New York-Boston, c’eravamo tanto odiati

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La volevano tutti e alla fine l’hanno avuta, con i malcapitati Oakland Athletics incapaci di opporsi al desiderio di un’intera nazione (eccezion fatta per i tifosi degli A’s, naturalmente): nelle Divisional Series dell’American League sarà Red Sox contro Yankees, Boston contro New York, al meglio delle cinque partite. La rivalità più grande del baseball, e una delle più importanti dell’intero sport mondiale, con la “maledizione del Bambino” (ne abbiamo scritto in passato, QUI) e tutto quel che c’è nel mezzo; un duello feroce che rivive per la quarta volta nella post season, dopo gli epici precedenti del 1999, 2003 (nella foto l’hr in gara 7 di Aaron Boone, oggi manager di New York) e 2004, edizione in cui la maledizione si spezzò e Boston divenne la prima squadra della storia capace di rimontare da 0-3 e andare a vincere la serie in gara 7.

Mai prima d’ora le due squadre erano arrivate ai playoff vincendo entrambe più di 100 partite, mai prima d’ora si erano incontrate in una serie “corta”, cioè al meglio delle cinque e non delle sette partite, mai prima d’ora le loro strade si erano incrociate prima della finale dell’American League. Contrariamente ai precedenti, però, stavolta sono i Boston Red Sox ad essere favoriti, di poco, certo, ma favoriti. Hanno stravinto la regular season, hanno uno staff di partenti superiore a quello degli Yankees e hanno una squadra più esperta, più completa e più pronta nell’immediato a correre per il titolo. New York ha dalla sua la gioventù (nel bene e nel male), un lineup che sta riscrivendo i canoni della “Murderers Row” quanto a potenza di fuoco (anche se incassa una montagna di strikeout), un bullpen senza rivali in tutte le Majors e un ambiente che, abituato storicamente a vincere, schiuma dalla voglia di riprendersi lo scettro. Nell’ultima regular season si sono già incontrate 19 volte, con un bilancio di 10-9 in favore di Boston, con tanto di rissa in uno dei primi match della stagione.

Infine una curiosità, a proposito della gioventù del roster dei Bronx Bombers: il solo C.C. Sabathia era già in Major League (anche se a Cleveland) nel 2004, anno dell’ultimo incontro nei playoff tra Yankees e Red Sox. Un sito del New Jersey, NJ.com, ha intervistato alcuni dei giocatori di New York, chiedendo loro dove fossero durante quella sfida leggendaria. Aaron Judge erano un bambino impegnato nella Little League californiana, Gleyber Torres aveva solo 7 anni, Brett Gardner era già al college e ricorda vagamente di aver visto spezzoni di partita in qualche bar, Luis Severino, il pitcher vincente contro Oakland, aveva 10 anni e nella sua casa in Repubblica Dominicana non aveva neppure la tv. Ma scommettiamo che nessuno dovrà spiegare loro cosa significa New York contro Boston.

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Gianluca Puzzo

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