Ad Austin vince Verstappen negli ultimi giri su Hamilton, sul podio Leclerc (partito 12°); Red Bull matematicamente campione costruttori. Con i titoli mondiali archiviati, il weekend statunitense ha segnato un’altra tappa del budget cap.

Rimasti in palio i premi di consolazione, l’argomento di peso del Gran Premio degli Stati Uniti è stato il certificato sforamento di spesa 2021 della Red Bull, nebbia che rischia di espandere i dubbi sulla stagione in corso e gli investimenti attuati per quella che verrà dove le macchine, sono presumibilmente a buon punto nella loro progettazione.
Su questo fronte, è filtrata l’indiscrezione della prima mossa fatta dalla Federazione, che avrebbe proposto alla Red Bull un accordo facente funzione di patteggiamento, a quel punto messa all’angolo nel confermare indirettamente il superamento il budget cap, e se così fosse, la palla passerebbe al team se accettare il “compromesso”o sfidare la Cost Cap Administration secondo la sanzione che verrà stabilita.
Confermato il mondiale vinto da Verstappen, la multa sarebbe di tipo economico ma soprattutto l’abbassamento del limite di spesa per i prossimi due anni, come la riduzione di ore concesse nella galleria del vento.
Contrastanti le dichiarazioni dei protagonisti prima dell’accensione dei motori, con Verstappen che ha parlato d’ipocrisia nel tentativo di rallentare le prestazioni, durissimo invece Bottas, pilota Alfa Romeo l’anno scorso in Mercedes, che auspica una sanzione dura e severa.
Alonso ha ricordato come sia naturale nella Formula 1 esplorare le zone grigie del regolamento, che in questo caso (aggiungiamo noi) centrano poco o nulla se tutti gli altri hanno rispettato il limite di spesa, parlando pure dei fatti del 2019 quando al termine di quella stagione, la Ferrari vincitrice di tre gare, stipulò un accordo di riservatezza con la Federazione sulla power-unit, pagando indirettamente due anni successivi da incubo fino ai giorni nostri.
Giusta l’osservazione del buon Fernando col dentino avvelenato, a cui tuttavia andrebbe ricordata la spy-story quando nel 2007 guidava la McLaren, i fatti l’anno dopo di Singapore ma il passato … è passato, ciò dovrebbe riguardare tutti.
Abbastanza veritiero il commento di Hamilton, chiaramente parte in causa visto l’esito della passata stagione quasi a pretendere rispetto in qualità di sette volte campione del mondo, facendo un paragone con le multe verso chi indossa gioielli nel paddock: “Non sono io a poter decidere quale sia la punizione, il fatto è che l’infrazione ha influito sul risultato dello scorso anno, ed anche su quello di quest’anno, perché avrebbero sfruttato la stessa pratica e ci sarebbero stati dei benefici. Quando escono queste nuove regole, se si ha un vantaggio è molto, molto difficile colmare il divario. È una questione di integrità, dobbiamo attenerci ai valori fondamentali di questo sport. Noi abbiamo ricevuto una multa di 25.000 euro per aver messo il piercing al naso, quindi sono fiducioso, voglio credere davvero nella FIA e nelle persone che guidano questo team, che prenderanno le decisioni giuste. Ognuno ha un’opinione su ciò che dovrebbe o non dovrebbe accadere, ma io non mi sto dando da fare, sto cercando di vincere una gara in questo momento”.
Per niente morbide le dichiarazioni di Toto Wolff che evidentemente, sente aperta la ferita di come sia andata la stagione 2021 (ricordiamo) per i veleni di Abu Dhabi: “Il regolamento finanziario rappresenta una pietra miliare, come quello sportivo e quello tecnico. Chi lo infrange, dunque, dovrebbe essere squalificato. Nove team lo hanno rispettato, uno no. Serve una penalizzazione adeguata, serve chiarezza e la Federazione ha il dovere di esprimerla. Servono pene importanti, due milioni possono decidere un campionato, visto che un upgrade costa in media 300 o 400.000 euro. Si tratta di una grande violazione, ma ancora dobbiamo capire il vero ammontare dello sforamento. Detto questo, non penso che a Red Bull verrà tolto il titolo piloti conquistato nel 2021, ma servono penalità adeguate affinché quanto accaduto non si ripeta in futuro”.
È seguita la conferenza stampa di Christian Horner, team principal Red Bull: “È tremendamente deludente per un collega concorrente accusarti di barare, ma accusarti di attività fraudolenta è scioccante. È assolutamente devastante che un altro concorrente, senza i fatti, senza alcuna conoscenza dei dettagli, possa fare quel tipo di accusa. Siamo stati messi alla gogna in seguito ad accuse pubbliche sin dal week-end di Singapore. Nei media sono stati diffusi numeri che sono miglia fuori dalla realtà, è una retorica degli inganni. Non potete immaginare il danno che ciò provoca al marchio, ai nostri partner, ai nostri piloti, alla nostra forza lavoro. In un’epoca in cui la salute mentale è prevalente, stiamo riscontrando conseguenze significative di questa situazione sul nostro personale: alcuni figli dei nostri dipendenti sono stati vittime di bullismo nei parchi giochi nei giorni scorsi. Non puoi limitarti a fare questo tipo di accusa senza alcun fatto o sostanza, quindi siamo assolutamente sconvolti dal comportamento di alcuni dei nostri avversari.”
