F1 ’23: SPAventoso

F

Sono stati circa 380.000 gli spettatori che sul circuito di Spa-Francorchamps hanno assistito al Gran Premio del Belgio in un weekend con ogni condizione meteo possibile. Azione nella sprint race, mentre alla bandiera a scacchi della consueta gara domenicale si conferma Verstappen, sul podio con Perez e Leclerc, in zona punti Hamilton, Alonso, Russell, Norris, Ocon, Stroll e Tsunoda.

E’ stato un weekend con moltissima azione e argomenti su più fronti.
Il primo, il più forte, è stato un giro di pista a piedi proposto dal pilota Alpine, Pierre Gasly, per ricordare l’amico Anthoine Hubert scomparso nel 2019 all’Eau Rouge-Raidillon nel corso di una gara di Formula 2, stesso recente infausto destino ad un altro giovanissimo pilota, Dilano van’Hoff, in competizione di categoria minore.
A dimostrazione di come i piloti, hanno come tutti una vita privata con un precedente vissuto per arrivare al sogno della Formula 1, si finisce per crescere insieme, è quella cosa lì impossibile da spiegare, poi abbassando la visiera, si ritorna a correre.
Verstappen ha definito Spa-Francorchamps meno pericolosa di Montecarlo, più fatalista Ricciardo sui pericoli di gara: “Siamo consapevoli di quello che è accaduto recentemente e alcuni anni fa, ma la verità è che da piloti non possiamo pensarci. Ne siamo consapevoli, ma non saliamo in macchina pensandoci.”

E’ stato un weekend di azione col format della gara sprint, dove il meteo ha reso incerta l’azione in pista, con la pioggia scesa a pochi minuti dal via che ha stravolto i programmi iniziali.
Tutti partiti con le full-wet, hanno immediatamente capito che la gomma giusta era l’intermedia generando tanto caos nei pit-stop, con i piloti fortunati o meno per la posizione del box dovendo dare precedenza verso chi transitava, poi undici giri e la bandiera a scacchi con la vittoria di Verstappen, seguito da Piastri, Gasly, Sainz, Leclerc, Norris, Hamilton (penalizzato per un contatto su Perez) e Russell.

Poi la consueta gara della domenica, con Leclerc partito dalla pole per la penalità di cinque posizioni inflitta a Verstappen causa sostituzione del cambio, stavolta la pioggia è arrivata nel corso del Gp senza rendere necessaria la gomma intermedia.
Inutile dire come Verstappen in poco tempo ha ripreso la testa, resta il solito dominio della Red Bull, il primo fortissimo e la seconda efficiente, ma la dimostrazione di come ogni singolo puzzle sia perfettamente incastrato è avvenuta venerdì nel corso delle qualifiche sprint, quando il pilota innervosito dal rischio di eliminazione in Q2 dovuta anche alle condizioni della pista, ha ricevuto una secca risposta dal suo ingegnere di pista Giampiero Lambiase: “Okay, ma se nel tuo ultimo giro, con pista più veloce di due secondi, ti fossi trovato con la batteria scarica, come ne saresti uscito? Bene, ora dimmi tu che cosa vuoi fare in Q3. Deciditi tu i set di pneumatici, la quantità di carburante e il piano di esecuzione”.
Un invito ad autogestirsi, pensarci da solo, una dimostrazione di carattere, gerarchie e polso cui dispone la Red Bull nelle risorse chiave, una squadra perfetta.
Si chiama Sergio Perez colui che avrebbe potuto rendere più interessante la lotta al titolo, ma ormai rappresenta più un punto di domanda.
Intervistato all’inizio del weekend, ha fatto il punto della situazione e considerati i soliti toni della comunicazione dei vertici Red Bull, mai teneri con nessuno, avrebbe potuto significare indirettamente l’addio a fine campionato.
Le sue parole sul vuoto di prestazioni che hanno fatto crollare il rendimento: “La mia macchina è cambiata dopo Barcellona. Quando siamo andati al Montmeló ho trovato un bilanciamento diverso rispetto a quello che volevo. Tuttavia, penso che ora siamo riusciti a venirne a capo, abbiamo compiuto buoni progressi, dimostrando un ottimo passo negli ultimi Gran Premi. Le qualifiche però non sono andate come avremmo voluto, ma può succedere. A volte ci sono gare negative, ma conta solo vedere dove finiremo ad Abu Dhabi.”

Alla Ferrari il podio di Leclerc consegna fiducia, la gara di Sainz è stata segnata dal contatto con Piastri dopo il semaforo verde, tale da danneggiare il fondo e la fiancata, sempre nelle retrovie con la speranza di trovare un jolly con la pioggia mai arrivata fino al ritiro a metà gara.
Ufficializzato l’addio di Laurent Mekies nel ruolo di direttore sportivo, sostituito da Diego Ioverno, la campagna acquisti dietro ai tavoli potrebbe continuare dalla Mercedes col nome di Loic Serra, specialista in gomme e sospensioni che tuttavia sarebbe sottoposto al periodo di gardening.

C’è da pensare al prossimo anno, magari sfruttando l’autunno per mettere a punto delle soluzioni proponibili sulla prossima macchina, purtroppo ogni anno si chiede pazienza e qualcosa, aspettando un titolo piloti che manca dal 2007 e costruttori dal 2008.

