
Washington vince ancora, sbancando Detroit dopo Tampa. I Chiefs controllano senza patemi Houston, Philadelphia elimina i Rams in una tempesta di neve gestendo un finale complicato, nel match più atteso la spuntano i Bills, grazie soprattutto agli errori decisivi dell’attacco dei Ravens. Le finali di Conference saranno quindi Chiefs-Bills nella AFC ed Eagles-Commanders nella NFC.
Tempo infausto su due match del Divisional Round, ma mentre a Buffalo fa solo molto freddo, a Philadelphia si scatena una tempesta di neve, che rende il campo ai limiti della praticabilità ma che regala agli spettatori immagini di un football d’altri tempi. Tutto sereno a Kansas City, e non solo il meteo, vista la vittoria piuttosto sul velluto dei campioni in carica sui Texans. Terremoto sportivo, invece, a Detroit, dove i Lions si fanno eliminare da Washington giocando un match a dir poco sciagurato.
KANSAS CITY CHIEFS-HOUSTON TEXANS: 23-14
Certamente il match più scontato di questo Divisional Round; troppo ampio il gap di qualità ed esperienza a favore dei campioni in carica per rendere Houston qualcosa in più di una semplice minaccia lontana. Kansas City, come al solito, non fa strabuzzare gli occhi per lo spettacolo, ma è terribilmente concreta, e sulla solita asse Mahomes-Kelce costruisce la sua settima finale di Conference consecutiva. La difesa di casa infligge una dura lezione a Stroud, 8 sack e diversi altri colpi, mentre coach Reid (alla vittoria numero 300 in carriera) ci stupisce inventando persino la safety volontaria, nel finale, che regala due punti all’avversario ma mantiene il controllo del pallone: geniale. Per i Texans una sconfitta che non fa molto male, ma che porta con sé un po’ di recriminazioni, sia verso loro stessi (per l’extra point del 13 pari mancato all’inizio del terzo periodo) sia verso gli arbitri, per un paio di flag molto molto dubbie per roughing su Mahomes, divenuto oramai da tempo il simbolo globale della NFL e pertanto intoccabile. Stroud si è comunque difeso sufficientemente (19/28 per 245 yard senza turnover) e con lui Mixon e, in difesa, Will Anderson jr., autore di due sack sul “protetto”. Contro i Bills serviranno più giri al motore dei Chiefs.
BUFFALO BILLS-BALTIMORE RAVENS: 27-25
Tutti a buttare la croce sul povero Mark Andrews, reo di un fumble nel quarto periodo e di un drop ancora più importante nel finale, sulla trasformazione da due punti che avrebbe rimesso il match in parità. Ma, a nostro parere, il vero sconfitto della partita di cartello del Divisional Round è Lamar Jackson, il campione della regular season che nei playoff, puntualmente, finisce per smarrirsi. Non che abbia giocato male, il qb dei Ravens, per carità: 254 yard lanciate, 39 corse e 2 td sono un bottino di tutto rispetto, ma le due palle perse (un intercetto e un fumble) hanno un peso specifico enorme, in una partita finita con due soli punti di scarto e contro avversari che invece di errori non ne hanno commessi. Derrick Henry è stato, a nostro parere, un po’ trascurato nelle chiamate: in una partita del genere, in condizioni climatiche in cui è complicato mettere la palla in aria, se hai la fortuna di avere un running back del genere devi sfruttarlo di più. Le sue 16 corse sono il minimo sindacale, mentre ad esempio Barkley, sotto la neve di Philadelphia, ha portato 26 volte il pallone. Josh Allen ha lanciato per sole 127 yard, ma ha segnato due td su corsa e, soprattutto, non ha regalato palloni agli avversari, confidando nella sua difesa che è stata brava e fortunata, nell’episodio del drop di Andrews di cui sopra. Baltimore ha avuto anche nel terzo quarto la chance di agganciare i padroni di casa, dopo il td di Henry del 21-19, ma anche lì l’attacco è mancato di freddezza, non completando la trasformazione da due punti. Fino al piccolo dramma sportivo di Mark Andrews, che dopo una magnifica stagione passerà alla storia solo per quel maledetto pallone ghiacciato scivolatogli tra le mani in end zone.
Una partita d’altri tempi, giocata per buona parte sotto una tempesta di neve che ha reso praticamente invisibili tutte le righe del campo e costretto i giocatori a pattinare su neve e ghiaccio, con difficoltà di presa e di equilibrio estreme.
