Si conclude il campionato disputato nonostante i problemi dovuti alla pandemia. Il commento finale dopo aver seguito le vicende per tutto l’anno, arrivederci al 2021.

E’ stata una stagione lunghissima, piena di insidie e conclusa senza che fosse scontato.
Dopo la presentazione delle monoposto, nei test invernali il primo campanello d’allarme era giunto per la posticipazione del Gp di Cina.
Successivamente la partenza verso Melbourne e lo stop a poche ore dalle prove libere del venerdì mattina per i primi casi di positività, e l’assoluta mancanza di protocolli in materia sanitaria davanti allo tsunami della pandemia.
Da qui lo stop forzato, con alcuni dei protagonisti impegnati in gare virtuali per non “raffreddare” il pubblico durante la lunga pausa, anche allo scopo di trasmettere un minimo (o presunta) normalità nelle difficile settimane di lockdown.
Nel frattempo tanti posticipi (senza una precisa data) e la progressiva cancellazione di eventi come mai accaduto nella storia, tra tutti Montecarlo ma non si è corso in Australia, Cina, Olanda, Azerbaijan, Canada, Francia, Singapore, Giappone, Stati Uniti, Messico, Brasile e Vietnam.
La “ri”partenza a luglio da Spielberg e l’inedito scenario di gareggiare per due volte in uno stesso circuito per evitare spostamenti laddove i contagi sono fuori controllo e garantire alla competizione, un numero congruo di eventi, nel calendario aggiornato solo progressivamente a campionato in corso, con delle new-entry e rientri a dir poco inaspettati.
Gli amanti delle statistiche segneranno le denominazioni dei Gp di Stiria, 70° Anniversario, Toscana Ferrari 1000, Eifel, Emilia Romagna, Sakhir.
Ma nelle scorse settimane la F1 ha affrontato il terrore dell’incidente di Grosjean, che fortunatamente non è andato oltre lo spavento.
Nel corso del campionato non sono mancati i casi di positività al Covid-19 capitati a Perez, Stroll ed Hamilton, presentando nuove opportunità per Hulkenberg (in Racing Point) e Russell promosso nella penultima gara dalla Williams alla Mercedes.
Le Frecce d’Argento hanno dominato la scena ancor più degli ultimi anni, la W11 è stata una monoposto esageratamente più forte con Hamilton capace di eguagliare i sette titoli mondiale vinti da Michael Schumacher, record che fino a qualche anno addietro sembrava inarrivabile. Giù il cappello.
Nel confronto interno troppo timido Bottas, mentre nella penultima gara è stata interessante l’opportunità concessa a Russell che ha dimostrato di potersela giocare con voglia e la giusta cattiveria.
Ad animare per quanto possibile la scena, ci ha pensato Verstappen pronto a cogliere la vittoria nel Gran Premio del 70° Anniversario e nell’ultimo ad Abu Dhabi, quasi sempre sul podio al netto dei ritiri al contrario di Albon che ha altalenato le prestazioni.
Per la RedBull il secondo posto tra i costruttori che mancava dal 2016 è un risultato positivo, ma non c’è tempo da perdere nel trovare una soluzione all’addio della Honda previsto a fine 2021.
E’ stata interessante la lotta al terzo posto con tre team vicini per buona parte del campionato, posizione che oltre al valore sportivo stabilisce
migliori premi economici, unica consolazione per i team indietro nella classifica finale dei costruttori è il balance of performance, ovvero un maggiore numero di ore disponibili in galleria del vento inversamente proporzionali alla posizione del team nel campionato precedente.
In questo gruppetto nell’ultimo Gran Premio ha prevalso la McLaren, che dopo stagioni difficili è tornata in posizioni di alta classifica, contro la Racing Point, trascinata da Sergio Perez appiedato nella prossima stagione nel momento migliore della sua carriera.
Il messicano ha risposto con grande professionalità, a volte sfortunato, ma capace di vincere la prima gara in carriera nel Gp di Sakhir, quarto nella classifica piloti nonostante l’assenza causa Covid.
