Chi vince festeggia, chi perde spiega. Sulla famosa citazione di Julio Velasco raccontiamo il primo weekend di Formula 1 gareggiato in Bahrain sotto i riflettori artificiali. Red Bull superiore, Aston Martin sorpresa, disastro Ferrari con Leclerc ritirato a pochi giri dal termine e Sainz fuori dal podio.

Dopo la prima bandiera a scacchi, quelle sensazioni riportate dopo i test esattamente una settimana addietro, hanno fotografato la realtà della Red Bull che gareggia un’altra categoria.
Le qualifiche hanno rappresentato per la prima volta dei veri valori, con Verstappen partito dalla pole affiancato dal compagno di squadra Perez, mentre la Ferrari consapevole delle difficoltà sul passo gara ha giocato subito di strategia. Infatti Leclerc terzo, ha preferito non fare l’ultimo tentativo risparmiando il set di gomme nuove per la gara, seconda fila anche per Sainz, poi la variabile impazzita Aston Martin e la Mercedes più indietro.
Allo spegnimento del semaforo verde, Verstappen ha tenuto la testa mentre Leclerc è salito al secondo posto, subito aggressivo su Perez; importante per il pilota Red Bull scappare e fare la lepre per aumentare il divario oltre il secondo per non dare l’opportunità di DRS al ferrarista.
Doppio pit-stop Ferrari al giro n.14 con gomma dura, Verstappen quello dopo con la soft diversifica la strategia, qualche giro dopo Perez comunque dietro Leclerc e davanti Sainz.
A circa metà gara erano oltre dieci i secondi il vantaggio di Verstappen su Leclerc, vicinissimo Perez che nel giro n.26 si è ripreso la seconda posizione, poi la seconda girandola di pit-stop, bellissima la lotta tra Hamilton e Alonso tornato gladiatore e messosi a caccia di Sainz, fino al ritiro di Leclerc che ha visto la macchina spegnersi a pochi giri dal termine, quando occupava la terza posizione.
La Red Bull comincia dove aveva finito, cioè con una comoda doppietta, mentre in Ferrari i test avevano dato il sentore di una SF-23 non bilanciata.
Dichiarazioni a parte, erano state le facce dei piloti a fugare ogni dubbio, infatti nella prima sessione di prove libere sulle due monoposto erano state montate differenti ali posteriori proprio per svolgere prove comparative.
Per il team principal Vasseur ora inizia il difficile, con la consapevolezza della pressione enorme generata dai milioni di tifosi e opinione pubblica, nuovi aggiornamenti saranno introdotti già nelle prossime settimane; era chiaro come nei test alcuni aspetti non avessero funzionato a dovere.
Una delle poche note positive riguarda la velocità della power-unit, decisamente migliorata, basti pensare ai 330 km/h toccati da Sainz in qualifica rispetto ai 318 m/h dell’anno scorso.
A livello strategico, Leclerc non aveva mai rinunciato a giocarsi volontariamente la pole, l’altissimo numero di partenza dalla prima posizione del 2022 rapportate ai pochi risultati raccolti, hanno insegnato che i Gran Premi si vincono la domenica, dove però bisogna arrivare fino al traguardo.
Pessimo il biglietto da visita sul tema dell’affidabilità, infatti oltre al ritiro, sulla macchina di Leclerc prima del via erano state già cambiate batteria e centralina.
La seconda forza del campionato è l’incredibile Aston Martin, dove brilla Alonso in versione evergreen, basti pensare che quando il 4 marzo 2001 disputava il suo primo Gp a Melbourne, il più giovane pilota in griglia (Piastri della McLaren) doveva ancora nascere.
Di contro è apparsa forzata la presenza di Stroll dopo il forfait dei test per una banale caduta dalla bicicletta che gli ha causato una frattura al polso destro, evidente dal camera-car la difficoltà nell’impugnare il volante quasi a volerlo accompagnare nelle curve con le sollecitazioni maggiori, chiare anche le difficoltà ad uscire dalla monoposto dopo le sessioni di prove libere che hanno suscitato tanti dubbi sull’effettivo via libera dato dai medici.
Sbagliato a mio giudizio il confronto con i piloti delle due ruote, spesso in sella con antidolorifici seppur in condizioni precarie, perché in caso d’incidente è decisamente diverso scivolare da una moto, rispetto alla difficoltà nell’uscire da un abitacolo, bisogna sempre tenere a mente la reattività di Grosjean nella tragedia sfiorata a novembre 2020.
Le prestazioni viste durante il weekend rivoluzionano la giustificazione concessa alle tante squadre che hanno avuto difficoltà nel migliorare la prestazione e cucire il gap rispetto ai rivali (leggasi soprattutto Ferrari e Mercedes), perché l’Aston Martin in un anno ha completamente ribaltato le proprie ambizioni, mirando gli investimenti che non possono essere frutto di fortunose intuizioni, ma di precise capacità.
La AMR23 è probabilmente la vettura col maggiore carico aerodinamico, competitiva nelle curve da media velocità forse al pari della Red Bull, pur pagando qualcosa nei lunghi rettilinei visto che dispone di cambio e power-unit Mercedes.
Un confronto che rappresenta una legnata per la scuderia di Brackley, cui non è bastato evolvere l’identità di vettura dell’anno scorso: tale consapevolezza era palese nelle parole di Hamilton prima di questo weekend: “Quest’anno abbiamo alcune cose su cui dobbiamo lavorare. Non è ancora tutto perfetto e non siamo ancora in grado di eguagliare le Red Bull al momento, e forse nemmeno le Ferrari”.
Mercedes non abituata a remare nelle retrovie, figuriamoci per due anni consecutivi. Nel recente periodo importanti tecnici sono andati a rinforzare altri team e anche diretti rivali, critiche che a questo punto potrebbero interessare anche Toto Wolff.
Comincia bene l’Alfa Romeo con Bottas ottavo al traguardo capace di portare i primi punti nella classifica costruttori, top-ten anche per Gasly che festeggia l’esordio in Alpine, della quale era chiaro nei test il gioco a nascondino, unica monoposto a non migliorare le prestazioni di quella precedente.
Prima gara da incorniciare per la Williams che nonostante il pessimismo dei test, con Albon arriva decimo e conquista il primo importante punto resistendo all’Alpha Tauri di Tsunoda; fuori dalla zona punti l’Haas mentre è stato pessimo l’inizio della McLaren.
Prossimo appuntamento a Jeddah, il 19 marzo sede del Gran Premio d’Arabia Saudita.


Classifica Piloti
1. Verstappen (Red Bull) 25pt
2. Perez (Red Bull) 18pt
3. Alonso (Aston Martin) 15pt
4. Sainz (Ferrari) 12pt
5. Hamilton (Mercedes) 10pt
6. Stroll (Aston Martin) 8pt
7. Russell (Mercedes) 6pt
8. Bottas (Alfa Romeo) 4pt
9. Gasly (Alpine) 2pt
10. Albon (Williams) 1pt
Classifica Costruttori
1. Red Bull 43pt
2. Aston Martin 23pt
3. Mercedes 16pt
4. Ferrari 12pt
5. Alfa Romeo 4pt
6. Alpine 2pt
7. Williams 1pt