DETROIT LIONS-WASHINGTON COMMANDERS: 31-45
Non dite di non essere stati avvisati: pallottoliere avevamo consigliato e pallottoliere è stato, nella sfida a mani basse tra due squadre costruite con lo scopo primario di fare un punto in più dell’avversario, non certo di subirne uno in meno. Il finale, però, ci ha regalato la sorpresa dell’anno, con i Commanders capaci di sbancare, dopo Tampa, anche Detroit, negando ai Lions la prosecuzione di una corsa verso il Super Bowl che pareva essere inarrestabile. Su Jayden Daniels, un rookie ricordiamo, non abbiamo più parole: un’altra perla di partita, con 299 yard lanciate e 2 td senza turnover, e tutto questo nei playoff, quando il pallone ha un peso specifico ben diverso. Merito di Daniels & co., certo, ma anche demerito di una difesa, quella dei Lions, che ha offerto la sua prova peggiore nel momento peggiore dell’anno, nella partita senza appello. Non da meno l’attacco di Detroit, che ha regalato ben 4 intercetti (tre di Goff e uno di Jameson Williams in un trick play) e un fumble, ancora di Goff. La partita è stata nelle mani dei Lions solo fino a metà del secondo periodo, quando Sam Laporta, con una miracolosa ricezione a una mano in end zone, ha segnato il td del 14-10. Da lì a pochi minuti la partita sarebbe cambiata radicalmente, con 14 punti firmati da Washington prima con l’attacco (ricezione in td di McLaurin) e poi con la difesa (pick 6 riportato in end zone da Martin. Da quel momento in poi quasi ogni drive porterà una segnatura, con la differenza sempre più ampia scavata proprio dai turnover offensivi dei padroni di casa, forse troppo presi dall’ansia di rimontare. Amarissima conclusione di una stagione fin qui strepitosa per i Lions, ma standing ovation per questi Commanders, capaci di riscrivere la storia della franchigia (prima finale di Conference dal 1992).
PHILADELPHIA EAGLES-LOS ANGELES RAMS: 28-22
Una partita d’altri tempi, giocata per buona parte sotto una tempesta di neve che ha reso praticamente invisibili tutte le righe del campo e costretto i giocatori a pattinare su neve e ghiaccio, con difficoltà di presa e di equilibrio estreme. A pagarne lo scotto, com’è normale, sono stati i meno avvezzi a giocare in queste condizioni, ovvero i Rams, abituati al sole e ai campi perfetti della California. Matthew Stafford alla fine lancerà 324 yard e 2 td, ma lui e Williams commetteranno due fumble cruciali, alla fine dei conti. Splendida la difesa degli Eagles, mentre in attacco brilla, come sempre, la stella di Saquon Barkley, protagonista di 26 portate per 205 yard e 2 td (più 27 su ricezione). È proprio il running back a firmare la giocata più bella del primo tempo, con una corsa in td di 62 yard, ma l’equilibrio regge fino al termine del terzo periodo, chiuso sul 16-15 per Philly, che incassa allo scadere una safety. Nel quarto periodo, malgrado la furiosa nevicata, partono i fuochi d’artificio: Williams perde un pallone da cui Philly non riesce a ricavare più di un field goal (19-15). L’ovale torna all’attacco dei Rams, che però cadono subito in un altro turnover (fumble di Stafford), che Philly trasforma in altri tre punti (22-15), con il kicker Elliott bravissimo a calcolare l’incidenza del vento sulla traiettoria del pallone. A 4’36” dalla fine Barkley sembra chiudere la partita, con il suo secondo td personale (corsa clamorosa da 78 yard) che vale il 28-15. Ma il match è tutt’altro che andato, grazie a un finale pieno d’orgoglio dei Rams, che vanno subito in td con Parkinson, per il 28-22 con 2’48” sul cronometro. Niente onside kick, McVay si fida della propria difesa e fa bene, perché i suoi uomini costringono Hurts e soci al punt dopo soli tre snap. I Rams hanno di nuovo il pallone con 2′ da giocare, ma il field goal non basta, hanno bisogno del touchdown. Nacua tiene vivo il drive con una ricezione miracolosa sulla sideline, L.A. porta il pallone fino a 14 yard dalla vittoria ma lì Jalen Carter compie la giocata decisiva, con un sack su Stafford al terzo down che ributta indietro gli attaccanti. C’è ancora tempo per un ultimo tentativo, ma il lancio del qb dei Rams si perde nella sideline e nella bufera. Eagles avanti, ma Rams fuori a testa altissima.