Stanley Cup Finals ’19: tolta la ruggine c’è solo Boston

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I Blues partono alla grande volando sul 2-0, poi Boston si sblocca e segna 4 reti consecutive, chiudendo da padroni il match d’apertura delle Stanley Cup Finals.

Lo avevamo detto: uno dei rischi di Boston per gara 1 era legato ai 10 giorni senza partite intercorsi tra la fine della Eastern Conference e l’inizio delle Stanley Cup Finals. Pronti via e la “ruggine agonistica” che ricopre i Bruins salta subito agli occhi: l’attacco è spuntato, le uscite dal terzo difensivo farraginose e confuse. Ha buon gioco St. Louis, naturalmente, che controlla senza patemi e dopo 7′ e mezzo passa in vantaggio, grazie ad un’azione insistita nel terzo offensivo, culminata con il tiro ravvicinato di Schenn che non lascia scampo a Rask. Boston prova a scuotersi sull’onda emotiva dei propri tifosi, ma per la lucidità riprovare più tardi. Per i padroni di casa arriva un palo con Johanssen, a 5′ dalla prima sirena, e niente più.

Il secondo periodo si apre con quello che sembra essere il colpo del ko: lo scocca Vladimir Tarasenko, che dopo un solo minuto insacca con uno splendido one-timer su disco perso dalla difesa dei Bruins. 2-0 Blues e tifosi di casa ammutoliti, ma solo per 75″: tanti ne passano, infatti, tra la rete di Tarasenko e quella del 2-1 di Clifton, che con una provvidenziale deviazione sotto porta ridà fiato e speranza a Boston. La partita diventa nervosa, con scontri anche molto duri ben gestiti dagli arbitri, ma soprattutto la partita cambia inesorabilmente padrone. A 7’20” dalla seconda sirena un power play regala a Boston la rete del pareggio, con un tiro dalla media distanza di McAvoy, e da quel momento fino alla fine ci sarà una sola squadra in campo. St. Louis si ritrova sempre più spesso schiacciata

Il nostro ritmo lo danno i difensori. Dal secondo periodo siamo cresciuti e gli attaccanti hanno potuto attaccarli in profondità.

Torey Krug, difensore Boston Bruins

nel proprio terzo difensivo, e Binnington deve iniziare a superarsi per tenere a galla i suoi. Come al minuto 16, quando Marchand dribbla il proprio marcatore con uno spin di 360° e trova solo il portiere dei Blues a negargli la gioia di una rete che sarebbe stata leggendaria. A 1’25” dalla fine del secondo periodo arriva un altro palo di Boston, e un conteggio di 17 tiri a 4 per i padroni di casa nel solo tempo intermedio. L’ultimo periodo non cambia spartito, con i Blues intimiditi dal ritmo e dalle soluzione tecniche (anche spettacolari) dei Bruins. Binnington ferma

splendidamente un vertiginoso contropiede di Boston dopo 2’40”, ma deve arrendersi dopo 5’20” a Kuraly (migliore in campo), lesto a batterlo in mischia per la rete del sorpasso. La tanto attesa reazione degli ospiti non arriva: Rask deve sbrigare solo ordinaria amministrazione fino al 4-2 finale, siglato da Brad Marchand a 1’49” dalla fine in empty net.
Una sconfitta sanguinosa per i Blues, per come è maturata, e una conferma che Boston ha tra le mani il proprio destino. Domani, sempre a Boston, è già tempo di gara 2.

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Gianluca Puzzo

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