Se sarà stata cruciale com’è spesso accaduto in passato lo sapremo solo mercoledì notte, dopo gara 6, ma certo è che i Boston Red Sox hanno messo una bella mano sulle World Series, andando a vincere due gare su tre in casa dei rivali e guadagnandosi due match ball davanti al proprio pubblico. St. Louis non è ancora morta (anche perché in gara 6 avrà Wacha sul mound) ma ora è lei ad essere costretta a compiere la stessa impresa, andando a vincere le partite 6 e 7 a Boston.
Gara 5 è stata una partita veloce, sotto le tre ore di gioco, vissuta sul duello a distanza tra due fortissimi lanciatori partenti (Wainwright dei Cardinals chiuderà con 10 k, Lester con 7), su due difese che per una serata non hanno commesso sciocchezze e sull’ormai assodato stato di grazia di David Ortiz, candidato pressoché unico al premio di MVP delle finali. Ortiz fa la voce grossa già al primo attacco: con Pedroia in seconda e un out, “Big Papi” spara un altro doppio, che manda il compagno a punto e Boston subito avanti 1-0.
Qui, però, mi pare indispensabile aprire una breve parentesi tattica: non ho capito perché St. Louis non abbia neppure preso in considerazione il cosiddetto “Barry Bonds treatment” riguardo a Ortiz. Barry Bonds, per chi non lo sapesse, è il detentore del record all-time di fuoricampo e, nei momenti d’oro della sua carriera, gli avversari gli concedevano quasi sistematicamente la base su ball intenzionale per non rischiare guai peggiori. Tornando a gara 5, perché non concedere la base intenzionale a Ortiz (un giocatore che in queste World Series sta battendo valido 3 volte su 4!) in quel primo inning? La prima base era libera e la difesa di St. Louis si sarebbe anche ritrovata la situazione ideale per il doppio gioco che avrebbe chiuso l’attacco di Boston, e con Gomes in battuta al posto di Ortiz. Invece è stata punita, ancora una volta, la troppa confidenza data dai Cardinals al campionissimo di Boston.
I Cardinals si sono svegliati nel terzo inning, quando Freese in seconda (dopo una gran difesa di Lester sul bunt di Kozma) è stato vanificato dallo strikeout chiamato per errore a Carpenter, che si è giustamente arrabbiato con l’arbitro; con conto pieno, era una base su ball grossa così e due corridori sulle basi, ma tant’è. Nel quarto, invece, i Cardinals hanno agguantato sul serio i rivali, grazie al fuoricampo di Holliday (il secondo in queste World Series): 1-1 e tutto ancora da giocare.
La svolta della partita è arrivata nel settimo inning, al primo vero calo di Wainwright, che prima concede un singolo a Bogaerts e poi una base ball (l’unica di tutto il match) a Drew. Nel box si presenta Ross, il catcher che ha preso il posto di Saltalamacchia dopo il pasticcio di gara 3, e piazza un doppio che spinge a casa Bogaerts per il 2-1 Boston. Ma non è finita perché subito dopo Ellsbury porta a punto anche Drew, per il 3-1 che resterà fino alla fine, tenuto ben al sicuro da Lester (in campo per 8 inning e 2/3) e dalla salvezza di Uehara, 2 k su 4 battitori affrontati.
Oggi si riposa e si viaggia, in attesa dell’atto finale della stagione, mercoledì e (eventualmente) giovedì sera. Io dico sempre che si finisce a gara 7…
Le grandi imprese sono sempre possibili. Oracle insegna. Aspettiamo.