NFL ’19: presentazione della AFC West

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Il 5 settembre riparte la National Football League, giunta al traguardo del campionato numero cento; come di consueto analizziamo potenzialità ed obiettivi di tutte le 32 squadre in corsa. Oggi è il turno della AFC West, con i Chiefs favoriti e in corsa per il titolo, seguiti dai pericolosi Chargers. Un passo indietro Oakland e Denver.

KANSAS CITY CHIEFS
Sono i grandi favoriti della division e tra i più accreditati nella corsa al titolo. Anche senza Kareem Hunt, tagliato lo scorso anno per la nota aggressione alla fidanzata, i Chiefs restano una corazzata d’impressionante esplosività offensiva, grazie allo scorso MVP della lega, Mahomes, a Hill (anche lui alle prese con una denuncia per violenza domestica che potrebbe portarlo ad una pesante squalifica), a Kelce e ad un intero reparto che promette faville anche quest’anno, ulteriormente rinforzato con l’arrivo di Carlos Hyde per correre e del talentuoso rookie Hardman per ricevere. Gli interventi più importanti, però, sono giustamente stati fatti sulla difesa, dov’è arrivato un quartetto di facce nuove davvero importanti: Clark e Ogbah come defensive end, Mathieu come safety e Breeland come corner back. La perdita più pesante è stata quella di Justin Houston, ma complessivamente il reparto sembra essere cresciuto, anche se certo non a livello dell’attacco. Una squadra abbastanza completa, insomma, con il giusto mix di gioventù, integrità fisica ed esperienza per puntare molto molto in alto.

DENVER BRONCOS
Sono cambiate molte cose dalle parti del Colorado, ad iniziare dal coach, è arrivato Fangio da Chicago, per proseguire con la coppia di quarterback, dove si è scelta l’esperienza di Joe Flacco e il talento del rookie Drew Lock, scelto al secondo giro del draft. Flacco è una scommessa rischiosa, non perché non abbia talento ma perché nelle ultime due stagioni ai Ravens ha dato l’impressione di essere nettamente in fase calante. Con Fant i Broncos dovrebbero aver trovato il tight end titolare, ma tra i ricevitori c’è il punto interrogativo sul numero uno, Emmanuel Sanders, reduce dalla rottura del tendine di Achille. La difesa ha cambiato poco, forse troppo poco per un reparto certamente molto valido ma in fase calante. La pass rush è sempre tra le migliori della NFL (basti citare Von Miller), la linea è esperta e affiatata, mentre la secondaria lascia più di un dubbio, avendo perso un po’ di profondità nei ruoli rispetto alla scorsa stagione. La wild card è il massimo obiettivo, ma è molto difficile in una division così.

OAKLAND RAIDERS
Rivoluzione doveva essere e rivoluzione è stata in casa Raiders, all’ultima stagione californiana prima del trasferimento a Las Vegas. E non poteva essere altrimenti, dopo le misere quattro vittorie racimolate la scorsa stagione, figlie della peggior difesa della lega (quasi 30 punti concessi a partita e soli 13 sack totali realizzati) e del terz’ultimo attacco, col poco edificante record di 51 sack concessi alla pass rush avversaria. Confermato coach Gruden e il qb Carr (ma per lui è l’ultima chiamata), in attacco sono arrivati nomi di peso, a partire ovviamente dal miglior ricevitore della NFL, Antonio Brown; finora il n.84 si è fatto notare soprattutto per le bizze extra campo (problemi coi nuovi caschi e un semicongelamento ai piedi), ma siamo certi che non mancherà di far sentire il suo valore. Arrivo importante anche nella linea, col tackle Brown dai Patriots, e poi Williams e Renfrow a ricevere assieme a Brown. Più problematica la situazione tra i running back, con entrambi i titolari fermi per infortunio. Anche in difesa sono numerose le facce nuove: Joyner (safety dai Rams), Burfict (roccioso linebacker dai Bengals), Mauro (tackle dai Giants), Jonathan e Ferrell (draft) sono solo i principali. La qualità sembra esserci tutta, il problema è quanto tempo servirà a Gruden per far lavorare bene insieme tutte le tessere del puzzle; facile prevedere una partenza complicata ma una ripresa col passare delle settimane. Basterà?

LOS ANGELES CHARGERS
Offseason di basso profilo, quella dei Chargers, ma non per questo di scarsa qualità. Con una squadra solida, quadrata, che l’anno scorso ha centrato i playoff con 12 vittorie, i Chargers dovevano fare solo qualche acquisto mirato, e così hanno fatto, soprattutto in difesa, andando a rinforzare ulteriormente un reparto già fortissimo. Sono arrivati Thomas, Adderley, James e, soprattutto, Tillery, prima scelta al draft, strabordante defensive end da Notre Dame. In attacco la regia è sempre affidata a Philip River che, a 37 anni, sembra ancora integro e motivato a sufficienza per guidare la squadra in un’altra corsa playoff. Che poi nella post season abbia collezionato soprattutto sconfitte è tutto un altro discorso. Il reparto è molto completo e competitivo, ma una parte del suo rendimento è inevitabilmente appeso alla presenza o meno di Melvin Gordon, il miglior running back del roster, attualmente in sciopero per una disputa contrattuale con la società. La sua presenza rende l’attacco, e il passing game di Rivers, molto più imprevedibile per le difese avversarie, per questo motivo è fondamentale, per le ambizioni dei Chargers, che Gordon sia in campo. Con lui, L.A. è da playoff, anche in una division dominata dai Chiefs. Senza di lui, deve guardarsi le spalle.

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Gianluca Puzzo

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