Il commento su Mick Schumacher dopo la primissima parte di campionato, alle prese con la nuova realtà di Formula 1 e, come preventivato, una monoposto meno competitiva dell’anno passato ma paradossalmente utile per fare esperienza senza troppe pressioni.

Che sarebbe andata così era pronosticabile all’inizio del campionato.
Per Mick Schumacher il livello dell’attuale Haas non rappresenta il massimo per esprimere le proprie capacità, considerato il dichiarato obiettivo del team di puntare al 2022 quando il nuovo regolamento, inizialmente pensato per l’attuale stagione poi posticipato di un anno per i fatti della pandemia, porterà in pista monoposto completamente diverse dalle attuali, occasione importante per ripartire tutti da un foglio bianco e provare a risalire nella gerarchia dei costruttori.
Quindi un rischio ragionato alla base anche di scelte economiche, in una situazione di partenza che ha visto la Haas nello scorso campionato essere la penultima macchina in griglia, quest’anno (al momento) superata anche dalla Williams che ha speso i cosiddetti “gettoni” concessi dal regolamento, vale a dire la possibilità di lavorare in alcune specifiche aree rispetto alla macchina della passata stagione, grazie anche al passaggio aziendale dalla storica conduzione di carattere familiare a nuovi capitali.
Per questo motivo tornando a Schumacher, sarà quasi impossibile vederlo battagliare in zona punti, troppo complicata quanto estrema l’attuale Formula 1 per assistere a storie romantiche, tranne che non si verifichino gare estreme come nel caso della pioggia, ma non mancano gli spunti per commentare questa prima parte di campionato da esordiente in F1.
Ad oggi la valutazione non può che essere positiva, considerato il confronto interno col compagno di squadra Mazepin, a Portimao distante un minuto, inoltre
sempre sul circuito portoghese è arrivata la soddisfazione di superare la Williams di Latifi, dicevamo più performante rispetto alla sua Haas cui non è bastato l’incremento di cavalli alla power-unit Ferrari rispetto al 2020, poi ancora davanti alla stessa Williams nelle recenti qualifiche del Gran Premio di Spagna.
Un primo anno di apprendistato pianificato, che paradossalmente potrebbe rivelarsi utile per il campione di F2 in carica, ponendo innanzitutto l’obiettivo di portare la macchina al traguardo, vincere il confronto col compagno di squadra e quanto possibile, alzare l’asticella nel duellare con una monoposto vicina seppur nelle retrovie.
Basta guardare le ultime prestazioni involute di un altro rookie, ovvero Tsunoda che dopo un avvio di grandi aspettative sta accusando difficoltà con l’Alpha Tauri, team abituato alla zona punti, accusando la pressione sfociata in alcune dichiarazioni probabilmente fuori luogo per un esordiente.
Per il giovane tedesco un solo errore, il testa-coda in cui ha danneggiato l’ala anteriore (poi ripartendo) sulle barriere di Imola nell’incerto asfalto nel tentativo di tenere in temperatura le gomme dietro la safety-car, ampiamente scusato per la scarsa esperienza e da quanto accaduto analogamente l’anno scorso al più esperto Russell sullo stesso circuito, quando occupava la decima posizione.
Un percorso che ripercorre quello di Alonso in Minardi nel 2001 o Ricciardo con la H.R.T. nel 2011.
Calma e pazienza, zero pressioni che verranno sicuramente più avanti, il tempo ma soprattutto un mezzo migliore diranno dove può arrivare Mick.

