F1 ’24: RED CARPET

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Ancora grande Ferrari in Messico dove sul finire di gara sfuma la seconda doppietta consecutiva, risultato che va benissimo perché consente di avvicinarsi al titolo costruttori; nella classifica piloti Norris guadagna su Verstappen. Formula 1 in fermento anche tra mercato e programmazione al 2026, nel frattempo prosegue senza sosta l’ultima parte di calendario che mette in programma la terza gara consecutiva in altrettanti weekend, trasferimento in Brasile verso l’autodromo José Carlos Pace, meglio noto come Interlagos.

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opo Austin, in partenza da Città del Messico verso San Paolo.
La Formula 1 vive un “back to back” col prossimo terzo Gran Premio consecutivo in altrettante settimane, cui seguirà una pausa di circa venti giorni prima del finale tra il 23 novembre e 8 dicembre (Las Vegas, Doha e Abu Dhabi) che decreterà le sorti del campionato 2024.
In Messico è andato in scena un Gran Premio difficile, bello e complicato con grande attenzione all’affidabilità dei componenti cui tutti i team sono stati chiamati per l’altimetria cui è posizionato il circuito e le conseguenti problematiche di rarefazione dell’aria.
Vista quindi la povertà di ossigeno, non doveva sorprendere l’eventuale scelta delle scuderie di adottare un pacchetto da massimo carico aerodinamico più vicino a quello di Montecarlo, nonostante la possibilità di raggiungere velocità superiori persino a Monza, oltre la necessità di aumentare le feritoie sulla carrozzeria insieme per esempio, ad una maggiore portata delle prese dell’impianto di raffreddamento e la necessità di adottare soluzioni per compensare la perdita di cavalli.
Senza il format della gara sprint che sarà riproposto più avanti, sono tornare le consolidate tre sessioni di prove libere, dove la seconda del venerdì pomeriggio, è stata allungata di mezz’ora per dare la possibilità ai team di valutare i pneumatici della Pirelli 2025, progettati e realizzati con l’obiettivo di ridurne il surriscaldamento.

