe le macchine da riparare, indietro molti big a cominciare da Verstappen escluso in Q2 oltre la penalità di cinque posizioni, tredicesimo Sainz (dietro Perez) dopo un’incidente nella stessa sessione, poi partito dalla pit-lane per avere sostituito la power-unit e il cambio; Piastri in quarta fila.
Momenti di grande adrenalina per Hamilton che aveva definito “maledetta” la propria macchina, peggio Verstappen penalizzato dalla gestione per rimuovere una monoposto incidentata: “Se una macchina va a muro deve essere subito bandiera rossa. Non capisco perché ci vogliano 30, 40 secondi per mettere una rossa, è una stro***ta.”
Premesse di una gara aperta a qualsiasi scenario immaginabile come in effetti è stato fin dal giro di formazione, quando Stroll è andato sulla ghiaia alla Descida do Lago, poi partenza abortita per un errore nella procedura di partenza quando a semafori lampeggianti, Norris seguito dai primi piloti si sono mossi, generando un (non) inizio e caos perché altri piloti molti piloti erano rimasti fermi per poi ripartire in un secondo momento.
Avvio su gomma intermedia, al semaforo verde nuovamente pioggia dove Norris è stato superato da Russell, in rimonta Verstappen già decimo nel giro n.2, tanta incertezza per le condizioni della pista dove all’intensificarsi della pioggia alcuni piloti avevano preferito rientrare per montare un secondo set d’intermedie, altri addirittura la full wet, di mezzo i ritiri, una safety-car ed il pesante incidente di Colapinto che ha decreto la bandiera rossa nel giro n.33 a rappresentare un jolly per Verstappen, risalito in seconda posizione e la neutralizzazione della gara quando, insieme alle Alpine, non si era ancora fermato a differenza degli altri.
Nella ripartenza tantissima azione, duelli quasi in ogni curva e frequenti bandiere gialle, compreso l’incidente di Sainz nel giro n.40 e l’ingresso dell’ennesima safety-car.
Nuova ripartenza con Verstappen leader dopo aver superato Ocon, ancora emozioni fino alla bandiera a scacchi con questa top-ten: 1. Verstappen, 2. Ocon, 3. Gasly, 4. Russell, 5. Leclerc, 6. Norris, 7. Tsunoda, 8. Piastri, 9. Lawson, 10. Hamilton.
LE CLASSIFICHE
Da diciassettesimo a primo in quarantatre giri.
Se alla vigilia i tanti fattori del Gran Premio potevano aprire i giochi in entrambe le classifiche, l’esito invece restituisce un fantastico Verstappen che aumenta il vantaggio su Norris su cui abbiamo finito gli aggettivi non positivi, vero che la fortuna aiuta gli audaci, ma non si diventa campioni solamente quando si guida la macchina più veloce in griglia.
Ferrari mai protagonista che non accorcia sulla McLaren seppur perdendo solamente sette punti al termine del lungo weekend, merito soprattutto di Leclerc che ha messo una pezza ai tanti errori di Sainz e alle difficoltà sul bagnato, tutto rimane aperto perché la vittoria Red Bull accorcia la classifica con tre team in appena quarantanove punti.
Per la Mercedes questi ultimi appuntamenti, hanno l’obiettivo di massimizzare ogni risultato in vista della prossima stagione.
Notte fonda per l’Aston Martin, retrocessa nelle ultime posizioni oltre la drastica decisione di tornare indietro utilizzando il fondo montato a maggio per l’appuntamento di Imola, cancellando i vari aggiornamenti portati durante l’anno che rappresentano il metro di giudizio sulla negatività del lavoro eseguito, come il pacchetto introdotto ad Austin che oltre a non portare risultati sperati ha viceversa, determinato vistosi effetti collaterali.
Oramai senza ambizioni di classifica, questo finale di stagione servirà per meglio prepararsi al prossimo campionato, certo in vista 2026 Adrian Newey avrà molto da lavorare e anche questo, sarà un’importante banco di prova nel verificare se e quanto una sola persona, per quanto plurivincitore in Formula 1, potrà incidere o meno in una situazione talmente complessa.
Solitamente un Gran Premio così imprevedibile, è un’opportunità per team lontani dai primi in condizioni d’asciutto, così la copertina è anche per l’Alpine che approfittando del pit-stop gratuito per la bandiera rossa, clamorosamente sale sul podio con entrambe le vetture, cogliendo tantissimi punti utili ad un enorme balzo in colpo solo.
Muove la classifica anche la Racing Bulls, così la lotta per il sesto posto insieme alla Haas, si preannuncia serrata fino all’ultima gara.
La Sauber resta ancora l’unica squadra a non avere segnato punti, cui il migliore piazzamento rimane quello della gara d’esordio che segna un percorso molto difficile durante la stagione.
Intanto prosegue la campagna di rafforzamento sotto la guida di Mattia Binotto, con l’assunzione di Inaki Rueda ex stratega della Ferrari, come nuovo direttore sportivo, oltre il supporto di Giampaolo Dall’Ara che dopo otto anni torna ad Hinwil, mentre Beat Zehnder assumerà il ruolo di direttore dei programmi e delle operazioni speciali.
