Ultima parte di campionato col trittico di gare nel continente americano prima del gran finale di Abu Dhabi. Nella consueta anteprima, gli argomenti dell’imminente Gran Premio degli Stati Uniti inevitabilmente focalizzati sulla questione budget cap.

Il Gran Premio degli Stati Uniti rappresenta una costante nel calendario di Formula 1, seppur disputato in sedi differenti.
Si cominciò nel 1958 a Riverside, l’anno successivo a Sebring poi si tornò a Rivserside, dal 1961 al 1980 fu il turno di Watkins Glen, pausa dal 1981 al 1988 e rientro nel successivo triennio sul circuito cittadino di Phoenix, ancora stop dal 1992 al 1999 fino alla sede di Indianapolis adattata con una configurazione per le monoposto di F1 dove si è corso dal 2000 al 2007.
Ancora una breve pausa fino al 2012, col circuito di Austin diventato sede della gara ad eccezione del 2020 quando per gli effetti della pandemia, si rinunciò al weekend di corsa.
Importanti e radicali lavori sono stati svolti durante lo scorso inverno, con la totale riasfaltatura dopo le critiche che erano giunte soprattutto in occasione del weekend di MotoGp quando furono lamente scarse condizioni di sicurezza; la sede texana dopo l’accordo raggiunto nello scorso febbraio, sarà in calendario fino al 2026.
Nell’albo d’oro dei vincitori guida Hamilton con sei vittorie, per un record destinato a rimanere visto che scorrendo la graduatoria, non ci sono piloti in attività ma Schumacher (5), Hill e Clark (3); nomi che fanno intendere un rapporto costante degli Stati Uniti col motorsport; la Ferrari guida la classifica di vittorie come costruttore (10).
L’anno scorso vinse Verstappen al termine di una gara molto accesa con Hamilton.
Oggi, a quattro gare dal termine, col titolo piloti già deciso e quello costruttori quasi, l’attenzione è maggiormente rivolta a quelle che saranno le sanzioni relative al budget cap, dove la FIA ha certificato lo sforamento della Red Bull suscitando le ire degli altri team che si aspettano una sanzione esemplare, anche per una questione di credibilità verso gli appassionati e tifosi che partecipano alla stagione acquistando gli abbonamenti televisivi o presso i circuiti.
Se Binotto (lato Ferrari) è caratterialmente sempre abbastanza mite, più caldo è il temperamento di Toto Wolff team principal Mercedes, che ha usato il riferimento del doping per meglio descrivere la violazione del limite di spesa da parte dei rivali: “Non voglio essere nei panni dei giudici. I piloti si danno da fare per essere al top. Ci sono decisioni prese dal team che non li coinvolgono. Tuttavia, alla fine, ti siedi su una vettura prodotta con gli steroidi. È una decisione difficile e non vorrei dare un giudizio. A essere onesti, il mio pensiero riguarda più che altro una questione di principio. Come affronteremo la questione in futuro? Quanto sono solidi questi regolamenti? Come vengono applicati e controllati? Come si svolgerà il processo di governance? Mi faccio queste domande perché non sappiamo come decideranno i giudici, e dunque si tratta di un processo di apprendimento per tutti noi“
In pista restano i premi di consolazione per i team che utilizzeranno le ultime gare per ben prepararsi all’inverno che porterà al prossimo campionato, apertissima invece la lotta in alcune situazioni come il quarto posto nella classifica costruttori, con l’Alpine che nell’ultima trasferta giapponese ha nuovamente superato la McLaren, obiettivo sesto posto per l’Aston Martin progressivamente risalita nel corso della stagione dopo un terribile inizio, per un gruppo di squadre insieme ad Alfa Romeo, Alpha Tauri e Haas raggruppate in appena diciotto punti.
Infine la Williams, che nonostante l’ormai certo ultimo posto proverà a centrare la zona punti.
Il programma del weekend con l’ora italiana.
Venerdì 21 ottobre
(I sessione di prove libere – ore 21;00)
Sabato 22 ottobre
(II sessione di prove libere – ore 00;00)
(III sessione di prove libere – ore 21;00)
Domenica 23 ottobre
(Qualifiche – ore 00;00)
(Gara – ore 21;00)

