Ho sempre avuto un debole per i piccoli team entrati con grande entusiasmo nel mondo della Formula 1, ma successivamente costretti a guardare in faccia la dura realtà della competizione, soprattutto tra le potenze economiche del grand-circus.
Da bambino ne adoravo le monoposto, sia perché guidate da piloti perfettamente sconosciuti che per il frequente cambio di livrea; solo dopo ho capito i veri motivi legati anche ai marchi delle sponsorizzazioni.
Col trascorrere del tempo, prima tramite riviste specializzate e dopo, navigando nel web, ho proseguito lo stesso interesse per il valore umano quasi a portato di mano, in un mondo quasi irreale.
Se poi consideriamo che ad uno di questi team sarà legata per sempre l’immagine di un giovane e promettente pilota, allora ci rendiamo conto che l’eventuale rinuncia al prossimo mondiale non sarà indolore per qualsiasi appassionato di automobilismo.
Stiamo parlando della Manor Marussia F1 Team (in abbreviato MRT), il cui ingresso nella massima competizione automobilistica è datato 2010 col nome di Virgin Racing (per ragioni commerciali), poi modificato dapprima in Marussia Virgin Racing (2011) e dopo in Marussia F1 Team (2012-2014).
I risultati non sono mai stati eccezionali, così senza alcun dubbio, emerge il 9° posto ottenuto nel Gran Premio di Monaco 2014 da Jules Bianchi, poi deceduto poche gare dopo, nell’infausto incidente del Gran Premio del Giappone.
Proprio quei punti, in virtù del decimo posto nella classifica dei costruttori, maturarono quei premi economici che risultarono essenziali per tenere in vita il team l’anno successivo, pur affrontando la stagione come un vero e proprio calvario sportivo.
Infatti, la monoposto a disposizione era la stessa dell’annata precedente, motorizzata da un’analoga power-unit non aggiornata, così alla bandiera a scacchi l’ultimo posto era una certezza, non solo doppiati dai primi ma soprattutto lontanissimi anche dai più vicini nelle ultime posizioni.
Il 2016 si era aperto con importanti novità, grazie alla nuova linfa economica che aveva portato una partnership importante derivante dalla fornitura di motori Mercedes aggiornati al medesimo anno, oltre all’ingaggio di tecnici importanti, utili a realizzare una monoposto completamente nuova, capace di essere competitiva non solo in qualifica, ma anche in gara, veloce al punto di terminare molte gare ai margini della zona punti.
Tra questi risultati, arriva il primo e unico punto della stagione, col 10° posto ottenuto dal rookie Wehrlein nel Gran Premio d’Austria.
La strada sembra in discesa ma purtroppo, il 9° posto di Nasr (Sauber) al penultimo Gran Premio del Brasile, beffa la Manor che viene scavalcata proprio dal team svizzero, e relegata all’undicesimo nonché ultimo posto nella classifica finale dei costruttori, fuori purtroppo dal bonus di premi economici che seppur minimi, risultano sempre utilissimi ai piccoli team.
Oggi, le ultime notizie parlano una situazione economica abbastanza delicata, tale da mettere a rischio la partecipazione all’imminente Mondiale, anche se indiscrezioni dicono che il processo di realizzazione della nuova monoposto è in stato avanzato.
Ricordiamo che, per regolamento, ogni team per non perdere la licenza di partecipazione può saltare fino al massimo di tre Gran Premi consecutivi, motivo per cui ci sono tutte le possibilità di rientrare a pieno ritmo, anche nel caso in cui nei primi Gran Premi si mandasse in pista la monoposto dell’anno scorso opportunamente aggiornata.
Forza Manor!