Incredibile prestazione della Mercedes che vince con un’idea di Russell e fa doppietta insieme a Hamilton, sul podio la McLaren di Piastri, quinto Verstappen. Ferrari: quarto Leclerc e settimo Sainz. Tanti gli argomenti oltre il risultato, come l’Alpine che sembrerebbe prossima a diventare un team cliente della Mercedes, il ritorno di Mattia Binotto alla Sauber (Audi), l’indimenticato ricordo di Anthoine Hubert e molto altro.
RDopo aver bocciato il nuovo fondo, la Mercedes ma soprattutto Russell inventa una strategia folle ad una sola sosta che cestina i numeri, dopo essersi fidato delle sensazioni tra macchina e pista.
Un finale di gara con cinque macchine in dieci secondi, dove esce sconfitta la McLaren sulla carta favorita, un nuovo mondo per la Red Bull che oramai vede avversari intorno prima distanti.
Il risultato di Spa-Francorchamps alimenta la possibilità di assistere ad una seconda parte di stagione avvincente, soprattutto per quella che potrebbe essere la lotta al titolo costruttori.
Ricordiamo la scelta sulla monoposto di Verstappen, di utilizzare il quinto motore endotermico considerata la rottura della terza unità che avvenne nella seconda sessione di libere a Montreal, tale da costringere la squadra a rivedere il piano di rotazione, forzando in occasione di Spa-Franchorchamps la sostituzione vista l’ampia possibilità di sorpassi.
IL GRAN PREMIO
Durante le prove libere era stata la McLaren a dimostrarsi più competitiva, con Verstappen unico pilota a tenere il passo e considerata la penalità, un’occasione per la Ferrari di puntare al podio, mentre per la Mercedes la scelta di tornare sul fondo vecchio viste le difficoltà con quello evoluto.
Pioggia prima della qualifica a rimescolare i piani, condizioni di pista bagnata ma in evoluzione, perché ad intermittenza e non in maniera omogenea lungo il tracciato, pole di Verstappen autore di un tempo devastante ma costretto a partire dall’undicesima posizione per la penalità, impresa di Leclerc dietro l’olandese e quindi autore della pole in prima fila con Perez, cui serviva una prestazione importante per dare un segnale di ripresa e provare a restare in Red Bull, in seconda fila Hamilton davanti Norris, poi Piastri-Russell, solamente settimo Sainz.
Premesse di una McLaren comunque favorita, con l’attenzione alla rimonta di Verstappen.
Gara in condizioni di asciutto e sotto il profilo della strategia, viste le condizioni del nuovo asfalto, aveva sorpreso come durante le libere, solamente Mercedes, Ferrari, McLaren e Alpine avevano risparmiato un set di gomma dura in previsione del Gran Premio.
Al semaforo verde regolare Leclerc, Hamilton davanti Perez e bene Sainz, male ancora una volta in partenza Norris, nel giro n.3 il sorpasso di Hamilton su Leclerc, primi giri con i piloti davanti tutti molto vicini tra loro.
Competizione inattesa nella prima parte, con Hamilton e Leclerc a fare il passo, ottavo Verstappen dietro Norris, ben quattro team con un ritmo molto simile e degrado gomme inferiore rispetto alle libere.
Pit-stop Verstappen e Russell nel giro n.11 per anticipare la sosta, box nel giro successivo di Hamilton, Piastri, poi Leclerc due giri dopo tenendo la posizione su Piastri e Perez, stint allungato per Sainz partito con gomma dura.
A metà gara Hamilton al comando, poi Leclerc, Piastri, Perez, Russell, Verstappen, Norris e Sainz.
Secondo pit-stop per Perez nel giro n.22, gara aperta con sette piloti in sedici secondi.
Box Leclerc nel giro n.26 anche a protezione dell’eventuale undercut di Piastri, reazione in copertura di Hamilton nel giro successivo, momento di cambiamento della gara perché Piastri ha iniziato a spingere nonostante la vita delle sue gomme, seconda sosta per Sainz, Verstappen e tutti gli altri, team radio di Russell per provare a rimanere in pista andando al traguardo con le stesse gomme della prima sosta.
Difficoltà per Leclerc, che nel giro n.36 cede la terza posizione a Piastri, Sainz prende la settima posizione di Perez nel giro n. 40.
