Le formazioni nel football americano – Attacco 4

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EMPTY BACKFIELD FORMATION
Schieramento divenuto celebre in NFL grazie ai New England Patriots di Tom Brady, l’Empty Backfield è anche detto “Five Wide”, visto che schiera cinque WR ai lati svuotando il backfield con la sola eccezione del QB. È ovviamente una formazione esclusivamente utilizzata per i passaggi, visto che concede al quarterback ben cinque opzioni per completare il lancio. La partenza del QB può avvenire indifferentemente under center o, più spesso, in posizione da shotgun, come nel caso della foto.

TACKLE SPREAD FORMATION
Formazione utilizzata per la prima volta negli anni Cinquanta dalla squadra del college Emory & Henry, oggi appare molto raramente sui campi di gioco ma rappresenta ancora il tentativo più estremo per cogliere di sorpresa la difesa avversaria, costringendola a fronteggiare una situazione davvero  anomala. Il concetto di base della Tackle Spread, infatti, consiste nel dividere in tre gruppi i cinque giocatori definiti per regolamento ineleggibili a ricevere il pallone oltre la linea di scrimmage. I due Tackle, quindi, si allontanano dalla loro posizione tradizionale, andando a procurare dei bloccaggi ravvicinati ai propri compagni di gruppo laterale, due WR o un WR e un HB, appena questi vengono chiamati in causa dal passaggio del QB, che resta al centro a ricevere lo snap in posizione shotgun. Se i pro di questo schieramento risiedono tutti nell’effetto sorpresa, i contro sono almeno due: i tackle giocano in una posizione aperta a cui non sono abituati e che mal si presta ai bloccaggi, in più il QB, protetto da soli tre uomini, è molto esposto ai blitz avversari. Nella NFL contemporanea è stato applicato qualche volta dai Philadelphia Eagles e dai New England Patriots.

GOAL LINE FORMATION
Uno degli schieramenti più utilizzati nel football, a tutti i livelli, ogni volta che una squadra si trova a ridosso, diciamo al di sotto delle 10 yard, della end zone avversaria. A quel punto, avendo necessità di guadagnare solo poche yard e con la difesa schiacciata contro, l’imperativo dell’attacco diventa quello di avere peso per aprirsi una breccia dove correre e mani forti per tenere il pallone. Vengono quindi tolti i WR, le cui doti di sprint sarebbero inutili in spazi così ristretti, e inseriti TE, FB e HB in numero variabile. Sempre in chiave di aumento del peso della linea, vengono spesso utilizzati, nel ruolo di FB o di TE, degli offensive o defensive linemen, come bloccatori supplementari o addirittura per portare il pallone, da cui le varianti “Jumbo”, “Heavy” e “Full House”. Un caso celebre di versatilità sulla goal line è quello di William Perry, soprannominato “The Refrigerator” dall’alto dei suoi 152 chili, che i Chicago Bears degli anni Ottanta utilizzavano sia normalmente come defensive tackle sia, in situazioni di goal line, come Full Back, a protezione della stella Walter Payton o per portare in prima persona la palla in end zone (segnò infatti 3 td in carriera).

KNEEL FORMATION
Terminiamo il nostro viaggio nelle principali formazioni offensive del football con quella che sigla ogni vittoria, cioè la Kneel Formation, la formazione che consente al QB di inginocchiarsi senza rischiare di perdere il pallone, facendo così scorrere i secondi finali della partita. Lo schema consiste nel circondare il quarterback, sia ai lati con due RB che dietro con un altro RB o un WR, tutti pronti a raccogliere l’eventuale fumble conseguente a uno snap difettoso da parte del Centro o a una mancata presa della palla da parte del QB. Curiosamente, questo schieramento non esisteva fino al 1978, fino a quando, cioè, i New York Giants non persero una partita contro i Philadelphia Eagles con un fumble proprio all’ultimo secondo, in quello che è passato alla storia come il “Miracle at the Meadowlands”. Al QB dei Giants, Joe Pisarcik, sarebbe bastato inginocchiarsi per far scorrere il cronometro fino alla fine e vincere, ma il fatto di essere schierato in una normale formazione di gioco lo indusse a passare comunque il pallone al suo RB, causando così il fumble che venne recuperato e portato in end zone da Herman Edwards degli Eagles. Da quel momento in poi, tutti i coach elaborarono una formazione specifica per questa situazione, per togliere ogni tentazione al proprio QB e per proteggere il suo inginocchiamento con tutti gli effettivi: la Kneel Formation, appunto.

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Gianluca Puzzo

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