DA CITTA’ DEL MESSICO
Poteva essere un’altra doppietta ma pazienza, certo una tale recriminazione rappresenta una misura di come la Ferrari sia al momento, realmente la prima macchina sulla griglia.
Il risultato in qualifica che aveva decretato due rosse nelle prime quattro posizioni, contro McLaren e Red Bull senza due vetture davanti a battagliare con Perez e Piastri qualificati nelle retrovie, aveva rappresentato un’occasionissima per accorciare ancora nei costruttori.
La bandiera a scacchi ha decretato una Ferrari distante solamente ventinove punti nella classifica costruttori, in quella piloti Norris e Leclerc avvicinati a Verstappen rispettivamente di quarantasette e settantuno punti, con ancora quattro Gran Premi e due Sprint Race alla fine, ovvero centoventi punti complessivamente in gioco, che diventano duecento sei in considerazione del campionato costruttori, per un finale straordinario in quelli che saranno gli ultimi appuntamenti di San Paolo, Las Vegas, Losail e Abu Dhabi.
Sainz l’aveva promesso, ci teneva a concludere degnamente l’avventura in Ferrari con una vittoria nelle ultime gare, autore di una prestazione che rende davvero inspiegabile come non abbia trovato un sedile (per esempio) in Red Bull, dove Perez è stato autore di un weekend horror per quello che invece, essendo la gara di casa, poteva e doveva essere la giusta ambientazione di una prestazione positiva.
La pole di Sainz e la seconda fila di Leclerc in qualifica, erano state per la Ferrari quelle premesse di un Gran Premio esaltante pur nella consapevolezza che il lunghissimo rettilineo fino alla prima curva, avrebbe rappresentato una spada di Damocle per la lunghissima scia offerta a chi stava dietro.
In effetti, al via Sainz ha perso la posizione su Verstappen, poi subito safety-car per l’incidente Tsunoda-Albon, primi giri emozionanti con tantissima azione, fortissimo Sainz che di forza ha superato Verstappen, a sua volta attaccato da Norris rapido ad approfittarne della situazione per un duello al limite, tale da favorire Leclerc secondo tra i due litiganti.
Immediata la penalità di dieci secondi inflitta dai commissari a Verstappen per l’azione su Norris di averlo spinto fuori pista in Curva-4, poi ulteriori dieci secondi per averlo superato all’ingresso dello Snake traendo vantaggio dopo aver preso la via di fuga.
Poi tutto in controllo, mentre Leclerc ha dovuto lottare soprattutto con la propria monoposto per tenere sotto controllo le temperature, “accontentandosi” di una terza posizione dopo avere rischiato di finire sulle barriere negli ultimi giri, dunque va benissimo così.
Certo in Ferrari bisogna dare merito a Fred Vasseur, arrivato l’anno scorso prendendo una Ferrari disastrata capace di vincere a Singapore l’unico Gran Premio dove la Red Bull aveva lasciato le briciole.
Adesso sono cinque le vittorie stagionali come non accadeva dalla stagione 2018, ma soprattutto e finalmente, la Ferrari dopo tredici anni arriva a fine stagione giocandosi qualcosa.
Tornando ai numeri delle classifiche, in Red Bull la resistenza di Verstappen nel momento di maggiore forma della McLaren, ha rappresentato un capolavoro, perché capace di massimizzare ogni risultato laddove la macchina era lontana parente di quella che l’anno scorso (e inizio di 2024) ha dominato il campionato.
Un vantaggio amministrato, l’esperienza e la consapevolezza di dover correre come un ragioniere, in una stagione dove non c’è mai stato un vero rivale capace di avere la linearità di risultati per attaccare la sua leadership costruita nei primi Gran Premi.
La dichiarazione a fine gara dell’olandese dà il senso della misura e dello spettacolo in pista, perchè la Formula 1 deve essere anche questo, purchè non succedano pesanti incidenti: “Se sono stato troppo aggressivo? Il problema è che sono troppo lento e devo difendermi contro macchine più veloci. I 20 secondi di penalità? Sono un po’ troppi, c’era il tempo di bere un drink. Il mondiale costruttori è ormai andato.”
Ne approfitta la McLaren a metà, perché Piastri sembra avere smarrito di colpo la brillantezza mostrata a metà campionato, negli scorsi giorni la scuderia aveva dapprima preferito non richiedere il diritto di revisione per rimuovere la penalità di 5” inflitta a Norris nel finale dello scorso Gran Premio degli Stati Uniti costatogli il podio a favore di Verstappen, poi a sorpresa esercitata sostenendo come il suo pilota avesse già completato quel sorpasso prima della zona di frenata, infine l’esito di rigetto della Federazione.
Mercedes terza/quarta forza, lontanissima dal podio che ha visto una strenua battaglia negli ultimi giri tra gli stessi piloti con Hamilton bravo a dimostrare quella voglia di esserci, e chissà un sorriso nel sapere cosa lo attenderà tra pochi mesi a Maranello.
Resta nel limbo l’Aston Martin cui Alonso ha tagliato il traguardo delle quattrocento gare in carriere col ritiro dalla corsa, non segna punti per la seconda gara consecutiva, forse tirando un sospiro di sollievo viste le poche gare da disputare, perché corre la Haas col settimo posto di Magnussen ed il nono di Hulkenberg che staccano la Racing Bulls il cui casting per il secondo sedile Red Bull, ha portato un feroce scontro interno.
Infatti Lawson e Perez sono stati protagonisti a lungo di un duello, che ha premiato il pilota Racing Bulls mentre il messicano, ha dovuto soccombere nonostante la superiorità della sua macchina, durante la lotta però, il contatto sembrava inevitabile come puntualmente avvenuto, con Perez costretto a correre col fondo gravemente danneggiato ma soprattutto, quando nel finale di gara Lawson (coinvolto anche in altro incidente) ha avuto la possibilità di superare il rivale in rettilineo per l’inutile sedicesima posizione, ha persino mostrato il dito medio al padrone di casa.
Va bene i duelli in pista, ma queste volgarità non ci piacciono e probabilmente per Lawson, non è stata un’operazione simpatia nei confronti del paddock e della sua stessa squadra.
Stavolta nulla da fare per la Williams presentatasi con una livrea speciale (sarà riproposta anche in Brasile), caratterizzata dal giallo sul cofano motore e la stessa tonalità riproposta sulle tute dei piloti, per celebrare la partnership con un’azienda argentina leader nel Sud America nell’e-commerce e pagamenti digitali.
Sicuramente una scelta contestualizzata agli appuntamenti maggiormente vicini alla sede aziendale, magari un motivo per spingere Colapinto chiuso nel 2025, ad un prossimo sedile da titolare col segnale di essere un pilota non solo emergente, ma candidato a diventare un simbolo della proprio nazione e per questo, supportato anche economicamente.
Un giallo che sulla Williams, mancava dal 1993 e quindi la capacità di un effetto vintage rispetto alle stagioni dov’era pienamente in lotta per entrambi i titoli.
Certo la scelta di Colapinto ha svoltato una stagione che purtroppo, spiace dirlo, ha visto la scuderia di Grove più volte costretta, potenzialmente, a fare affidamento sul solo Albon con i troppi incidenti di Sargeant costati economie di budget cap e pesanti contraccolpi anche al morale delle risorse aziendali impegnate nella difficile situazione che vede il team nei bassifondi delle gerarchie.
Ad ogni modo un recupero che fa ben sperare, e la speranza di vedere l’argentino in panchina la prossima stagione solamente provvisoriamente, dopo aver dimostrato pienamente di meritare un sedile in Formula 1.
L’Alpine col decimo posto di Gasly, recupera un punto proprio sulla Williams mantenendo accesa la speranza di agguantarne la posizione nei prossimi ultimi Gran Premi.
La Sauber (ricordiamo prossimamente Audi) rimane l’unico team a non avere segnale punti, oltre a disporre dell’ultimo sedile per completare la griglia 2025.
Nel precedente articolo avevano riportato di come i rapporti tra Binotto e la famiglia Schumacher ai tempi della Ferrari, avevano presumibilmente rimesso in carreggiata Mick per forte candidatura, restano tuttavia sullo sfondo altre due opzioni di cui parlano i risultati: Franco Colapinto e Gabriel Bortoleto.
Tra l’altro la scelta d’ingaggiare un giovane pilota, sarebbe anche lineare rispetto all’esperto Hulkenberg proveniente dalla Haas.
Come in ogni medaglia però esistono due rovesci, in questo caso significherebbe andare a valorizzare piloti che sono vincolati contrattualmente da altre scuderie, Colapinto è infatti legato alla Williams mentre Bortoleto alla McLaren.
E’ altrettanto vero che per entrambi parlano i risultati, da un lato Colapinto è la vera rivelazione della stagione in corso dopo essere subentrato a Sargeant, perché non ha mai sentito la pressione massimizzando risultati e punti prima lontanissimi a parità di monoposto, Bortoleto dall’altra parte, sta dimostrando essere molto costante in Formula 2 e potrebbe vincere il campionato dopo aver fatto altrettanto in Formula 3, come fecero Leclerc, Russell e Piastri.
Dunque la scelta della Sauber/Audi dovrà essere anche contestualizzata alla propria attuale dimensione, in rapporto al progetto di crescita nei prossimi anni, di certo c’è una nuova generazione di piloti che scalpita, motivata, talentuosa e meriterebbe un’occasione.