Ultimi giri palpitanti perché Hamilton raggiunge Russell che resiste, vicino Piastri per un finale in volata fino alla bandiera a scacchi: 1. Russell (Mercedes), 2. Hamilton (Mercedes), 3. Piastri (McLaren), 4. Leclerc (Ferrari), 5. Verstappen (Red Bull), 6. Norris (McLaren), 7. Sainz (Ferrari), 8. Perez (Red Bull), 9. Alonso (Aston Martin), 10. Ocon (Alpine).
CLASSIFICHE
Quando ad inizio weekend, era apparso nel box della Red Bull il cofano motore con la configurazione dei cosiddetti “bazooka”, si era parlato di crisi tecnica inerente un passo indietro rispetto la scelta di Budapest nell’adottare sulla monoposto di Verstappen, una versione a spiovente.
In verità la RB20 sembra essere un laboratorio, perché Adrian Newey pare aver lasciato al suo gruppo di tecnici adesso con maggiore libertà decisionale e soprattutto responsabilità, una macchina estrema a cominciare dal sistema di raffreddamento rivelatosi più complesso del previsto, testimoniato dall’essere stata la prima monoposto tra i top-team nell’andare in penalità per sostituzioni di unità oltre il limite consentito dal regolamento.
La pista di Spa-Francorchamps pur nella consapevolezza della partenza ad handicap di Verstappen, era l’occasione per ripartire e pertanto a Milton Keynes, si era lavorato su fondo, muso e ali nuove.
Come se non bastasse, nella notte tra venerdì e sabato, i meccanici hanno rotto il coprifuoco, smarcando la prima delle due opportunità concessa dalla Federazione, dopo aver riscontrato un problema al sistema ibrido e sostituendo parti già omologate che avevano mandato in crisi il sistema elettrico.
Ad ogni modo Verstappen (quattro gare consecutive senza vincere non succedeva dal 2020) mette una pezza ad una situazione che poteva andare decisamente peggio, perché resta leader nella classifica piloti mentre nei costruttori, resta aperto ogni scenario.
La McLaren nonostante il favorevole pronostico continua a fare i conti con i dettagli, dapprima l’ennesima partenza sbagliata di Norris che ne ha penalizzata la gara, poi il non perfetto posizionamento di Piastri nel secondo pit-stop costato tempo prezioso, complessivamente una mancata occasione di avvicinarsi ulteriormente alla vetta.
Per la Ferrari una grossa mano in qualifica l’aveva data la pioggia, insieme al miracolo di Leclerc sul giro veloce nella consapevolezza di come in condizione di asciutto, il massimo sarebbe stato lottare per la terza fila, vista la superiorità di McLaren in primis, dietro la Red Bull e in lotta con la Mercedes con l’obiettivo massimo del podio.
Nel confronto diretto, nella seconda parte di gara la macchina alleggerendosi di benzina, ha sofferto e perso prestazione, il monegasco ha lottato e difeso la quarta posizione, in affanno Sainz di cui sembra oramai delineato il futuro, infatti dopo le foto trapelate nel paddock relative al padre del pilota insieme al manager uscire dall’hospitality della Williams, sembra prossimo l’ufficialità del passaggio al team britannico, con una clausola di liberarsi qualora arrivasse una chiamata da Red Bull o Mercedes che nel frattempo oltre a piazzare una doppietta clamorosa, porta a casa molti punti, utili ad avvicinarsi proprio alla Rossa.
Muove la classifica l’Aston Martin nell’ormai consolidata posizione (nono Alonso), mentre il decimo posto di Ocon aiuta l’Alpine a distanziare di un’ulteriore punto dalla Williams.
Non potevamo prevedere questa vittoria nel meeting di stamattina con il team. Abbiamo fatto tanti cambiamenti da venerdì e la macchina andava bene. Le gomme poi erano ottime. Continuavo a chiedere di fare una sosta e tutta la squadra ha fatto un ottimo lavoro. Abbiamo controllato la gara, Lewis è stato bravissimo. In circostanze diverse avrebbe sicuramente vinto lui.
George Russell
RACING FOR ANTHOINE
Prima dell’accensione dei motori, non è mancato il ricordo ad Anthoine Hubert, giovane pilota di soli 22 anni che cinque anni addietro, perse la vita durante una gara di Formula 2 dopo un rocambolesco e purtroppo tragico incidente.
