Squalificati per 8 anni da tutte le attività legate al calcio.
Mica male per il padre-padrone del calcio mondiale e per il presidente dell’UEFA nonché suo ex-papabile successore alla guida della FIFA, no?
Ma tant’è, questa è stata la sentenza del Comitato Etico della FIFA stessa, sentenza che chiude nel peggiore dei modi la carriera del quasi ottantenne Blatter e, al tempo stesso, mette una pietra tombale sulle ambizioni di grandeur del sessantenne francese, che sembrava pronto a ereditarne poltrona e potere.
Una brutta storia, un epilogo che, visto da fuori, sa di duello finale all’OK Corral, in cui il morente capo dei bandoleros, prima di esalare l’ultimo respiro, riesce a impallinare il suo bounty killer, per togliersi almeno la soddisfazione di non fargli godere i soldi della taglia. Blatter aveva già annunciato che non si sarebbe ricandidato alla presidenza FIFA (peccato, un giovane così energico e di moderne vedute…), ma prospettava per sé un’uscita in pompa magna, magari con una presidenza onoraria “fin che morte non li separi”, e fin lì aveva speso parole di miele per il suo erede designato, Michel Platini. Il quale, pur con qualche minimo distinguo, era stato ben attento a non irritare più del dovuto il vecchio patriarca del pallone, conscio della quantità di voti che costui avrebbe ancora potuto muovere a favore o contro di lui.
Tutto è cambiato quando Blatter è stato investito dalle prime accuse di corruzione. Lì è scattato qualcosa, in quella fase ha capito che non solo il suo addio non avrebbe avuto nulla di magno, ma che avrebbe anche finito con l’essere il capro espiatorio di tutte le malefatte del calcio mondiale. E allora ha riaperto i suoi capienti armadi, arricchiti da decenni di vita nella FIFA, prendendone uno scheletro fino ad allora ben custodito: un pagamento di quasi due milioni di euro fatto da lui a Platini per una non meglio specificata consulenza fatta dal francese alla FIFA tra il ’98 e il 2002. Consulenza di cui non esiste alcun contratto, alcuna motivazione, siglata addirittura con un semplice accordo verbale.
Siglata su un accordo verbale?!?! (qui immaginatevi Maurizio Crozza, con gli occhi sgranati) Belìn, ci fanno firmare cento pezzi di carta per uno schifo di lavoro sottopagato da 500 euro al mese e Blatter concludeva “verbalmente” una consulenza da 2 milioni di euro?! E quell’altro, cosa ancora più risibile, la accettava!! Insomma, non bisogna essere Nero Wolfe per capire che in questa storica polpetta avvelenata c’è, sì, un cuoco vendicativo, ma c’è, nel migliore dei casi, anche un cliente fesso. O, com’è scritto nella sentenza, “che ha mostrato totale inconsapevolezza dell’importanza dei suoi doveri, obblighi e responsabilità”.
Ora entrambi gridano al complotto, non si sa ancora se della sinistra, dei giudici, dei sindacati o dei giornalisti. Ma al di là delle dichiarazioni di facciata, sembra solo uno squallido regolamento di conti tra due galli nello stesso (ricco) pollaio.