Certo sul web, si sono scatenati i commenti social su Rueda, ricordando strategie poco incisive ai tempi della rossa, ad ogni modo cambiamenti che fanno parte di un’ampia strategia per arrivare nella migliore forma possibile in vista del prossimo ciclo regolamentare 2026.
Il secondo pilota a guidare la monoposto 2025, dovrebbe essere il giovane brasiliano Gabriel Bortoleto per una nazione che torna ad avere un pilota in Formula 1, annuncio non arrivato a San Paolo forse per non esporre troppo all’inevitabile clamore mediatico in un motorsport, in pieno cambio generazionale.
Guidare questa macchina è stato il più grande onore di tutta la mia carriera.
Lewis Hamilton, dopo aver guidato la McLaren
con cui Senna vinse il campionato 1990.
GIOCO DELLE PARTI?
Se tra McLaren e Ferrari c’è moltissimo rispetto, tanto da scherzare spesso anche durante le foto di rito post Gran Premio con intrusioni da una parte e dell’altra, lo stesso non può dirsi tra McLaren e Red Bull.
Con una lotta al mondiale sempre più strenua, l’ultimo tema secondo quanto rimbalzato dalla Germania, riguarderebbe una nuova accusa di irregolarità lanciata dalla Red Bull (passata al contrattacco dopo la vicenda T-Tray ad Austin) secondo cui McLaren userebbe dell’acqua per raffreddare la temperatura delle gomme, o meglio inietterebbe acqua nebulizzata tramite la valvola di regolazione della pressione dell’aria, tale da evaporare durante la gara, sfuggendo ai controlli della Federazione o della Pirelli che consegna gli pneumatici a tutte le squadre, già assemblati direttamente sui cerchi.
Al momento l’accusa rimane priva di fondamento, costituendo il classico gioco delle parti nel tentativo di mettere sotto pressione l’uno di risposta all’altro.
Sicuramente ne sapremo di più, qualora ci fossero anche indizi a sostegno di questa ipotesi.
RED BULL – COLAPINTO?
Quando si espone un giornalista, esce fuori un’indiscrezione di una certa credibilità.
Quando invece un gran numero di siti specializzati iniziano ad esporre la situazione, è qualcosa di più.
Negli ultimi giorni è diventato pubblico il possibile approdo in Red Bull di Franco Colapinto, pilota argentino autentica rivelazione di questa seconda parte di campionato con la Williams, una storia incredibile che qualora si concretizzasse, premierebbe la testardaggine e il talento anche grazie un allineamento di pianeti.
Da Milton Keynes sarebbe partita la trattativa per l’eventuale sostituzione del deludente Perez, andando persino a scavalcare la coppia della Racing Bulls (Lawson e Tsunoda), cui la casa madre Red Bull tradizionalmente attinge dopo un periodo formazione ed esperienza.
Negli scorsi anni, soprattutto gli ultimi tre, il dominio della macchina e di Verstappen hanno offuscato l’importanza del secondo pilota, adesso in risalto proprio per la pochezza di risultati che adesso in tema di classifica costruttori avrebbe fatto molto comodo, basti pensare che Perez ha segnato meno della metà dei punti del compagno di squadra, mentre parallelamente sono cresciute McLaren e Ferrari relegando la Red Bull come terza forza sulla griglia, situazione che avrebbe pure una ricaduta economica quantificabile in circa 25 milioni di euro, ovvero la differenza tra la prima a terza posizione nella distribuzione dei premi.
Stavolta però, la Red Bull pur disponendo praticamente di quattro vetture sulla griglia, potrebbe per la prima volta, fare il sacrificio d’ingaggiare un pilota direttamente da una scuderia avversaria, cui l’assist perfetto è proprio Franco Colapinto che dopo avere sostituito Sargeant, sta sbalordendo con una monoposto precedentemente quasi sempre nelle retrovie.
Caso vuole, che proprio la Williams abbia da tempo ufficializzato i piloti della prossima stagione, con Sainz dalla Ferrari che farà coppia insieme al confermato Albon, mettendo Colapinto in panchina per almeno tutta la prossima stagione.
Per l’argentino una storia davvero al limite, vista tra l’altro la possibilità che la Williams aveva di mettere in pista persino Antonelli della Mercedes, poi direzionata verso il proprio pilota.
Non mancano motivi o meglio, equilibri di sponsor.
Perché Perez in Messico è una star che assicura tanto merchandising e inoltre, proprio il main sponsor (Oracle) ha la sede più a nord della stessa parte del mondo, tuttavia Colapinto potrebbe attenuare la visibilità di un pilota sudamericano, insieme ad un tifo sempre più forte che sta prendendo piede in Argentina, chissà se in futuro, come avvenuto in Olanda per Verstappen e in Messico per Perez, potrà discutersi del ritorno della Formula 1 dove l’ultimo Gran Premio che risale al 1998.
Conterà il prezzo dell’eventuale trasferimento, perchè la Williams vorrà certamente monetizzare come investimento per crescere verso tempi migliori senza considerare, la volontà del pilota che adesso, sogna quel salto nemmeno lontanamente ipotizzabile fino a pochi mesi addietro.