E’ stato ancora una volta Pierre Gasly ad organizzare un giro a piedi con tutti i colleghi presenti, compresi i ragazzi che partecipano alla Formula 2 e 3, per ricordare e soffermare la pubblica opinione sul fatto che, fortuna economica a parte, sono tutte persone con fragilità ed emotività pari alle nostre, fin da ragazzini lontano da casa e quindi da affetti familiari, diventando amici dopo essere cresciuti insieme dopo avere gareggiato nelle formule minori.
Nell’occasione si è ricordata anche la memoria di Dilano van ‘t Hoff, scomparso l’anno scorso a soli diciotto anni sullo stesso circuito in una dinamica molto simile di quella occorsa ad Hubert.
CERCASI TENUTA MENTALE
Nei giorni che hanno preceduto il Gran Premio del Belgio, si è scritto molto in merito al comportamento di Verstappen contro il suo stesso team, successivamente sono avvenute addirittura le scuse del super-consulente Helmut Marko, che aveva fatto il mea culpa di valutazioni completamente sbagliate, sottolineando la crescita di altre monoposto e gli errori a livello strategico.
Lo stesso team principal Horner, aveva provato a mettere una maschera alla situazione, facendo il pompiere e indicando come il giudizio infantile dato dall’ingegnere di pista Lambiase, non era riferito a Verstappen.
A personale avviso delle toppe che potrebbero rivelarsi peggio del buco, anche in considerazione di come e quanto nel passato sono stati trattati ex piloti dell’orbita Red Bull, evidentemente il passo dei tempi, compresa la paura di perdere un’ “animale” da competizione senza essere cautelativamente da un sostituto in caso di eventuale addio.
Certi atteggiamenti e soprattutto un tale linguaggio, seppur animato e televisivamente ottimo per gli ascolti, non deve mai oltrepassare il lecito, perché i piloti e in generali gli attori della Formula 1, sono personaggi mediaticamente esposti tali da essere emulati nell’aspetto comune.
Personalmente di quella domenica ad alta tensione, la penso come espresso dall’ex campione del mondo Damon Hill, ovvero che sarebbero state opportune delle pubbliche scuse al suo ingegnere di pista: “Verstappen ha tradito un po’ di frustrazione, si è lamentato tutto il tempo, è sembrato quasi disperato. Ritengo che sia stato veramente sgarbato nei suoi toni con Lambiase. Credo che dovrebbe scusarsi. Forse sono un po’ troppo all’antica, ma se mio figlio mi parlasse con quei toni credo che gli farei una bella ramanzina”.
Certo la Red Bull ha coccolato all’inverosimile come mai accaduto per un suo pilota, consapevole del valore in pista anche se ciò, non è bastato per tenerlo a bada nella prima vera difficoltà dopo tre stazioni, un comportamento che difficilmente potrebbe essere digeribile soprattutto dalla Mercedes interessata apertamente al cambio di tuta, dove il rigore e la tenuta dei problemi interni non sono mai sforati in comportamenti inadeguati.
Sempre all’Hungaroring, non era passato inosservata nemmeno la conversazione nel locale prima del podio tra Hamilton e Norris, col pilota Mercedes a complimentarsi e l’altro stizzito su altro mostrando un alto livello di permalosità ed evidente nervosismo nonostante il potenziale della McLaren.
Ham.: “Wow ragazzi, siete veloci”.
Nor.: “Tu avevi una macchina veloce sette anni fa”.
Ham.: “Sette anni fa? È passato del tempo. Tu eri qui sette anni fa?”.
Nor.: “Avevi una macchina veloce. Ora tocca a noi”.
Ham.: “Ma non mi stavo lamentando, mi stavo complimentando con il vostro team”.
Non sarebbe male darsi una bella calmata e sull’argomento, è tornato lo stesso Hamilton a margine del weekend: “Se mi ha dato fastidio il modo in cui Lando Norris mi ha risposto prima di salire sul podio in Ungheria? No, no. Guardate, ho quasi 40 anni, quindi ricordo com’ero quando ne avevo circa 25. È una questione di età, non la prendo sul personale.”
Eleganza British, seppur non essere stato particolarmente simpatico dopo aver vinto e stravinto lasciando le briciole agli altri, a dimostrazione di quanto la classe di un campione, si manifesta nei momenti di maggiore adrenalina e certamente il tempo, ha portato in Hamilton più saggezza e umana comprensione.
