Gara strana quella di Singapore, decisa dalla strategia dei team. Ma intanto è festa per la terza vittoria/pole consecutiva della Ferrari, dentro la prima doppietta in un campionato che finalmente diverte.

Un passo in avanti sorprendente.
La Ferrari per individuare i punti critici della monoposto e recuperare il gap nell’inserimento ed uscita dalle curve lente (a Singapore sono ben 23) ha lavorato incessantemente, presentando un pacchetto aerodinamico che ha visto novità nella zona del muso, del fondo e all’estrattore posteriore. Le prove del venerdì, sembravano porre come obiettivo la seconda fila ma nella PL3 del sabato mattina, le cose sono cambiate, anteprima della quinta pole in stagione di Leclerc, la terza consecutiva che gli permette di superare le quattro di Hamilton e Bottas, con una valenza quasi maggiore rispetto alle due precedenti di Spa e Monza, perché ottenuta con una guida al limite lungo una pista tortuosa di quella tipologia che in questo campionato ha sempre dato problemi alla Ferrari. Nella gestione piloti, se il giovane monegasco sta guadagnando fiducia, prendendosi il rischio e la responsabilità dei propri mezzi, il successo di Vettel è tremendamente importante, perché al tedesco mancava da oltre un anno, dentro una stagione difficile in tutti i sensi al confronto di una Mercedes diventata normale nonostante le caratteristiche del circuito a suo favore.
Ma com’è nata la vittoria di Vettel? È stato il primo ad effettuare la sosta per tentare l’under-cut come unico tentativo per superare Hamilton e difendersi dall’eventuale analoga strategia di Verstappen che stava alle spalle. Con un giro di rientro super, ed il degrado delle gomme degli altri si è ritrovato davanti Leclerc, conducendo poi una gara di nervi e sostanza. Inevitabile la delusione di Leclerc, ma prendere dei rischi nell’eventuale duello in un circuito tortuoso come Singapore sarebbe stato folle; prima viene la squadra, soprattutto in questo campionato, per l’importanza di giocare a due punte, guadagnare stima, fiducia, competitività e soprattutto rispetto degli avversari. Siamo di fronte ad un’altra Ferrari, ma purtroppo il campionato è iniziato a Melbourne nel mese di marzo, dove i risultati negativi della prima parte sono stati accentuati anche dalle mancate vittorie del Bahrein (Leclerc) e quella contestata di Montreal (Vettel). Strana la sensazione di non vedere il griglio Mercedes sul podio, ma alle Frecce d’Argento rimane il compito di gestire un ampio vantaggio. Quali obiettivi da qui al termine? Il pensiero di guardare la classifica è stato cestinato già classifica dalle prime gare, ma dopo tre vittorie consecutive, bisogna fare il meglio possibile, provando a classificare un pilota al secondo posto, crescere,
Vettel è stato bravissimo nel suo giro di uscita.
Mattia Binotto, team principal Ferrari
scomporre le sicurezze dei rivali e porre le basi per il 2020. Ci si aspettava qualcosa in più anche della RedBull, ma questa Ferrari ha sorpreso proprio tutti. Piccola soddisfazione comunque per Verstappen, che torna sul podio dopo due gare, mentre si rimane in attesa che Albon compia lo step per competere col compagno di squadra. La lotta per il quarto posto tra i costruttori, vede avvantaggiarsi la McLaren col settimo posto di Norris, nonostante la complicata gara di Sainz (12°) a contatto col rivale della Renault Hulkenberg (9°) nelle fasi iniziali. Per il team francese, la prestazione di Ricciardo è stata condizionata dalla penalità (ultima posizione in griglia) dopo la squalifica inflittagli dai commissari perché nella Q1, l’MGU-K (generatore in frenata della power-unit) ha superato il limite consentito dei 120 kW. Confermata la sesta posizione della Toro Rosso (8°Gasly), che prende qualche punto di vantaggio sulla Racing Point fuori dalla zona punti, e sull’Alfa
Romeo a punti con Giovinazzi (10°) per la seconda volta consecutiva in top-ten, oltre alla soddisfazione di aver condotto la gara (anche in virtù di una concomitanza di situazioni) dieci anno dopo l’ultima volta per un italiano. In casa Haas è arrivata un po’ a sorpresa la conferma per la prossima stagione di entrambi i piloti, preferendo la continuità nonostante una stagione complicata. Dopo le difficoltà delle qualifiche (entrambi piloti fuori in Q1), c’è rammarico per Grosjean che ha concluso undicesimo. Alla Williams, fari puntati sulla conferenza stampa del giovedì dove Robert Kubica ha comunicato il suo addio al termine della stagione. Al pilota polacco (16° al traguardo) va fatto un grande applauso, per la determinazione che ha dimostrato al rientro dopo tanti anni nonostante i noti problemi al braccio sinistro. Non c’è tempo per rilassarsi, prossimo appuntamento già domenica prossima a Sochi per il Gran Premio della Russia.


Piloti
- Hamilton (Mercedes)_296 pt
- Bottas (Mercedes)_231 pt
- Leclerc (Ferrari)_200 pt
- Verstappen (Red Bull)_200
- Vettel (Ferrari)_194 pt
- Gasly* (Toro Rosso / Red Bull)_69 pt
- Sainz (McLaren)_58 pt
- Albon** (Red Bull / Toro Rosso)_42 pt
- Ricciardo (Renault)_34 pt
- Kvyat (Toro Rosso)_33 pt
- Hulkenberg (Renault)_33 pt
- Norris (McLaren)_31 pt
- Raikkonen (Alfa Romeo)_31
- Perez (Racing Point)_27 pt
- Stroll (Racing Point)_19 pt
- Magnussen (Haas)_18 pt
- Grosjean (Haas)_8 pt
- Giovinazzi (Alfa Romeo)_4 pt
- Kubica (Williams)_1 pt
- Russell (Williams)_0 pt
* (12 gp_63pt in RedBull)
** (12 gp_16pt in Toro Rosso)
Costruttori
- Mercedes_527 pt
- Ferrari_394 pt
- RedBull_289 pt
- Mclaren_89 pt
- Renault_67 pt
- Toro Rosso_55 pt
- Racing Point_46 pt
- Alfa Romeo_35 pt
- Haas_26 pt
- Williams_1 pt