Una grande sorpresa, la vittoria dei Jaguars a Pittsburgh, ha dovuto lasciare poche ore dopo spazio a un finale leggendario, di quelli per cui si vanno a scomodare “The Catch” o “The Drive”, e che come quelli rimarranno negli anni a venire, scolpiti nella storia del football e nella memoria di chi li ha vissuti in diretta. Ha già trovato un soprannome “The Minnesota Miracle”, e tale rimarrà per sempre. Intanto, i Patriots marciano senza grandi palpiti ma a grandi passi verso la conferma del titolo, ma le copertine sono tutte (e meritatamente) per Stefon Diggs e i suoi Vikings.
AFC DIVISIONAL ROUND #1
NEW ENGLAND PATRIOTS – TENNESSEE TITANS: 35-14
Dura 15 minuti l’illusione dei Titans di poter replicare nel New England lo scherzo fatto nel Kansas ai danni dei Chiefs. Tennesse chiude infatti il primo quarto in vantaggio per 7-0 grazie alla strepitosa presa ad una mano di Davis in end zone. Ma, ovviamente, i Patriots non sono i Chiefs, e una volta svegliatisi, all’inizio del secondo quarto, non molleranno più la partita, segnando un parziale di 35-7, con un ottimo Deion Lewis, sia come rb che come ricevitore, e un Tom Brady che anche senza strafare pesca puntualmente le mani dei suoi in end zone. Tutto liscio per i Pats, quindi, che hanno anche ricevuto ottime notizie da Pittsburgh, scoprendo che nella finale di conference dovranno affrontare Jacksonville anziché gli Steelers; ora la strada per il bis è davvero spianata. I Titans, invece, escono comunque a testa altissima da questa stagione, ma questa partita era più grande di loro.
AFC DIVISIONAL ROUND #2
PITTSBURGH STEELERS – JACKSONVILLE JAGUARS: 42-45
Festival delle difese allegre, in Pennsylvania, con 87 punti complessivi segnati e la stupefacente capacità, da parte degli Steelers, di concederne 45 a un attacco che la settimana precedente ne aveva segnati solo 10 contro i Bills. Davvero un brutto epilogo, quello della stagione di Pittsburgh, forse già con la testa alla grande rivincita contro i Patriots e invece bruscamente eliminati con una partita che li lascia carichi di interrogativi: su Mike Tomlin (sua l’errata decisione dell’on side kick con ancora più di due minuti da giocare e due timeout in tasca), su Ben Roethlisberger (sempre lottatore ma ormai fermo come una statua, il paradiso dei pass rusher) e sull’intera difesa, fatta a pezzi sia dalle corse di Fournette che da comunissime play action di Bortles.
Sulla partita non c’è molto da dire, in realtà: Jacksonville è sempre stata avanti, fin dal primo drive, toccando perfino il 21-0 a metà del secondo periodo. Lì Pittsburgh si è un po’ scossa, soprattutto grazie a Bell e Brown (autore, tra l’altro, di una ricezione pazzesca in end zone nel quarto periodo), ma non è mai riuscita ad avvicinarsi a meno di un td di distanza, zavorrata da una difesa a tratti imbarazzante, che concedeva puntualmente segnature ogni volta che l’attacco riusciva a riportarla sotto. Ora i Jaguars andranno nel New England, a caccia di un’impresa che avrebbe del miracoloso.