Lecito chiedersi perché la Red Bull non abbia pensato a Sainz, la risposta potrebbe essere che nel mese di maggio, probabilmente la scuderia era maggiormente concentrata per non perdere Verstappen nella corte senza filtri della Mercedes, inoltre era impensabile un tale crollo di Perez, pertanto ad essere penalizzato o meglio sfortunato, è stato proprio lo spagnolo non avendo poi altra scelta di accasarsi alla Williams anche dopo la conferma di Alonso in Aston Martin.
NUOVO CORSO?
Quando i tempi iniziano a stringere, conta la consapevolezza dei propri mezzi fuori e dentro al box, oltre una linea ferma da parte dei commissari per avere un’omogeneità delle sanzioni secondo quanto accade in pista.
Va bene lo spettacolo, va bene la guida ed i corpo a corpo tra macchine per l’esaltazione della guida dei piloti, ma fino a un certo punto.
Negli scorsi giorni si è discusso moltissimo sulle penalità recentemente inflitte, cui i Commissari hanno finalmente preso decisioni rigide e soprattutto in tempi rapidi.
Già i venti secondi di Città del Messico inflitti a Verstappen avevano rappresentato una vera e propria svolta, punendo il dive-bombing in maniera severa, decisione da cui la Formula 1 non tornerà più indietro.
Per la McLaren un punto di vittoria dopo la penalità di Austin costata a Norris il podio, perché seppur rigettata la richiesta di revisione, si erano accesi i riflettori sulla vicenda o meglio sulla pratica, discussa e oramai oggetto di severa sanzione.
Un modo che cambierà lo stile di guida di quei piloti particolarmente aggressivi, che dovranno lasciare spazio all’esterno della curva quando si troveranno una macchina di fianco, frenare tardi e con malizia spingere l’avversario oltre la pista, seppur dotata di ampia via di fuga, non sarà più possibile.
MULTATE HONDA E ALPINE
Azione in pista ma non solo, perché il limite del budget cap impone severe regole proprio per allineare tutti i costruttori per non avere vantaggio rispetto alla concorrenza.
Negli scorsi giorni la Federazione, ha reso note le sanzioni inflitte relativamente al Cost Cap 2023 che include anche i costruttori di power-unit, individuando violazioni della Honda e Alpine (Renault), precisando come entrambe fossero in buona fede non avevando superato i limiti di spesa quanto invece, violazioni procedurali poiché nel processo di revisione non sono riuscite a fornire le informazioni richieste.
Errare è certamente umano, ma ciò non dovrebbe accadere trattandosi oramai di una prassi consolidata da qualche anno, e quindi si presuppone come le addette risorse aziendali, dovrebbero conoscere perfettamente le procedure.
Nello specifico, Honda non ha presentato una dettagliata documentazione poiché il calcolo dei costi includeva anche quelli esclusi o revisionati erroneamente, mentre Alpine ha ritardato l’invio del documenti inducendo la Federazione che avesse omesso informazioni.
La casa giapponese dovrà pagare una multa di 600.000 dollari, mentre ai francesi 200.000 dollari, accettando entrambi un accordo sulla violazione.
VERSO IL FINALE
Si rifiata qualche giorno prima degli ultimi tre appuntamenti, ovvero i Gran Premi di Las Vegas (23 novembre), Qatar (1 dicembre) e Abu Dhabi (8 dicembre).
CLASSIFICA PILOTI
1. Verstappen (Red Bull) 393pt
2. Norris (McLaren) 331pt
3. Leclerc (Ferrari) 307pt
4. Piastri (McLaren) 262pt
5. Sainz (Ferrari) 244pt*
6. Russell (Mercedes) 192pt
7. Hamilton (Mercedes) 190pt
8. Perez (Red Bull) 151pt
9. Alonso (Aston Martin) 62pt
10. Hulkenberg (Haas) 31pt
11. Tsunoda (Racing Bulls) 28pt
12. Gasly (Alpine) 26pt
13. Stroll (Aston Martin) 24pt
14. Ocon (Alpine) 23pt
15. Magnussen (Haas) 14pt
16. Albon (Williams) 12pt
17. Ricciardo (Racing Bulls) 12pt
18. Bearman (Ferrari/Haas) 7pt**
19. Colapinto (Williams) 5pt***
20. Lawson (Racing Bulls) 4pt****
21. Zhou (Sauber) 0pt
22. Bottas (Sauber) 0pt
23. Sargeant (Williams) 0pt
* Assente nel Gp d’Arabia Saudita causa appendicite, sostituito da Bearman;
** Presente anche nei Gp d’Azerbaigian e Brasile al posto di Magnussen;
*** Sostituisce Sargeant dal Gp d’Italia;
**** Sostituisce Ricciardo dal Gp degli Stati Uniti.
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. McLaren 593pt
2. Ferrari 557pt
3. Red Bull 544pt
4. Mercedes 382pt
5. Aston Martin 86pt
6. Alpine 49pt
7. Haas 46pt
8. Racing Bulls 44pt
9. Williams 17pt
10. Sauber 0pt