
Stabiliti i piloti che prenderanno parte alla stagione 2025, scopriamo chi invece è rimasto fuori dai giochi, tra eccellenti esclusioni, panchine e la speranza di un sedile anche a campionato in corso o nel 2026.
Potrebbe sembrare una serenata rap il titolo ispirato alla celebre canzone di Jovanotti, in realtà è una vera e propria forma di corteggiamento da parte di chi non si arrende, e prosegue con ostinazione verso un obiettivo ambito o sfuggito di mano.
È quanto accade anche in Formula 1 perché sono solamente venti i sedili a disposizione, forse troppo pochi per una nuova generazione di piloti che spinge dalle categorie inferiori, rispetto ad un ricambio anagrafico che vede in Hamilton e Alonso sicuramente due portabandiera, a dimostrazione di quanto l’età possa essere un dettaglio rispetto alla cura della preparazione atletica e soprattutto delle motivazioni.
Tutto ciò nonostante una Formula 1 che corre non solo in un calendario ricchissimo di Gran Premi, ma soprattutto nelle opportunità che quest’anno vedrà in pista diversi esordienti, qualcuno già rodato nella scorsa stagione come Bearman (Haas) e Doohan (Alpine), altri invece come Antonelli (Mercedes), Bortoleto (Sauber) e Hadjar (Racing Bulls) all’esordio assoluto, nonostante un serrato programma di test utile per la pista, a cominciare dalle dinamiche e procedure interne al box, per ragazzi che ricordiamoci sempre, non hanno talvolta nemmeno venti anni.
Come ogni stagione non mancano i cambi di casacca, o meglio di tuta, l’anno scorso inusualmente si erano mantenuti i caschi del 2023, ma a stagione in corso non sono mancati cambiamenti.
Adesso in approccio di 2025, l’argomento è stato in parte già introdotto col primo articolo dell’anno ma che sicuramente meriterà un approfondimento tra qualche settimana, magari presentando i singoli team.
In questa stagione non vedremo ai nastri di partenza piloti fino a qualche settimana addietro nel ruolo di titolari, ciascuno alle prese con storie diverse.
Tra tutti è il caso del messicano Sergio Perez, appiedato dalla Red Bull dopo una stagione alle prese con un tracollo inaspettato nonostante un contratto in essere, senza dimenticare un supporto economico non indifferente da sponsor provenienti dal suo Paese e dintorni, la cui influenza in questi anni di carriera, aveva inevitabilmente spinto verso il ritorno del Gran Premio del Messico.
Per lui un curriculum di tutto rispetto, ricordiamo cresciuto agli albori dell’Academy Ferrari, poi ben tredici stagioni in Formula 1 tra Sauber, McLaren, Force India poi divenuta Racing Point (adesso Aston Martin), fino alla grande chiamata in Red Bull dal 2021 cui ha dovuto fare i conti con un certo Max Verstappen, un’influenza pesante ma nessuno pensava ad una discesa di risultati così repentina.
La chiusura anche in Racing Bulls, fa pensare che la sua carriera nella massima serie automobilistica, potrebbe essersi chiusa lo scorso dicembre ad Abu Dhabi.
Il mio datore di lavoro, Andretti, mi ha chiesto di volare in Inghilterra per testare diversi simulatori. Fornirò il mio feedback in modo che possano scegliere il modello giusto per l’intera organizzazione, compresa la Formula 1, la IndyCar e le auto sportive. I simulatori sono diventati parte integrante del motorsport e durante l’inverno ho lavorato per migliorare il mio utilizzo. È fantastico che vogliano usare me e la mia esperienza per aiutarci.
Marcus Ericsson, pilota in Formula 1 dal 2014 al 2018.
Un altro pilota è Valtteri Bottas, la cui assenza chiude anche una lunga statistica che aveva visto almeno un finlandese sempre presente sulla griglia, di lui ricordiamo soprattutto il periodo in Mercedes, sicuramente troppo timido ma comunque un fido soldato nonché secondo pilota, agli ordini delle Frecce d’Argento che in quel periodo hanno persino riscritto la statistiche già straordinarie del binomio Schumacher-Ferrari.
