I Cubs dominano gara 6 vincendo 9-3 e forzando le World Series a gara 7, in scena stanotte sempre a Cleveland. Dopo sette mesi di campionato e migliaia di partite, tutto si deciderà in una sola partita, quindi, e in fondo è bellissimo così. Da quando sono passati in vantaggio gli Indians sul 3-1 la serie ha avuto poca storia, grazie alla bella reazione dei Cubs. Su questo copione anche gara 6, sempre condotta dagli ospiti e dove sono fioccati i fuoricampo, perfino con la perla del grand slam messo a segno da Addison Russell nel terzo inning.
Come previsto, Josh Tomlin, partente di Cleveland, è uscito distrutto dallo scontro diretto contro Jake Arrieta, ma un po’ tutti gli Indians, eccezion fatta per il solo Kipnis, sono sembrati un po’ svagati, consapevoli di dover puntare tutte le loro chance di titolo su gara 7. Come interpretare, altrimenti, l’assurdo errore di Naquin e Chisenhall già al primo inning? L’esterno centro e quello destro continuano a chiamarsi vicendevolmente una facilissima volata con 2 out battuta da Russell, con il risultato finale di farla cadere e far entrare così Rizzo e Zobrist a punto. Da lì in poi, è stata una serata di sofferenza per gli Indians e i loro tifosi, LeBron James in testa, consci di essere disarmati, in questa partita, contro lo strapotere della miglior squadra della regular season.
Ora però si volta pagina, ed è lecito attendersi una super gara 7, perché i presupposti ci sono tutti. Chicago ha dalla sua la maggior forza complessiva e l’inerzia derivante dall’aver rimontato due partite di svantaggio, ma personalmente non la considererei favorita, stanotte. Francona, il manager di Cleveland, pur nella sconfitta, aveva l’espressione placida di un gatto che gioca col topo: avrà come partente Kluber (1 punto in 12 inning lanciati contro i Cubs) ed è riuscito a far riposare gli assi del suo bullpen, Miller e Allen. Vuole una partita chiusa, a punteggio basso, e, se riuscirà ad averla, Chicago non avrà chance. Tutta la sua strategia poggia sul fatto che quei tre, ad iniziare da Kluber, facciano faville anche stanotte, l’ultima della stagione. Se gli riuscirà, avrà costruito un capolavoro con pochi eguali nella storia di questo gioco.
Al contrario, Maddon non sembra aver capito compiutamente quale rischio corre. In una partita largamente dominata come gara 6 ha fatto lanciare più di un inning a Chapman, il suo unico, vero intoccabile (che ha perfino rischiato di giocarsi una caviglia su una copertura in prima base), un rilievo che doveva tenere fresco per domani, per potergli chiedere anche 3 inning. Così, è difficile che possa arrivare oltre i 2. E ha usato anche Strop, la migliore alternativa a Chapman, anche se solo per 5 battitori, affrontati peraltro anche maluccio. Insomma, il morale è alto in casa Cubs, ma da fuori continuo ad avere la sensazione che siano caduti nella tela di un ragno più furbo di loro. “Chi vince festeggia e chi perde spiega” diceva Julio Velasco, e dopo la fine di questa attesissima partita, chiunque perda avrà molto da spiegare.