Il 2 febbraio, nei dintorni di New York, saranno Denver Broncos e Seattle Seahawks ad affrontarsi nel Superbowl, la finale del campionato NFL, l’evento annuale più seguito dell’intero sport mondiale. I primi non hanno dato spazio alle speranze dei Patriots di riuscire nel colpaccio esterno, mettendo subito la partita sui binari del punteggio alto, terreno sul quale non hanno rivali. Gli ‘Hawks, invece, se la sono vista brutta per quasi tre quarti di gara contro i determinatissimi San Francisco 49ers, prima che il ritrovato Lynch e un paio di errori di Kaepernick (che comunque è stato l’anima della squadra) li lanciassero verso la tanto agognata finale.
La sintesi migliore, e più onesta, della partita di Denver l’ha fatta il quarterback sconfitto, Tom Brady, nel dopo gara, dicendo che i suoi Patriots avrebbero potuto fare di più ma che probabilmente contro questi Broncos in giornata di grazia non sarebbe bastato nemmeno quello per vincere. I numeri, come sempre in questi casi, sono chiarissimi e impietosi: Manning, oramai certo del suo quinto titolo di MVP, ha lanciato per 400 yard, completando 32 lanci su 43 (con 2 touchdown e nessun intercetto), mentre Brady si è fermato a 277 yard con 24 su 38. Nessuna buona notizia per New England neppure dalle corse: 102 yard per Denver, solo 51 per i Patriots. Un massacro, insomma, perfino più di quanto dica il 26-16 finale, con Peyton Manning e compagni in grado di annichilire per lunghi tratti la squadra più tenace ed esperta della NFL. Se giocano così, non c’è speranza neppure per la super difesa di Seattle.
Di tutt’altro pathos la sfida tra 49ers e Seahawks, iniziata subito col botto, quando Aldon Smith, sul primo gioco della partita, tira giù Russell Wilson, strappandogli perfino il pallone. Il primo tempo difensivo dei californiani è da manuale: azzerano le corse di Lynch, atterrano quattro volte Wilson e concedono ai padroni di casa la miseria di un field goal in 30 minuti di football. L’attacco dei 49ers, però, capitalizza solo in parte quanto di buono fatto dalla difesa e grazie a questo Seattle, pur indietro 3-10, rimane sempre e comunque in vista dell’avversario. Kaepernick è indiavolato e mette in campo il meglio del suo repertorio (chiuderà con 153 yard lanciate e 130 corse), ma Boldin perde dalle mani un paio di passaggi, Frank Gore è inesistente, Vernon Davis è fuori partita. L’impressione, all’intervallo, è che il vantaggio dei 49ers sia davvero fragile e che a Seattle basti una scintilla per riprendersi la partita.
La scintilla arriva subito all’inizio del terzo periodo con Lynch, che con una corsa di 40 yard (la più lunga concessa dalla difesa dei 49ers in tutto il campionato) propizia il touchdown del 10 pari. I 49ers trovano la forza di rispondere con la meta di Boldin per il 17-10, ma da lì in poi ci sarà solo una squadra in campo. Kap cade in un paio di brutti pasticci (un intercetto e un fumble), la sua squadra perde per infortunio due pedine importanti (Iupati si frattura una caviglia, Bowman crociato e collaterale di un ginocchio) e contemporaneamente Seattle trova il sorpasso con una giocata meravigliosa di Wilson per Kearse. I 49ers hanno in mano l’ultimo drive e ancora 3 timeout a disposizione: Kap lo gioca bene, spingendo avanti per 60 yard il pallone, ma quando decide di entrare in end zone lanciando per Crabtree arriva puntualissimo l’intercetto, un po’ fortunoso ma pur sempre intercetto, che chiude la partita a 22″ dalla fine. Non a caso, quella dei Seahawks è la prima difesa del campionato, e l’ha dimostrato nel momento fin qui più importante della stagione. Corsi e ricorsi storici, anche la scorsa stagione di San Francisco, arrivata al Superbowl, si concluse con un intercetto su Crabtree.
Rimandando analisi e pronostici sulla finalissima di New York ai prossimi post (ci sono due settimane di tempo, domenica prossima si gioca solo la kermesse del Pro Bowl alle Hawaii), mi rimane da segnalare solo il vergognoso comportamento di Richard Sherman, difensore di Seattle, che nelle fasi finali della partita ha invitato con ampi gesti i suoi tifosi a tirare pezzi di cibo su Navorro Bowman, linebacker dei 49ers infortunatosi gravemente, mentre quest’ultimo lasciava il campo il barella. Fortunatamente solo pochi spettatori hanno seguito il barbaro invito di Sherman, ma la cosa ha fatto ugualmente il giro dei media statunitensi e a poco sono servite, ieri, le tardive scuse del diretto interessato. Non è ancora chiaro se la NFL prenderà provvedimenti e, se sì, di quale entità questi possano essere, ma viene da chiedersi cosa aspettino a dare a Sherman una dispensa per farlo giocare senza casco. Visto che non c’è granché da proteggere, almeno starebbe più fresco…