F1 ’24: ARRIVEDERCI FINLANDIA

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Il recente comunicato della Sauber (prossima Audi) con cui ha annunciato la mancata conferma per la prossima stagione degli attuali piloti Zhou e Bottas, chiude statisticamente una lunghissima striscia consecutiva di (almeno) un pilota finlandese presente in Formula 1.

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a notizia era ormai nell’aria da molte settimane: l’attuale coppia di piloti Sauber è stata congedata in vista della stagione 2025 in cui, oltre al già annunciato Hulkenberg proveniente dalla Haas, sarà presente il giovane pilota brasiliano Gabriel Bortoleto, che tanto bene sta facendo in Formula 2, tra l’altro liberato dalla McLaren la quale, con garbo di altri tempi, ha preferito non frenarne la carriera verso altre opportunità.
Indirettamente si chiude un ciclo durato moltissimi anni, quello che ha sempre visto almeno un pilota finlandese sulla griglia, alcuni di questi, persino campioni del mondo.

Situazioni come queste non sono mai facili per nessuno. Dopo settimane di discussioni aperte e approfondite, abbiamo compreso che non c’erano le condizioni per continuare questo progetto insieme.

Valtteri Bottas

Una continuità che durava dal 1989, quando ad inaugurare questo periodo fu Letho che in quella stagione gareggiò con la Onyx a Jerez e Adelaide; negli anni ’90 arrivò Mika Hakkinen che ha segnato la propria carriera e quella della McLaren vincendo due titoli in duello con Michael Schumacher, il quale ironia del destino, lasciò il proprio sedile ad un altro finlandese, Kimi Raikkonen che nel frattempo aveva già maturato le proprie esperienze in Sauber e McLaren, vincendo un insperato e clamoroso titolo nel 2007, come terzo incomodo tra i due litiganti (sempre in McLaren) Alonso ed il rookie Hamilton.
Anche quando Raikkonen si prese una pausa, a tenere alti i colori della bandiera finlandese ci pensò Kovalainen mentre nel frattempo, stava crescendo Bottas protagonista dopo l’esperienza in Williams, dell’irripetibile dominio Mercedes in coppia con Hamilton che faceva man bassa di vittorie e aggiornamenti delle statistiche. Un ruolo da fido gregario, forse caratterialmente troppo timido in pista, ma comunque fondamentale per essere da spalla in quel team, finendo la carriera in Sauber per quelle che saranno le sue ultime gare da qui al termine dell’attuale campionato.
Senza dimenticare Mika Salo in Formula 1 dal 1994 al 2002, cui i ferraristi rimangono affezionati proprio per la sua esperienza in rosso durata sei Gran Premi nella stagione 1999, in sostituzione di Michael Schumacher infortunatosi a Silverstone, contribuendo al titolo costruttori.
In questo excursus, seppur non consecutivo, ci piace ricordare Keke Rosberg, campione del mondo nella stagione 1982 con la Williams, mentre il figlio Nico, campione nel 2016 con la Mercedes, è da considerarsi di nazionalità tedesco in quanto nato a Wiesbaden, pur avendo preso successivamente la cittadinanza finlandese.
È il passo dei tempi di una Formula 1 sempre maggiormente aperta a nuovi scenari, dove nulla è garantito a priori sul sentimento, basti guardare sul fronte dei circuiti, la tante difficoltà e onerosi investimenti cui sono soggetti anche i tradizionali e storici circuiti europei, per rientrare in un calendario che seppur allargato, spinge sempre più verso nuovi orizzonti.
Tornando ai piloti, basti pensare al passato di una lunga tradizione italiana, poi interrotta dall’esperienza di Giovinazzi in Alfa Romeo (che rinominava sempre Sauber), la cui assenza sarà adesso “interrotta” da Andrea Kimi Antonelli che tra pochi mesi, da rookie sarà addirittura pilota titolare di una Mercedes, idem per il Brasile che dopo tanti successi e la recente casella vuota, tornerà a tifare un proprio beniamino, ironia della sorte, proprio in sostituzione del finlandese Bottas alla Sauber/Audi.
Per la Finlandia all’orizzonte non c’è la folla, perché il solo pilota più vicino alle classi più importanti del motorsport è il classe 2006 Tuukka Taponen, attualmente membro della Ferrari Driver Academy che ha appena cominciato la sua carriera in Formula 3.
Nonostante la storia e l’incredibile cultura in tema di motorsport, rimane un’occasione persa quella di non avere concretizzato la possibilità di un Gran Premio in casa, come invece in tempi più recenti è avvenuto in altre nazioni sulla spinta delle prestazioni di un pilota o di una scuderia connazionale, basti pensare a Verstappen ed il ritorno in Olanda con grandi investimenti sul circuito di Zandvoort, idem Perez in Messico o in Austria dove Red Bull è di casa, in passato anche in India sulla scia della Force India, poi divenuta Racing Point adesso Aston Martin.
Sicuramente il rientro di Imola e gli investimenti di Monza, hanno come base lo sviscerato amore dei tifosi italiani verso la Ferrari.
Sicuramente il fattore climatico non può considerarsi una causa, perché sarebbe bastato incastrare l’evento in un periodo dell’anno senza particolari previsioni di neve o fredda temperatura, la stessa che forse ha rappresentato un’occasione persa fino a chissà quando.

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Andrea La Rosa

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