Toni evidentemente ritenuti vittimistici da Wolff che ha subito replicato: “Mi è quasi scappata una lacrima dopo aver sentito le parole di Chris. I fatti, però, ci dicono che nove squadre su dieci erano sotto il tetto dei costi. Una squadra sta sostenendo di essere scivolata oltre con presunti argomenti non legate alla prestazione in pista, ma queste valgono per tutti noi. Qualsiasi cifra superi il tetto di spese, che sia un milione, due o cinque, non so, è un vantaggio in termini di valore in denaro che si può investire nello sviluppo. Tutti noi abbiamo pensato a come sfamare i nostri dipendenti. Mi sembra che Horner stia facendo psicologia inversa, chi è la vittima in questo caso? Direi che sono i nove team che hanno rispettato il budget cap”.
Un clima infuocato buono solamente per le serie televisive, ma è altrettanto chiaro come ognuno porta avanti le proprie ragioni.
La sanzione farà giurisprudenza e se fosse morbida, minerà l’etica del budget cap perché a quel punto, chiunque sarebbe libero di spendere e pagare una sanzione.
Giorni caldissimi per la FIA, perché dopo la gestione della scorsa gara in Giappone, ha deciso di privarsi di uno dei due direttori di gara, lasciando in carica solamente Niels Wittich, decidendo di non utilizzare il sistema di rotazione per le restanti gare.
Veniamo finalmente alla pista, dove sono state parecchie le penalità a carico dei piloti per cambio di elementi.
Arretrati di cinque posizioni Perez e Zhou per l’utilizzo del quinto motore termico, idem Alonso e Tsunoda (quest’ultimo per componenti del cambio), dieci quelle inflitte a Leclerc avendo sostituito anche il turbo, dalla pit-lane Ocon.
Il tempo di Sainz in qualifica, ha fatto segnare la dodicesima pole stagionale come non accadeva dalla trionfale stagione 2004, a dimostrare la bontà progettuale che purtroppo per vari motivi ha raccolto pochissimo rispetto al potenziale, risultato sul giro veloce che dovrà essere la base per il 2023 dove bisognerà concretizzare, lavorando sull’affidabilità e gestione delle strategie nella rapidità di scelte che occorre prendere in una precisa e decisiva fase di gara.
La partenza del ferrarista è stata un disastro, pattinamento a differenza di Verstappen fortissimo, poi tamponato da Russell e subito ritirato dopo un solo giro; la sanzione di cinque secondi inflitta al pilota Mercedes è sembrata una carezza rispetto alla gara rovinata di Sainz.
A quel punto Verstappen ha condotto la gara senza problemi, fino alla safety-car entrata per consentire la rimozione dell’Alfa Romeo di Bottas sulla ghiaia, utile a Leclerc in rimonta, per risalire in quarta posizione prendendo il jolly per il pit-stop impiegando meno tempo quando gli altri avevano precedentemente cambiato le gomme.
Alla ripartenza il brutto incidente di Stroll che durante il sorpasso di Alonso gli ha cambiato traiettoria in faccia, dinamica per fortuna contenuta rispetto al volo che poteva prendere lo spagnolo.
Ancora safety-car e secondo ripartenza, dove Leclerc ha compiuto un grande sorpasso su Perez per la terza posizione, Verstappen davanti senza però riuscire a staccare Hamilton come nella prima fase.
Poi Hamilton ha anticipato il secondo pit-stop mischiando le carte con gomma dura, a quel punto Verstappen è rientrato ma il suo pit-stop è stato molto lento perdendo molto tempo e ritrovandosi a battagliare con Leclerc (entrambi su gomma media), autori di bellissimi corpo a corpo.
Nell’ultima fase Hamilton è stato in testa, accarezzando la vittoria che gli manca in questo campionato fino al sorpasso di Verstappen, che si è ripreso la leadership a pochi giri dal termine.
La Red Bull vince il campionato costruttori, dedicato al fondatore Dietrich Mateschiz deceduto a 78 anni dopo una lunga malattia.
Ricordiamo come il nome della bevanda, sponsorizza moltissime discipline sportive, segnale commerciale nel “mettere le ali” a quegli atleti che maggiormente si distinguono nella loro specialità, senza dubbio l’imprenditore austriaco di maggiore successo.
Ricollegandoci al budget cap, potrebbe essere stato questo fulmine a ciel sereno, il motivo che in segno di rispetto, ha posticipato la decisione sull’ipotesi di accordo tra Federazione e team.