SITUAZIONE ALPINE
In occasione del Gran Premio del Belgio, l’Alpine ha sfoggiato una livrea speciale abbandonando le già piccole aree di blu per fare spazio ad una colorazione ispirata al film Deadpool & Wolverine recentemente uscito nelle sale cinematografiche, con l’aggiunta di giallo “artigliato” facendo un richiamo proprio ai due super-eroi.
La scelta è stata dettata dal fatto che proprio l’attore che interpreta Deadpool, Ryan Reynold, è uno degli investitori della scuderia.
Il riscontro è stato quello di un look aggressivo, magari di buon proposito in questa difficile stagione, cui una notizia importante per il futuro, riguarderebbe l’avanzata trattativa per essere spinta già nella prossima stagione dalla power-unit Mercedes, anticipando quella che oltre ad essere un’indiscrezione, sembrava una progettualità in vista del prossimo ciclo regolamentare targato 2026.
Così facendo, si concretizzerebbe la volontà di rinunciare fin da subito alla power-unit Renault (tra l’altro prodotta in casa), diventando un team clienti per quella che potrebbe essere anche la fornitura del retrotreno prodotto a Brackley, compresa la trasmissione, sospensioni posteriori ed in generale, uno snellimento dell’organico in linea con la dimensione ad esempio di Racing Bulls e Haas, per un pacchetto di componenti che la Mercedes già garantisce a Williams ed Aston Martin.
Avere un motore in proprio, significa progettare e individuare autonomamente gli spazi su cui vestire l’aerodinamica, mentre disporre di un pacchetto altrui, vuol dire non solo dipendere, ma adattarsi.
Eventualità che in maniera cinica, andrebbe ad incidere (e non poco) sui costi aziendali, perché i costi verrebbero ridotti di un quinto rispetto alla produzione interna, al momento con la problematica di vedere ancora anni di anonimato qualora non fosse indovinato il progetto 2026.
Un passo dei tempi, quasi come un pugile all’angolo e salvato dal peggio grazie al getto della spugna proveniente dall’esterno, scende viene una lacrima a confrontare tale decisione con la storia dei motori Renault, attualmente e purtroppo da qualche anno, l’ultimo dei quattro attuali valori in campo, pertanto una collaborazione che risolleverebbe da un problema lamentato da molto tempo.
Nulla di clamoroso, basti vedere l’attuale livello raggiunto dalla McLaren spinta proprio dagli motori Mercedes che però faticano sulle Frecce d’Argento.
Decisione che aprirebbe due opposti scenari: l’ultima carta per convincere Sainz a sposare il progetto, perché l’idea di poter disporre del retrotreno e della spinta Mercedes alzerebbe in livello, come il ridimensionamento dell’organico che attualmente produce in proprio la motorizzazione.
Il web rappresenta ormai la fonte diretta (anche di sfogo) degli attori principali, pertanto è stata significativa la lettera aperta dell’ex legale Pierre Chauty sul profilo Linkedin: “Sono profondamente arrabbiato per quanto accaduto in Alpine di lasciare i motori Renault e passare a Mercedes. Come ex dipendente, questo è un colpo duro.
Questa situazione è il risultato disastroso di Luca de Meo. La sua incapacità di riconoscere e correggere gli errori commessi da Laurent Rossi da oltre 2 anni e mezzo è imperdonabile.
Il mancato riconoscimento dei propri fallimenti hanno danneggiato in modo significativo il Gruppo Renault.
Del resto non ha avuto nemmeno il coraggio di annunciare lui stesso la fine della produzione dei motori F1, dimostrando la sua codardia. A proposito di codardia, il mandato di Laurent Rossi come AD di Alpine è un altro esempio di scarsa leadership e completa mancanza di umanità.
Ha licenziato numerosi dipendenti per ragioni puramente politiche, prendendo di mira quelli riteneva vicini alla precedente gestione, senza nemmeno avere la decenza di rivolgergli la parola, lasciando il lavoro sporco alle risorse umane.
Il disprezzo per le politiche di conformità interna e i suoi miserabili standard etici hanno ulteriormente esacerbato la situazione, hanno portato ad una significativa perdita di esperienza, alla guida del marchio e del team di F1.
Alain Prost ha pubblicamente criticato Rossi per la sua incompetenza ed arroganza, evidenziando come la sua leadership ha interrotto i progressi della squadra.
Le critiche di Alain risuonano con molti di noi che hanno assistito a ciò in prima persona.
Apprezzo i suoi sforzi per portare questi problemi alla luce, poiché era l’unica persona con sufficiente legittimità e notorietà per ottenere la giusta attenzione.