Per la Mercedes che ha dominato la storia recente della Formula 1, risalire nelle gerarchie può ritenersi solamente un contentino, l’obiettivo è unicamente quello di vincere, questo spiega gli sviluppi portati sulla macchina che si allontanano dalle forme della Red Bull pur mantenendone l’ispirazione, ad esempio sono state mantenute le pance a scivolo verso il posteriore, stavolta con un rigonfiamento della parte bassa, investimento chiaramente voluto per il 2024.
Da segnare il pasticcio di entrambi i piloti nella qualifica della sprint, poi Hamilton a prendersi il punto addizionale per il giro più veloce in gara a dimostrare la fame di vittoria dietro la Red Bull, al momento unico punto fermo.
Doppia top-ten per l’Aston Martin comunque lontana rispetti ai valori d’inizio stagione.
Il responsabile di Pirelli Motorsport, Mario Isola, ha seccato risposto ad Alonso che aveva sottolineato i problemi derivanti anche dal cambio di gomme a campionato in corso: “Non è cambiato nulla. Il profilo, il raggio di rotolamento, l’impronta a terra: tutto è rimasto invariato.”
Visto l’andamento, tutto resta concentrato sugli aggiornamenti che funzionano meno della concorrenza, più concentrato a ciò che succede tra le proprie mura si è dimostrato il team principal Mike Krack, parlando prima del Gran Premio di quanto avvenuto a Budapest: “Semplicemente pensavamo di essere più competitivi e invece non lo siamo stati. Questo è un esame di coscienza per noi, siamo scivolati indietro, dobbiamo essere onesti. Settanta secondi in 70 giri non sono una bugia ma una realtà, non ci sono stati né Safety Car né incidenti gravi. Dobbiamo lavorare sodo per dare ai nostri piloti una macchina migliore, loro hanno massimizzato quello che potevano fare”.
Incredulità in quello che a prima vista, sembrava l’errore di montare nelle qualifiche sprint la gomma asciutta di mescola media quando la pista andava asciugandosi, in verità dal box si è seguito il regolamento che prevede la media in Q2, tutto perché la Federazione nonostante la pioggia non aveva dichiarato bagnata la sessione: assurdo ma vero.
La McLaren in termini di punti non ripete i risultati delle ultime gare, Piastri come detto, è stato costretto al ritiro dopo pochi metri, mai protagonista Norris con un assetto da bagnato per un jolly che non ha pagato come nella sprint race.
Terremoto Alpine.
Pochi giorni addietro la carico di CEO è passata da Laurent Rossi a Philippe Krief, sono insistenti le voci (soprattutto della stampa anglosassone e tedesca) circa il possibile superamento di budget cap nella stagione 2022, oltre alla chiacchiera che vorrebbe la power-unit in deficit di cavalli, tanto da richiederne alla FIA il congelamento delle prestazioni per livellarne la potenza col resto del gruppo.
Come se non bastasse è arrivata la rivoluzione al muretto, è stata l’ultima volta degli ormai ex team principal Otmar Szafnauer, direttore sportivo Alan Permane e direttore tecnico Pat Fry (da novembre sarà alla Williams), col comunicato che parla di separazione di comune accordo anche se appare chiaro il clima in piena ebollizione, dove l’ex Ferrari, Mattia Binotto potrebbe essere candidato ad entrare nel nuovo corso.
Guardando poi le prestazioni di Piastri passato in maniera burrascosa in McLaren, è chiaro l’autogol nel lasciare andare un talento che oggi avrebbe fatto tanto comodo, garantendo negli anni successivi un pilota di alto livello cresciuto in casa; importanti per il morale i punti ottenuti nel weekend.
Soddisfazione per l’Alpha Tauri con Tsunoda che torna a muovere le classifiche col decimo posto, dimostrando di meritare il sedile in Formula 1 nonostante l’inevitabile pressione di Ricciardo che recentemente ha sostituito De Vries.
Fuori dalla zona punti Alfa Romeo, Haas e Williams al centro di belle lotte che purtroppo non muovono le loro classifiche, altro argomento da pensare sarà quello di allargare la zona punti oltre i primi dieci.

Il Gran Circus va in ferie, si ritorna in pista a Zandvoort il 27 agosto per il Gran Premio d’Olanda.

Classifica Piloti

1. Verstappen (Red Bull) 314pt
2. Perez (Red Bull) 189pt
3. Alonso (Aston Martin) 149pt
4. Hamilton (Mercedes) 148pt
5. Leclerc (Ferrari) 99pt
6. Russell (Mercedes) 99pt
7. Sainz (Ferrari) 87pt
8. Norris (McLaren) 69pt
9. Stroll (Aston Martin) 47pt
10. Ocon (Alpine) 35pt
11. Piastri (McLaren) 34pt
12. Gasly (Alpha Tauri) 22pt
13. Albon (Williams) 11pt
14. Hulkenberg (Haas) 9pt
15. Bottas (Alfa Romeo) 5pt
16. Zhou (Alfa Romeo) 4pt
17. Tsunoda (Alpha Tauri) 3pt
18. Magnussen (Haas) 2pt
19. Sargeant (Williams) 0pt
20. De Vries (Alpha Tauri) 0pt
21. Ricciardo (Alpha Tauri) 0pt*

* sostituisce De Vries dopo 10 gare

Classifica Costruttori

1. Red Bull 503pt
2. Mercedes 247pt
3. Aston Martin 196pt
4. Ferrari 191pt
5. McLaren 103pt
6. Alpine 57pt
7. Williams 11pt
8. Haas 11pt
9. Alfa Romeo 9pt
10. Alpha Tauri 3pt




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Andrea La Rosa

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