E gli stadi diventarono ospedali

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Con lo stop di tutte le manifestazioni sportive, molte strutture sono state riconvertite per la lotta contro la pandemia.

Il Principality Stadium, tempio del rugby gallese

Speranza e futuro, possono essere i termini cui fare riferimento in questo drammatico periodo, non a caso il titolo scelto suona come parte del racconto da tramandare alle generazioni future, per un’emergenza senza precedenti dalla fine dell’ultimo conflitto bellico. Lo sport mondiale è alla ricerca di soluzioni circa l’ipotetica prosecuzione (se, dove, quando?) delle rispettive manifestazioni, allo scopo di venire incontro alle esigenze di società, atleti, sponsor e diritti tv. Per riprendere servirà la perfetta sicurezza perché nessun evento vale una vita umana, e su questa base è evidente come i numeri della pandemia non consentano ancora la possibilità di fare previsioni. Alla lista delle manifestazioni internazionali cancellate si è aggiunto il torneo di Wimbledon, il più datato evento di tennis, che in precedenza si era fermato solamente in occasione delle due guerre mondiali. Così, nell’emergenza, molte strutture che normalmente ospitavano manifestazioni sportive, sono state riconvertite in ospedali, allo scopo di contrastare l’ondata della pandemia e scaricare dagli ospedali almeno una parte del peso dei ricoveri, soprattutto quelli in condizioni meno gravi o in via di guarigione. Il London ExCel Centre che avrebbe dovuto ospitare l’ultimo appuntamento del campionato

di Formula E adesso è un ospedale, idem il Principality Stadium di Cardiff, famoso per ospitare la nazionale gallese di rugby, la cui copertura mobile consente di proteggere malati e personale dalle bizze del clima primaverile. Il Signal Iduna Park, stadio di Dortmund caro a noi italiani per la semifinale dei mondiali 2006 vinta in casa dei tedeschi, è a disposizione per il trattamento dei pazienti, lavori in corso anche al Santiago Bernabeu di Madrid per aiutare la fornitura di materiale sanitario, l’Ahoy Hall di Rotterdam sarà dotato di centinaia posti letto. Anche nel continente americano si sta facendo di necessità virtù, così lo straordinario USTA Billie Jean King National Tennis Center di Flashing Meadows, impianto tennistico famoso per ospitare gli US Open, è utilizzato per ospitare letti d’ospedale e per la preparazione di pasti; in Brasile sono diventate strutture sanitarie gli stadi Pacambeu di San Paolo (vicino ad altri ospedali della metropoli) ed il leggendario Maracanà. Altri esempi di questo tipo sono riscontrabili in giro per il mondo, è il caso del Sarusajai Stadium (India), il Sani Abacha Stadium (Nigeria), il West Rugby Stadium (Sudafrica), lo stadio Centenario di Montevideo, il Pionir di Belgrado (casa della pallacanestro serba). Immagini destinate a rimanere impresse.

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Andrea La Rosa

2 commenti

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  • Leggendo le informazioni, per qualche tempo dovremo convivere col virus attuando delle misure che influiranno il nostro vivere quotidiano, con la speranza che l’emergenza possa finire tramite la diffusione di un vaccino.
    Servirà tempo per comprendere l’entità di questi difficili giorni.
    Grazie del commento e della partecipazione.

  • Argomento appropriato e opportuno. In futuro (già presente?) molte cose non saranno più come prima. La speranza è che si cambi in meglio. Complimenti.

Andrea La Rosa

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