Sul podio Leclerc autore di una rimonta che trasmette fiducia, un vero peccato l’immediato ritiro di Sainz che avrebbe portato punti alla Ferrari che vede più vicina la Mercedes.
Rossa chiaramente proiettata a lavorare in funzione del 2023, per capire la giusta direzione a sviluppare i problemi di affidabilità durante la prima parte di stagione, e di passo gara emersi dopo la pausa estiva.
Le Frecce d’Argento hanno portato quelli che verosimilmente sono le ultime sperimentazioni utilizzate in parte, tra cui un’ala dotata di cinque deviatori di flusso a supporto dell’ultimo flap, dichiarata illegale dai commissari tecnici della FIA, in quanto indirizzerebbe il flusso verso l’esterno della ruota anteriore, anche questo un giallo che avrà bisogno di approfondite valutazioni.
Esperimenti anche sul diffusore, visto che il venerdì sulla W13 di Russell sono comparse due protesi vicino la zona delle gomme posteriori.
Continua il duello per la quarta pizza tra Alpine (decimo Ocon) e McLaren (sesto Norris), c’è da dire che il risultato in zona punti ottenuto da Alonso, nel corso della notte è stato arretrato per una penalità di trenta secondi, riferimento al fatto che dopo l’incidente con Stroll, ha corso con uno specchietto traballante per diversi giri poi staccatosi in condizioni di pericolo.
La casa francese è pienamente in lotta, tanto da evolvere il fondo in stile Ferrari che già a Singapore era stato aggiornato, mentre la McLaren sul fronte delle sponsorizzazioni, ha inaugurato una nuova frontiera a dir poco rivoluzionaria, facendo esordire dei display che durante le sessioni, modificano i loghi commerciali a supporto dei team.
Tutto aperto nella pancia nel gruppo dove l’Alfa Romeo, vede avvicinarsi tre team a differenza della Williams relegata in ultima posizione, che nel frattempo ha ufficializzato l’attuale pilota di F2 Logan Sargeant, come titolare nel 2023.
In Alpha Tauri la penalità di cinque secondi inflitta in gara a Gasly, per aver lasciato una distanza superiore alle dieci macchine durante la safety-car, apre ancora il dibattito dell’analoga situazione di Singapore quando Perez, venne invece ascoltato a fine gara per dare le sue spiegazioni e la decisione fu presa alcune ore dopo.
La Haas ha siglato un importante accordo per quello che sarà il prossimo title sponsor a garantire la stabilità economica, in sostituzione di quello russo visto sulla livrea solamente nei test.
Nelle prove libere si è rivisto Antonio Giovinazzi, purtroppo sulle barriere dopo pochi minuti surriscaldando la frizione e provocando anche un danno al cambio, non proprio il migliore di giocarsi le proprie carte per il sedile di Schumacher non ancora confermato per il prossimo anno.
Bello il gesto della stessa Haas, che ha voluto ricordato uno dei suoi componenti recentemente scomparso a soli 31 anni, era stato tecnico di garage poi in un ruolo in fabbrica durante la malattia, riportare il nome sul muso è stato un gesto molto bello di vicinanza.
Si torna in pista nel prossimo weekend a Città del Messico per la terz’ultima gara in calendario.


Classifica Piloti
1. Verstappen (Red Bull) 391pt
2. Leclerc (Ferrari) 267pt
3. Perez (Red Bull) 265pt
4. Russell (Mercedes) 218pt
5. Sainz (Ferrari) 202pt
6. Hamilton (Mercedes) 198pt
7. Norris (McLaren) 109pt
8. Ocon (Alpine) 78pt
9. Alonso (Alpine) 71pt
10. Bottas (Alfa Romeo) 46pt
11. Vettel (Aston Martin) 38pt
12. Ricciardo (McLaren) 29pt
13. Magnussen (Haas) 26pt
14. Gasly (Alpha Tauri) 23pt
15. Stroll (Aston Martin) 13pt
16. Tsunoda (Alpha Tauri) 13pt*
17. Schumacher (Haas) 12pt**
18. Zhou (Alfa Romeo) 6pt
19. Albon (Williams) 4pt****
20. Latifi (Williams) 4pt
21. De Vries (Williams) 2pt
22. Hulkenberg (Aston Martin) 0pt
* non partito in Arabia Saudita causa problema tecnico durante il giro di schieramento verso la griglia di partenza;
** non partito in Arabia Saudita causa incidente in qualifica;
*** due gare saltate causa Covid sostituito da Hulkenberg.
**** una gara saltata (Gp Italia) sostituito da De Vries
Classifica Costruttori
1. Red Bull 656pt
2. Ferrari 469pt
3. Mercedes 416pt
4. Alpine 144pt
5. McLaren 138pt
6. Alfa Romeo 52pt
7. Aston Martin 51pt
8. Haas 38pt
9. Alpha Tauri 36pt
10. Williams 8pt