Dopo una gara 1 velocissima (per gli standard del baseball) e scontata, le World Series sono entrate nel vivo offrendoci una partita emozionante, che non esiteremmo a definire epica, certamente la più bella vista finora in questi playoff. In qualche modo unica, oltretutto, visto che mai nelle World Series si erano visti otto fuoricampo in un’unica partita. L’hanno spuntata gli Astros, che pareggiano la serie sull’1-1 e si preparano così con fondato ottimismo alle tre partite consecutive che ospiteranno a Houston da stanotte a domenica.
I Dodgers partono bene con Rich Hill sul monte, ma ancora meglio fa Verlander, con quattro k nei primi sei battitori affrontati. Il primo punto è di Houston e arriva nel terzo inning, firmato dal redivivo Reddick, che batte un singolo e viene poi aiutato da un perfetto bunt di sacrificio di Verlander (ricordiamo che a L.A. si gioca con le regole della National League, quindi senza dh) e da un altro singolo di Springer. Batte valido anche Bregman, ma Hill si riprende alla grande mettendo k due clienti pericolosissimi come Altuve e Correa, chiudendo così l’inning col minimo danno. Nell’inning seguente, Hill mette a segno altri due k, ma questo non gli evita di essere sostituito in apertura di quinto, decisione presa non benissimo dal pitcher che scaraventa via una pila di bicchieri nel dugout. Confesso di aver avuto anch’io, in quel momento, il dubbio di una decisione errata da parte del manager Roberts, e il prosieguo della partita mi darà ragione, purtroppo per i Dodgers (che si ritroveranno il bullpen vuoto nel momento decisivo).
Al quinto arriva il primo calo di un Verlander fin lì perfetto, con Pederson che lo punisce subito con un solo homer che pareggia i conti sull’1-1. L’inning seguente sembra prendere forma lo stesso copione visto in gara 1, con i Dodgers che passano in vantaggio 3-1 grazie al fuoricampo da due punti di Seager, che manda a casa anche Taylor, cui Verlander aveva concesso una base su ball. Avanti di due punti e con un ultimo terzo di gara da far gestire al proprio fortissimo bullpen, i Dodgers devono aver pensato di poter arrivare in fondo solo di conserva: nei tre inning successivi manderanno in base un solo uomo per un errore di tiro di Bregman, senza battere una sola valida contro Harris, Musgrove e Giles, non propriamente il top del top tra i rilievi. Houston, invece, ha il grande merito di non mollare, di crederci fino in fondo, vedendo meritatamente premiata la propria tenacia.
Nell’ottavo il leadoff Bregman piazza un doppio a destra contro Morrow, con Puig che in tuffo disperato spedisce la palla in tribuna. Dopo l’out di Altuve, Correa piazza un gran singolo che vale il punto del 2-3 contro Jansen. Il closer dei Dodgers resta sul mound anche nel nono per guadagnare l’ennesima salvezza della sua straordinaria stagione, ma viene colpito duro subito da Gonzalez con il fuoricampo del 3-3 che sveglia bruscamente i suoi sogni di gloria. Per l’ultimo attacco di L.A. sale sul mound il closer Giles, che suda freddo sul turno di Bellinger, già con due out, per una palla lunga presa al muro da Reddick. Si va agli extra inning.
La decima ripresa è da cuori forti. Dave Roberts è costretto a togliere Jansen, ma il suo sostituto, Josh Fields (veterano, anche ex Houston), è disastroso: affronta solo tre battitori ma concede due homer back to back ad Altuve e Correa e un doppio a Gurriell che valgono il clamoroso 5-3 per gli Astros. Ci pensa Cingrani a chiudere l’inning senza ulteriori danni, ma ormai il danno è fatto. Tutto finito? Neppure per sogno, perché il decimo attacco dei padroni di casa si apre con un solo homer di Puig che dimezza immediatamente lo svantaggio. Dopo il cubano, Grandal e Barnes vanno k, ma al momento dell’ultimo out Giles accusa un po’ di stanchezza e di tensione, concedendo dapprima una walk a Forsythe, mandandolo poi in seconda con un wild pitch e infine subendo un gran doppio da Hernandez, che manda a casa Forsythe per il 5 pari! Giles viene rilevato da Devenski, che chiude l’inning su Taylor e prolunga ancora la partita.
In apertura di undicesimo, secondo e ultimo errore strategico di Roberts, che con un solo lanciatore rimastogli nel bullpen (il mediocre McCarthy) toglie comunque Cingrani perché mancino. Errore pagato a carissimo prezzo, perché McCarthy viene colpito subito da un singolo di Maybin e, subito dopo dall’home run di George Springer, che riporta avanti Houston di due lunghezze, 7-5. La difesa di L.A. aiuta McCarthy a chiudere l’inning. Nell’attacco seguente resta sul mound Devenski, che elimina subito Seager e Turner ma subisce il solo homer di Culberson, che riporta sotto i Dodgers sul 6-7. Nel box tocca quindi a Puig, che come detto aveva già spedito la palla oltre il muro nell’inning precedente. Lo stadio ora spera, in un’atmosfera di tensione insostenibile: il duello tra Devenski e Puig prosegue fino al conto pieno, quando il rilievo piazza uno slider che fa sventolare a vuoto il cubano. Strikeout e partita chiusa, 7-6 Houston e serie sull’1-1. Ora sì che i Dodgers dovranno sudarsela.