Boston va due volte in vantaggio ma St. Louis le riprende e la supera grazie alla rete ai supplementari di Gunnarsson. È la prima vittoria in una finale nella storia dei Blues, e vale l’1-1 nella serie.

Alla quarta finale di Stanley Cup della loro storia, dopo 13 sconfitte consecutive e 49 anni di attesa, la prima vittoria dei Blues alle Stanley Cup Finals ha un sapore esaltante e dolcissimo, perché arriva ai supplementari dopo oltre un’ora di durissima battaglia, in cui St. Louis avrebbe sì potuto vincerla prima, questa gara 2, ma avrebbe anche potuto perderla, scivolando in uno 0-2 da cui sarebbe stato molto complicato risalire. Una partita splendida, palpitante, regala ai Blues questo piccolo, storico traguardo, e a noi spettatori neutrali una finale ora davvero aperta, in cui i favoriti sanno di non essere invincibili e gli underdog sanno di poter credere nel miracolo. Dopo 8 vittorie consecutive si interrompe la striscia positiva di Boston (non perdeva da gara 3 del secondo turno contro Columbus); i Bruins, pur perdendo, non escono certo male da gara 2, ma se pensavano di andare sul velluto verso il titolo devono rivedere i loro programmi.
La partita.
Anche stavolta è St. Louis a partire meglio, ma dopo neppure 5′ è Boston a passare in vantaggio. Colpa di un eccesso di confidenza del penalty killing dei Blues, che si scopre in un tentativo di ripartenza e concede a Coyle lo spazio per il tiro vincente, con il disco che sfreccia tra le gambe di Binnington. Rete in power play e 1-0 Boston, con la partita che si accende all’istante e con i Blues che hanno il merito di non deprimersi e di accettare con più vigore di gara 1 la battaglia fisica. A metà del primo periodo arriva l’1-1, siglato da Maroon (uno dei migliori in campo) con una deviazione sotto porta che inganna Rask, ma dopo soli 40″ i Bruins ripassano in vantaggio con Nordstrom, che ringrazia una difesa ancora una volta troppo aperta. La quarta rete di questo splendido primo tempo arriva a 5’05” dal riposo grazie a Schwartz, che si lancia in fuga solitaria; il suo tiro viene parato splendidamente da Rask, che però nulla può su Tarasenko, più lesto di Chara ad arrivare sul rebound.
Abbiamo giocato con ordine e sacrificio per più di 60 minuti. Penso che questa ce la siamo meritata.
Jordan Binnington, portiere St. Louis Blues
Anche l’inizio del secondo periodo è di marca Blues, con Rask costretto a superarsi in un paio di occasioni, ma col passare dei minuti riemergono i Bruins, e la partita, pur senza segnature, diventa apertissima. A 4’26” dalla seconda sirena arriva un possibile colpo di scena: Clifton, dei Bruins, colpisce Bozak al volto con un brutto high-sticking, punito dagli arbitri con un double minor, cioè 4 minuti di power play per St. Louis. Assistiamo quindi a 2′ di assedio degli ospiti, ma su una controfuga di Boston arriva prima un salvataggio disperato della difesa Blues e poi, sul ribaltamento di fronte, un’interferenza di Schwartz su Rask che chiude lì il power play. Allo scadere, dopo il 4-contro-4, Boston ha pochi secondi di power play in cui costruisce un paio di tiri pericolosi, ben sventati da Binnington.
Terzo periodo: stavolta sono i padroni di casa a partire fortissimo. Binnington salva su Nordstrom dopo soli 30″ di gioco, la sua difesa è schiacciata ma resiste bene e col passare dei minuti i Bruins sono fisiologicamente costretti ad allentare la pressione offensiva. A metà tempo St. Louis torna ad affacciarsi con decisione dalle parti di Rask, che risponde alla grande prima in tuffo su Tarasenko e poi sbrogliando una pericolosa mischia davanti alla sua
porta. Si arriva in equilibrio agli ultimi minuti, davvero vietati ai deboli di cuore: a 3’42” dalla fine Rask para d’istinto un bolide di Maroon, ma dopo un minuto tocca a Binnington inventarsi un miracolo per fermare Bergeron. A 2′ dalla sirena un missile dalla media distanza di Gunnarsson si stampa sul palo alla sinistra di Rask, battuto, ma a -46″ l’ultima occasione è di Boston, con Binnington ancora strepitoso su Pastrnak. Una montagna di occasioni, quindi, ma il risultato resta 2-2: si va quindi ai supplementari.
L’overtime non lascia respiro, né a noi spettatori né ai giocatori di Boston: i Blues tornano infatti sul ghiaccio con una determinazione mai vista, e fin dai primi secondi stringono gli avversari in una morsa, rendendo loro impossibile anche un cambio linea. Dopo 4′ la svolta: asfissiata dal pressing, la difesa dei Bruins commette un fallo, ma i Blues mantengono il possesso del puck e, con la delayed penalty, inseriscono subito l’uomo in più. Pochi secondi dopo parte dalla lunghissima distanza la saetta di Gunnarsson che, aiutata dal doppio schermo piazzato ad ostruire la visuale di Rask, si insacca alla sua destra. Gioco, partita, incontro: la finale è in parità e ora si sposta a St. Louis per le gare 3 e 4, sabato e lunedì.