NFC DIVISIONAL ROUND #1
PHILADELPHIA EAGLES – ATLANTA FALCONS: 15-10
Mi duole dirlo, perché è un giocatore che adoro, ma questa sconfitta dei Falcons rimarrà a lungo sulle spalle di Julio Jones, reo di aver mancato una clamorosa presa in end zone a un minuto dal termine che avrebbe ribaltato il risultato. La difesa degli Eagles si conferma fortissima, tenendo a 10 punti un attacco pericoloso come quello di Atlanta, mentre l’attacco, per scaricare pressione dalle spalle di Foles, ha scelto lucidamente di puntare molto sulle corse, ottenendo ottime risposte da Ajayi, malgrado il doloroso fumble iniziale, e da Blount, un autentico treno quando c’è da entrare in end zone. Foles, dal canto suo, è stato bravo a fare le cose semplici, senza andare a cercare miraggi in profondità, ed ha avuto la sorte di trovare le mani incantate di Agholor che gli hanno ripulito alcuni palloni sporchi. Philadelphia ha avuto più voglia, più cattiveria nei momenti difficili, e la sua difesa è stata talmente forte da colmare il gap causato dai 3 fumble dell’attacco. I Falcons hanno avuto la chance di giocare l’ultimo drive con 6′ ancora sul cronometro e 5 punti da recuperare: Jones li ha tirati fuori dai guai in due circostanze, portandoli fino a 2 yard dal td della vittoria, ma ha poi mancato, come detto, la stoccata finale. Eagles avanti quindi, con un’attesissima Conference Final casalinga contro i Vikings.
NFC DIVISIONAL ROUND #2
MINNESOTA VIKINGS – NEW ORLEANS SAINTS: 29-24
Un finale da impazzire regala ai Vikings la vittoria e la prosecuzione del sogno di giocare un Super Bowl in casa, cosa mai accaduta nella storia della NFL. Domenica prossima dovranno andare a Philadelphia, per una partita nient’affatto facile contro gli Eagles, ma intanto si godono la strepitosa vittoria contro i Saints. Già, i Saints: che dire di una squadra che ha saputo risollevarsi alla grandissima dopo un primo tempo da incubo (sotto 17-0 all’intervallo), segnando un parziale di 21-3? Come si fa a definire “perdente” una squadra arrivata a 10 secondi da un’impresa esterna clamorosa? Eppure, il lato bello (ma dolorosissimo) dello sport è questo, e domenica è toccato a Drew Brees e ai suoi compagni sperimentarne il sapore più amaro.
Primo tempo tutto gialloviola, dicevamo, ma dopo l’intervallo i Saints replicano con due ricezioni in td di Thomas che valgono la partita riaperta sul 17-14. Nel quarto, un field goal da 49 yard di Forbath ferma l’emorragia dei Vikings (20-14), che però poco dopo si fanno bloccare un punt e concedono a Brees il lusso di ripartire dalle 40 avversarie. Il numero 9 dei Saints ringrazia a modo suo, pescando Kamara in end zone per il sorpasso: 20-21 a 3′ dalla fine.
Il vantaggio degli ospiti, però, dura pochissimo, perché una presa pazzesca di Thielen tiene in vita il successivo drive dei Vikings, che riportano il loro kicker a distanza sufficiente (per lui) per centrare i pali: Forbath non perdona, e da 53 yard segna il 23-21 con 1’29” da giocare. Nel drive seguente, i Saints si trovano con l’acqua alla gola con un 4°&10 da giocare alla mano, ma Brees completa su Snead, poi ancora per Ginn jr. e arrivano anche loro al field goal del nuovo sorpasso: 23-24 con soli 25 secondi da giocare!
“The Minnesota Miracle”. Minnesota a quel punto ha un solo timeout e parte dalle proprie 25 yard, che diventano 20 dopo una false start; con un completo di Keenum si spingono fino alle loro 39 yard, ma ne mancano ancora almeno altre 20 per poter arrivare a raggio di field goal, i timeout sono finiti e mancano solo 10 secondi. Una situazione disperata che più disperata non si potrebbe, insomma. Sul 3°&10, Keenum trova Stefon Diggs sulla linea laterale e qui accade l’incredibile: il marcatore diretto di Diggs, Marcus Williams, manca clamorosamente il placcaggio e sullo slancio finisce per travolgere anche Crawley, il compagno che stava accorrendo a raddoppiare la marcatura. Diggs, atterrato dal suo salto prodigioso col pallone in mano, si volta, riuscendo a rimanere dentro la linea laterale, e vede il campo incredibilmente spalancato davanti a sé. Varca incredulo la end zone proprio mentre il cronometro segna 0.00 e tutti i suoi compagni, tutto lo stadio e tutta Minneapolis impazziscono, improvvisamente consci di assistere a qualcosa di impensabile solo 10 secondi prima. E mai soprannome fu più azzeccato: è stato davvero un miracolo.