Considerazioni personali a parte, la partnership Alpine-Mercedes potrebbe portare vantaggi tecnici, ma le conseguenze umane saranno disastrose.
La perdita di personale qualificato ed esperto sarà una battuta d’arresto da cui Alpine e il Gruppo Renault non si riprenderanno, l’impatto sugli oltre 500 dipendenti di Viry-Châtillon, compresi molti appaltatori che verranno licenziati quasi immediatamente è straziante”.
A ciò si aggiunge che l’attuale team principal Bruno Famin lascerà l’incarico a fine agosto, diventando responsabile di altre attività comunque dentro il gruppo, in merito all’argomento power-unit ha spiegato che: “Abbiamo presentato un progetto di trasformazione del brand. Prevede di riallocare le risorse dallo sviluppo della Power Unit da Formula 1 allo sviluppo di nuove tecnologie per il marchio. Il team acquisterebbe i motori invece di realizzarli in proprio. L’acquisto della power unit partirebbe dal 2026. Nulla è ancora deciso però. In Francia, tuttavia, ci sono delle procedure sociali molto rigide da rispettare. Non possiamo fare nulla fino a quando non le avremo rispettate.”
Nel frattempo sul web non sono mancati i pareri, tra tutti quello secondo cui Briatore appare al momento, essere stato chiamato da Renault come liquidatore in vista di un abbandono dalla Formula 1, con l’obiettivo di formare un team comunque appetibile a possibili clienti con la base in Inghilterra e motore Mercedes, dove aver investito molto con pochi (soprattutto amari) risultati.
SOTTO OSSERVAZIONE
Dopo le lamentele della Red Bull in merito ad alcune presunte torsioni verificate sui profili delle ali anteriori (a loro modo di vedere anomale), la Federazione ha rilasciato una nuova direttiva per monitorare i movimenti alari che avvengono quando si raggiungo determinate velocità, installando delle telecamere per monitorarne la situazione.
Questa la nota ufficiale: “In più appuntamenti, a partire da Spa-Francorchamps, vogliamo monitorare le ali anteriori di tutti i team con una telecamera che sarà installata sul muso e che ci offrirà un’importante visuale laterale. I dati raccolti saranno utilizzati per migliorare la comprensione sulla flessibilità delle ali anteriori, che sarà utile per definire le mosse future.”
L’augurio è che questa notizia per quanto importante, possa rimanere in secondo piano comunque a dimostrazione di quanto alcune (eventuali) zone grigie di regolamento possano essere brillantemente sfruttate, ricordiamo purtroppo come due anni addietro, la direttiva a campionato in corso sul porpoising, inerente la questione della sicurezza per l’eccessivo sobbalzo delle macchine, finì per danneggiare pesantemente la Ferrari che problemi di affidabilità a parte, ad un certo punto della stagione perse quella competitività che aveva dimostrato all’inizio dell’attuale ciclo regolamentare ad effetto suolo.
TORNA BINOTTO
Fulmine in un cielo poco sereno in casa Sauber, con Mattia Binotto tornato in Formula 1 nel ruolo di nuovo direttore operativo e direttore tecnico, dopo aver lasciato la Ferrari al termine della complicata stagione 2022.
Il vero aspetto clamoroso riguarda un avvicendamento, perché l’ingresso di Binotto coincide con l’addio di Andrea Seidl, ex team principal McLaren cui l’attuale Andrea Stella, aveva speso parole di elogio per l’attuale livello raggiunto dai Papaya, perché frutto di scelte e investimenti iniziati proprio sotto la sua gestione.
Tra l’altro lo stesso Seidle, era stato scelto da Audi per condurre il progetto F1 in una fase di transizione adesso nelle mani di Binotto che porterà la scuderia a diventare un team factory, per uno scossone in piena regola, perché contemporaneamente saluta anche Oliver Hoffman che ricopriva il ruolo di Managing Director.
Dunque ancor prima di accendere il primo motore, sono già cadute le prime teste in Audi, evidentemente pesante la situazione di essere attualmente l’unico team (Sauber) a non avere segnato punti, per Seidl un bilancio negativo che sta pesando anche nell’attrarre validi piloti per l’esordio del team ufficiale previsto nel 2026.
