La RedBull è la quarta squadra a presentare la monoposto 2021; per la prima nella sua recente storia, la scuderia cambia la propria filosofia schierando un pilota non proveniente della sua academy.

In Formula 1 dal 2005, 303 gare disputate, 64 vittorie, quattro campionati piloti e costruttori (dal 2010 al 2013).
Piloti:
– Max Verstappen (olandese, 23 anni, 119 Gp disputati, 10 vittorie, 42 podi, 3 pole position);
– Sergio Perez (messicano, 31 anni, 193 Gp disputati, 1 vittorie, 56 podi).
L’augurio per la Red Bull, non solo dei suoi tifosi ma di tutti gli appassionati della Formula 1, è che possa disturbare la Mercedes rendendo più interessanti e in discussione gli esiti dei Gran Premi. Verstappen al momento ha solo le potenzialità di ambire al titolo, ma potrebbe essere pronto per cattiveria e talento a disturbare le Frecce d’Argento; basta guardare il rapporto tra età e risultati conseguiti, a testimonianza dell’enorme talento del pilota olandese.
Ma c’è una novità, l’ingaggio di Sergio Perez appiedato dalla Racing Point (oggi Aston Martin) nonostante nel 2020 abbia disputato la migliore stagione in carriera, stravolge la filosofia di casa Red Bull che in tempi recenti aveva sempre privilegiato un giovane pilota della propria Academy dopo un periodo di apprendistato in Alpha Tauri (prima Toro Rosso).
Per il messicano è una sfida enorme quella di confrontarsi con Verstappen, pilota che fin qui ha stravinto i duelli con i compagni di squadra, se poi la monoposto fosse vicina al vertice, sarebbe tutto ancora più interessante.
Perez rappresenta comunque un passo avanti per la RedBull rispetto al recente passato, in grado adesso di poter disporre di una seconda punta per contribuire alla classifica costruttori, sulla carta meglio rispetto agli ultimi colleghi.
Sempre per lo stesso pilota è sicuramente l’apice della carriera, che inizialmente sembrava bruciatasi dopo l’esperienza in McLaren nel 2013, poi ripresosi e maturato negli anni in Force India e Racing Point.
Come già anticipato nella presentazione dell’Alpha Tauri, è completamente nuovo il motore Honda il cui utilizzo era inizialmente previsto nel 2022 poi anticipato a seguito dell’addio a fin campionato della casa giapponese, decisa a chiudere positivamente l’esperienza che mostra
tutto l’orgoglio e dedizione nonostante le difficoltà tra i blocchi dovuti per la pandemia e ritardi delle forniture.
A proposito di motorizzazione, poiché in Formula 1 il futuro è sempre più importante del presente, occorre ricordare il recente un accordo tra le parti che consentirà alla RedBull di costruire dal prossimo campionato la propria power-unit sfruttando la tecnologia e le proprietà intellettuali della Honda, così da lavorare a pieno ritmo con una precisa programmazione alla monoposto del prossimo anno.
Una simbiosi che apre a diversi argomenti, tra questi l’evidenza di quanto sia complicato a qualsiasi costruttore di power-unit approdare in Formula 1, investimento che ad oggi comporterebbe prezioso tempo di sperimentazione prima di arrivare ad un determinato livello performante, come d’altronde successo alla Honda entrata/tornata come fornitore di propulsori ibridi un anno dopo l’avvento degli stessi, alle prese con enormi difficoltà iniziale nell’esperienza in McLaren la quale inizialmente, probabilmente con eccessivo entusiasmo un make history, purtroppo alla rovescia.
La RB16B dal nome di battesimo, lascia intendere un’evoluzione della precedente vettura: basterà per disturbare la Mercedes?
Da un primo sguardo non sembra discostarsi troppo dalla vettura della passata stagione, quasi o niente di rivoluzionario, lavorando sui concetti già sviluppati nel 2020, lasciando intendere la fiducia che la RB16 non abbia espresso tutto il potenziale, appare più stretto il muso, così come nuovo è il disegno dei barge board, riviste le sospensioni anteriori e posteriori, lavoro alle alle prese d’aria dei freni.
È facile prevedere come altre novità saranno riscontrate quando la monoposto reale (vista la presentazione tramite render) scenderà in pista, difficile che un team decida di scoprire la proprie carte all’alba di un nuovo campionato.
Per ambire al vertice si dovrà tenere conto di un dettaglio non indifferente, essere veloce fin da subito, sia per i limiti di spesa che per il parallelo lavoro alla prossima vettura del 2022 che inevitabilmente ad un certo punto del campionato, comporterà lo stop allo sviluppo.

