Tra le novità del Mondiale, una di queste è col botto; Bernie Ecclestone (86 anni) dopo oltre 40 anni, non sarà più il boss della Formula 1.
La Liberty Media infatti, dopo aver perfezionato l’acquisto dei diritti del grand circus (operazione da circa 8 miliardi di dollari) ha dato il benservito ad Ecclestone, consentendogli la carica di presidente onorario che però nel concreto, nulla a che vedere con i pieni poteri esercitati fino all’altro ieri.
Il baffone americano Chase Carey sarà il nuovo presidente ma nell’organigramma, tra le figure di spicco, figura quella di Ross Brawn, che si occuperà dei rapporti tecnico-sportivi proprio tra Liberty Media e i team di Formula 1.
Proprio il nome di Brawn, ingegnere britannico artefice di tanti successi in Formula 1 negli ultimi anni, sia in Benetton e Ferrari (al seguito di Schumacher) che nell’omonima scuderia Brawn nel 2009, potrebbe rappresentare la svolta che gli appassionati chiedono.
Una persona di grande genio nell’interpretazione dei regolamenti può fare sicuramente del bene all’automobilismo, al fine di consentire più equilibrio tra i top team e quelli di seconda fascia, magari con una migliore distribuzione dei premi economici che rappresenta uno degli argomenti più caldi a breve termine.
Ecclestone passerà alla storia come il più grande businessman della Formula 1, campionato che in questi decenni di gestione ha visto trasformare i propri weekend di gara da appuntamenti seguiti da migliaia di appassionati ad eventi glamour.
Egli è stato il fondatore nel 1981 della FOCA (Formula One Management Limited), approcciandosi per la prima volta alle questioni organizzative strettamente legate ai media e ai relativi diritti televisivi.
In questi anni, i passi avanti nella sicurezza sono stati enormi ed inoltre, abbiamo scoperto altri circuiti oltre all’avveniristica possibilità di vedere le gare sotto la luce dei riflettori artificiali in territori che prima leggevamo solo sull’atlante (o su Wikipedia fate voi), purtroppo anche a discapito spesso di circuiti storici non aventi più le garanzie economiche di un tempo.
Purtroppo, a proposito di costi irreali, come non ricordare in questi anni i molti team nati sotto i buoni auspici ma, purtroppo, costretti a chiudere per problemi economici, sui quali ha inciso anche una discutibile distribuzione dei premi economici, basati sui piazzamenti e sulla storia del team.
Tra questi in ultimo, la Manor (leggi relativo post) ha dovuto alzare bandiera bianca, con la beffarda verità della monoposto 2017 già progettata e realizzata in modello su scala per le prove aerodinamiche. Probabilmente sarebbe serviti pochi finanziamenti in più rispetto a quelli che, in gran fetta, vengono spartiti tra i top team.
Spesso il denaro è sinonimo di qualità ma anche di un’eccessiva esclusività e così, guardando in casa nostra, pensiamo a tutti quei telespettatori costretti ad abbonarsi alle tv a pagamento per poter guardare l’intero campionato.
Buon lavoro Ross.