Binotto adesso potrebbe chiamare a se diversi uomini Ferrari ancora presenti nella scuderia, su tutti Enrico Gualtieri direttore tecnico della power-unit e chissà, lo stesso Sainz dando logicamente preferenza agli sviluppi in Red Bull e Mercedes, che avrebbe un’ulteriore garanzia nella presenza del suo ex team principal.
ARIA CONDIZIONATA
Per migliorare il confort dei piloti soprattutto in quei weekend di gran caldo e alto livello di umidità, recentemente la Federazione ha annunciato la volontà d’introdurre un sistema di climatizzazione che sarà sperimentato in Olanda.
Obiettivo non banale, basta ricordare i problemi riscontrati nel Gran Premio del Qatar 2023, quando nonostante la gara in notturna, le temperature furono talmente elevate da mettere a dura prova non solo l’allenata resistenza dei piloti e di conseguenza, la sicurezza in pista durante le azioni in weekend di gara.
In quella circostanza i malori furono diversi, Stroll perse i sensi, Ocon vomitò nel casco e Sargeant fu costretto al ritiro con ampie difficoltà a scendere dalla monoposto.
La prima voce controcorrente è stata quella di Hamilton, sottolineando come loro stessi, sono piloti ben pagati che quindi devono impegnarsi nel curare il fisico, sottoporsi a duri allenamenti allo scopo di resistere anche a dure condizioni.
Per la Federazione, è certamente una nuova sfida quella di dotare le macchine con nuovi sistemi di climatizzazione da convogliare verso i piloti, il cui primo test sarà effettuato su una vettura nel prossimo Gran Premio dei Paesi Bassi, per un processo che ricorda quello che avvenne per l’Halo poi promosso e installato sopra l’abitacolo come ulteriore protezione sopra la testa del pilota, fondamentale in alcune recenti circostanze.
NOVITA’
La Commissione della Formula 1 ha approvato alcuni punti in vista della prossima stagione.
Innanzitutto non verrà ampliata la zona punti che rimane ai primi dieci classificata sotto la bandiera scacchi, respingendo quanto riportato settimane addietro circa la possibilità di modificare il sistema di punteggio anche considerato l’ampia distanza tra la zona alta della classifica costruttori col resto del gruppo.
Inoltre aumentato il peso minimo del pilota da 80 a 82 kg col conseguente innalzamento del peso minimo della vettura che passerà da 798 a 780 kg, mentre in vista della nuovo ciclo regolamentare 2026, i team potranno testare le rispettive monoposto in tre eventi ciascuno di altrettanti giorni (nove totali), aumentando dunque il numero di test rispetto agli attuali tre giorni previsti prima del Gran Premio inaugurale.
BUONA PAUSA
La Formula 1 va in vacanza per qualche settimana, il tempo di rifiatare dopo tante ravvicinate e consecutive tappe, si riprenderà a Zandvoort sede del Gran Premio dei Paesi Bassi previsto il 25 agosto, cui seguirà nella settimana successiva l’atteso appuntamento di Monza in un rinnovato autodromo che ospiterà l’ultima gara europea del calendario 2024.
Auguriamo una buona pausa.
CLASSIFICA PILOTI
1. Verstappen (Red Bull) 275pt
2. Norris (McLaren) 197pt
3. Leclerc (Ferrari) 174pt
4. Piastri (McLaren) 164pt
5. Sainz (Ferrari) 160pt*
6. Hamilton (Mercedes) 143pt
7. Russell (Mercedes) 140pt
8. Perez (Red Bull) 128pt
9. Alonso (Aston Martin) 47pt
10. Stroll (Aston Martin) 24pt
11. Hulkenberg (Haas) 22pt
12. Tsunoda (Racing Bulls) 22pt
13. Ricciardo (Racing Bulls) 11pt
14. Bearman (Ferrari) 6pt
15. Gasly (Alpine) 6pt
16. Magnussen (Haas) 5pt
17. Albon (Williams) 4pt
18. Ocon (Alpine) 4pt
19. Zhou (Sauber) 0pt
20. Bottas (Sauber) 0pt
21. Sargeant (Williams) 0pt
* Assente nel Gp d’Arabia Saudita causa appendicite, sostituito da Bearman.
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. Red Bull 403pt
2. McLaren 362pt
3. Ferrari 340pt
4. Mercedes 283pt
5. Aston Martin 71pt
6. Racing Bulls 33pt
7. Haas 27pt
8. Alpine 10pt
9. Williams 4pt
10. Sauber 0pt