Ha destato scalpore l’episodio che, nelle ultime fasi del Gran Premio del Brasile, ha visto coinvolti Verstappen ed Ocon, con l’olandese talmente furioso da spintonare fisicamente il pilota della Racing Point Force India, una volta tornato ai box.
Di certo l’assurda manovra di Ocon (va ricordato in quel momento più veloce in pista di Verstappen per aver cambiato le gomme), entra di diritto nella storia della Formula 1; non capita spesso, infatti, che un pilota doppiato, cercando di sdoppiarsi con il leader della corsa, causi un incidente che costi al leader la gara.
Tra l’altro Ocon, oltre ad essere un pilota Mercedes (vittoria andata ad Hamilton), è al momento alla ricerca di un sedile, dopo che paradossalmente le due soluzioni in prospettiva della prossima stagione, vale a dire di conferma nell’attuale squadra (acquisto della squadra da parte di un cordata guidata dal padre di Stroll che di conseguenza trasferirà il figlio dalla Williams) o di trasferimento alla Renault (a sorpresa l’annuncio in estate di Ricciardo), sono sfumate.
Maliziosamente a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, ma la storia della Formula 1 ci tramanda altri esempi di incidenti tra doppiati e primi della classe, qualche volta sfociati in accesi post gara dietro le saracinesche dei box.
Nel 2001 proprio Jos Verstappen (papà di Max) sullo stesso circuito di Interlagos speronò la Williams del colombiano Juan Pablo Montoya, leader della gara.
Sempre in Brasile nel 2009, l’incidente in partenza tra Trulli e Sutil mandò su tutte le furie il pilota abruzzese che di corsa andò verso l’allora pilota della Force India, chiedendo a brutto muso delle spiegazioni.
Ricordiamo quello del 1982 nel Gran Premio di Germania ad Hockenheim, quando il cileno Salazar ritardò la frenata durante il doppiaggio di Nelson Piquet, causando un tamponamento che costò la gara al brasiliano. Dovettero intervenire gli steward per placare gli animi.
Nel 1998, l’incidente a Spa-Francorshamps tra Coulthard (doppiato) e Schumacher, che dopo aver tentato una resa dei conti appena sceso dalla monoposto, dovette fare i “conti” con la classifica, perché quella mancata vittoria gli costò il mondiale.
Sempre in Belgio nel 2005, Schumacher inflisse uno scappellotto sul casco di Takuma Sato, non ancora sceso dalla sua BAR, per aver causato l’incidente che fece terminare anzitempo la gara del tedesco.