Dietro è arrivata la Renault che dopo un inizio in salita, conclude positivamente il campionato tornando sul podio in tre occasioni, nell’attesa del ritorno di Fernando Alonso sceso in pista ad Abu Dhabi con un esibizione a bordo della monoposto con cui nel 2005 vinse il campionato.
Per la Ferrari è stata una delle stagioni più difficili della storia, pesante da digerire, dove nella complessità delle attuali monoposto quando non c’era più tempo per intervenire, hanno probabilmente contribuito in negativo i chiarimenti alle direttive regolamentari della power-unit e tutte le componenti pensate per quei cavalli ma non solo.
I risultati hanno indubbiamente gettato nello sconforto i tifosi che, considerato il regolamento pressochè identico nella prossima stagione, proveranno a vedere comunque il bicchiere mezzo pieno in direzione 2022, campionato che a questo punto sembra essere il vero obiettivo degli uomini in rosso. Al momento non resta che prendere di petto la situazione con Leclerc autore di una stagione sopra la media anche se irruento (nervosismo per il mezzo a dispozione?) in qualche occasione, deludente il risultato finale di Vettel, bello il suo saluto finale nell’ultimo team radio.
Per l’Alpha Tauri verrebbe da dire chi va piano va sano e lontano, costantemente in top-ten anche se il miglior numero di punti (considerando anche le stagioni di Toro Rosso) nonostante un minor numero di gare, collocano il team un gradino sotto la passata stagione.
Un campionato che ha visto entrambi i piloti fortemente motivati (meglio Gasly) ad una possibile promozione in RedBull, fattore importante nel tenere sempre alta la concentrazione verso l’obiettivo in ciascuna gara.
Solo applausi, è merito loro se nel 2020 abbiamo ascoltato sul podio l’inno italiano, tra l’altro a Monza.
Un altro terzetto è stato quello dei team nella parte bassa della classifica costruttori, poche volte in zona punti oppure a ridosso con qualche rimpianto, con un risultato finale che anche qui, secondo la posizione determina migliori o peggiori premi economici.
In testa a questo gruppetto conclude davanti l’Alfa Romeo con Raikkonen e Giovinazzi che vedremo anche nella prossima stagione, al contrario l’Haas
saluta entrambi i piloti di cui ed infine la Williams, senza punti ma non più cenerentola della griglia.


Classifica Piloti
1.Hamilton (Mercedes) 347pt****
2.Bottas (Mercedes) 223pt
3.Verstappen (RedBull) 214pt
4.Perez (Racing Point) 125pt**
5.Ricciardo (Renault) 119pt
6.Sainz (McLaren) 105pt
7.Albon (RedBull) 105pt
8.Leclerc (Ferrari) 98pt
9.Norris (McLaren) 97pt
10.Stroll (Racing Point) 75pt*
11.Gasly (Alpha Tauri) 75pt
12.Ocon (Renault) 62pt
13.Vettel (Ferrari) 33pt
14.Kvyat (Alpha Tauri) 32pt
15.Hulkenberg (R. Point) 10pt***
16.Raikkonen (Alfa Romeo) 4pt
17.Giovinazzi (Alfa Romeo) 4pt
18.Russell (Williams/Mercedes) 3pt
19.Grosjean (Haas) 2pt****
20.Magnussen (Haas) 1pt
21.Latifi (Williams) 0pt
22.Aitken (Williams) 0pt*****
23.Fittipaldi (Haas) 0pt*****
N.B. = Gli asterischi indicati sul punteggio fanno riferimento alle GARE DISPUTATE (assenze, sostituzioni) per positività Covid.
* 16
** 15
*** 3
**** 15
***** 1
****** 1Gp con Mercedes 3pt – 16 Gp con Williams
Classifica Costruttori
1. Mercedes 573pt
2. RedBull 319pt
3. McLaren 202pt
4. Racing Point 195pt*
5. Renault 181pt
6. Ferrari 131pt
7. Alpha Tauri 107pt
8. Alfa Romeo 8pt
9. Haas 3pt
10.Williams 0pt
* 15pt di penalità