Chiusa l’ultima parentesi in Sauber, è stato ufficializzato il suo ruolo di terzo pilota per un ritorno in Mercedes che farà bene all’interno del box alle spalle di Russell e Antonelli.
Rimanendo alla passata Sauber, rimane in attesa anche Zhou Guanyu capace l’anno scorso di segnare gli unici punti della scuderia elvetica in procinto di diventare Audi, ricordiamo a Maranello dal 2014 al 2018 come membro dell’Accademy, dove nonostante i soli 25 anni, l’acquisita esperienza e inevitabilmente un grande bagaglio di visibilità (e non solo) proveniente dalla sua Cina, potrebbe non bastare per rivederlo sulla griglia.
Mick Schumacher dopo brillanti risultati nelle categorie minori sotto la cura della Ferrari Accademy, non è purtroppo riuscito a confermarsi nell’esperienza in Haas durante il biennio 2021-2022, successivamente è stata la Mercedes ad offrirgli una possibilità come terzo pilota, esteso automaticamente anche alla Williams e McLaren in quanto scuderie clienti delle Frecce d’Argento, ma nello scorso novembre è arrivato l’addio al team tedesco e a questo punto, salvo miracoli o allineamenti di pianeti, anche quello definitivo alla Formula 1 cui recentemente era stato seriamente candidato per un sedile nella prossima Sauber, che poi ha preferito virare sul brasiliano rookie Gabriel Bortoleto.
Per il tedesco si aprirà comunque la possibilità di rimanere nelle corse, con l’Alpine nella categoria Wec.
Oramai spariti dai radar il canadese Nicholas Latifi e lo statunitense Logan Sargeant ex piloti della Williams, certamente non fortunata nella scelta del seconda pilota al fianco di Albon che spesso ha dovuto fare gli straordinari.
Perché di Latifi ricordiamo il ruolo di arbitro involontario del duello Hamilton-Verstappen nel campionato 2021, quando a pochi giri dalla bandiera a scacchi di Abu Dhabi, il suo autonomo incidente quando Hamilton conduceva senza problemi, risultò decisivo per una safety-car che favorì Verstappen, innescando una serie di polemiche feroci costati anche il posto del direttore di corsa, dopo la decisione di fare sdoppiare le monoposto tra i due contendenti e un ultimo giro folle, dove Verstappen che nel frattempo aveva cambiato le gomme, superò agevolmente Hamilton.
Quanto a Sargeant invece, soprattutto il ricordo di incidenti costati pesanti conseguenze economiche, che proprio l’anno scorso fecero optare la sostituzione di un altro nome, forse il più caldo alla finestra, ovvero Franco Colapinto purtroppo chiuso dal precedente contratto stipulato con Sainz proveniente dalla Ferrari, la sua presenza nel paddock sarà sicuramente la più ingombrante qualora uno dei piloti delle scuderie di bassa classifica dovesse avere maggiori difficoltà.
Infine Nikita Mazepin, pilota russo licenziato dalla Haas a ridosso della stagione 2022 a seguito dell’invasione in Ucraina dell’esercito connazionale, che recentemente ha affrontato battaglie legali da cui è uscito vincitore per la riabilitazione da parte dell’Unione Europea e l’annullamento delle sanzioni che l’avevano colpito, ad una recente intervista ha dichiarato di sentirsi sicuro di rivedersi al 99% in Formula 1, ma dipenderà dalla veste.
Come detto nell’articolo di pochi giorni addietro, a partire dal 2026 ci sarà l’ingresso di un altro team (General Motors-Cadillac supportato da Andretti) che porterà a ventidue i piloti sulla griglia, numero che sotto il profilo dello spettacolo, aumenterà le variabili nel corso di un Gran Premio.
La fornitura di power-unit da parte della Ferrari darà sicuramente un indirizzo per uno dei due sedili, nel frattempo Marcus Ericsson oggi in Indycar è tornato a contatto con la Formula 1 proprio con la nuova scuderia a stelle e strisce, per fornire un riscontro per l’organizzazione anche di altre categorie.
Una prova di serenata, stavolta al simulatore.
Al passo dei tempi.