Rilanciamo l’articolo di Gianluca Puzzo pubblicato sul numero 2 di RG24 magazine.
Una volta la fu-Coppa dei Campioni era celebre per le “grandi orecchie”, ora la Champions League potrebbe essere tranquillamente definita “la coppa tutta d’oro”. Come potremmo altrimenti definire una competizione che spartisce nelle casse delle sue 32 partecipanti la bellezza di 904 milioni di euro? Dai 57,4 milioni incassati dal Real Madrid, grazie alla sua celebre “decima”, giù giù fino ai 12,2 dell’Anderlecht, nessuno esce a mani vuote dalla Champions League: ci sono bonus di partecipazione, bonus di performance (1 milione per ogni partita vinta, 500 mila per ogni pareggio), premi ad ogni passaggio di turno (fin dai gironi preliminari estivi) e, soprattutto, il contributo per il market pool, una sorta di coefficiente calcolato per metà sulla base del piazzamento nazionale dell’anno precedente e per metà sul numero di partite disputate in Champions dalle altre squadre della medesima nazione. I 57 milioni di euro e spicci del Real di cui sopra sono stati raggiunti sommando gli 8,6 di bonus di partecipazione, i 10,5 per la vittoria finale, i 28 per le vittorie e pareggi e i 20,5 di market pool. L’altra finalista della scorsa stagione, l’Atletico Madrid, ne ha incassati 50 ma, curiosamente, la seconda classificata nel “revenue ranking” è il Paris St. Germain, che pur uscendo nei quarti di finale ha portato a casa quasi 55 milioni di euro, di cui 34 provenienti solo dal market pool. La cassa del market pool, il vero “forziere” della Champions, è in mano all’UEFA, che la rimpingua anno per anno con gli introiti di diritti tv e sponsorizzazioni e la suddivide tra i club, utilizzandola anche per finanziare parte dei premi dell’Europa League. Quest’ultima, quasi superfluo dirlo, è la parente povera della Champions, sia tecnicamente che economicamente: basti pensare che il montepremi totale è di “soli” 209 milioni di euro, con il Siviglia che, vincendo la scorsa edizione, è riuscito a portarsene a casa meno di 15, un premio ben misero (quasi un quarto) se paragonato a quello del Real. Certo, tutto questo giro di soldi porta con sé una riflessione: ma se ogni stagione il grosso del bottino va nelle tasche di chi è già forte, come sarà possibile per le altre colmare un gap (economico e quindi tecnico) via via sempre maggiore? La risposta dovrebbe, e sottolineiamo “dovrebbe”, essere nel fair play economico dell’UEFA ma questa, come si dice, è tutta un’altra storia.
Interessante. Non conoscevo in dettaglio questo giro di soldi. Grazie.