Ci tenevo a vincere almeno un’altra gara con la Ferrari, farlo davanti a questo pubblico è fantastico. Ora mancano quattro gare, voglio godermele e se avrò la possibilità cercherò di ripetermi. Il sorpasso a Max? Non l’ho preparato: ero arrabbiato per la partenza sbagliata, volevo sorprenderlo perché lui è difficilissimo da superare, l’ha dimostrato spesso.

Carlos Sainz

SUL MERCATO
Detto della Sauber, un’altra scuderia che vive una situazione non ancora delineata è la Red Bull, con Perez ancora in difficoltà nonostante essere stato “salvato” durante la pausa estiva.
La filosofia a Milton Keynes è sempre stata di fare crescere i propri piloti, talvolta anche senza troppo attenderne la maturazione in periodi di grande affollamento, adesso qualcosa è cambiato.
Le attenzioni sono attualmente rivolte ai risultati di Lawson, qualora dimostrasse costanza di rendimento in questi ultimi Gran Premi in Racing Bulls, per lui potrebbero aprirsi le porte della casa madre, inoltre il super consulente Helmut Marko ha sempre lodato le prestazioni di Colapinto (vincolato contrattualmente) che a quel punto, come effetto domino, potrebbe candidarsi per essere al fianco di Tsunoda sempre in Racing Bulls.
Fantamercato? Le prossime settimane chiariranno ogni dubbio.
In una proiezione più lontana, come se non bastasse, nel caso in cui Verstappen dovesse lasciare la Red Bull alla fine della prossima stagione, sono partiti i rumors su presunti contatti con Piastri attualmente alla McLaren, il cui manager è Mark Webber, ex pilota per molto tempo nella stessa Red Bull ai tempi dei primi titoli di Sebastian Vettel.
Piastri ha recentemente rinnovato fino al 2026, ma l’affare Hamilton alla Ferrari, insegna che tutto può sempre accadere secondo gli scenari, chissà potrebbe essere questo un motivo che ha consigliato la McLaren per non scontentare, di non stabilire delle gerarchie con Norris per il ruolo di primo e secondo pilota.

GIOVANI IN PISTA
Che segnano un cambio generazionale in corso.
Non solo Lawson e Colapinto, perché in Messico secondo quanto imposto dal regolamento dove ogni scuderia ha l’obbligo nell’arco del campionato per due sessioni di schierare un rookie, abbiamo visto diversi giovani piloti impegnati nella prima sessione di prove libere.
Essendo quasi a fine stagione e senza il programma della gara sprint che sarà presente nei prossimi weekend, con tre sessioni di prove libere a disposizione, è coincisa la perfetta occasione per vedere in pista tanta gioventù, tra questi alcuni prossimi alla Formula 1, altri invece per rimanere in orbita e sfruttare qualsiasi occasione utile per sognare il grande salto.
La Sauber ha prestato il sedile di Zhou (agli sgoccioli della sua esperienza) al giovane pilota di scuola Ferrari Robert Shwartzman, già in pista a Zandvoort.
Oliver Bearman dopo l’esperienza di due Gran Premi conclusi a punti, prima in Arabia Saudita con la Ferrari per sostituire Sainz alle prese con l’appendicite e poi a Baku con la Haas al posto di Magnussen squalificato, è tornato sulla SF-24 in attesa della prossima stagione quando sarà titolare proprio della Haas.
Felipe Drugovic che giovane forse non lo è più, ha esordito con l’Aston Martin sulla monoposto di Fernando Alonso, Patricio O’Ward con la McLaren, è stata soprattutto l’occasione di rivedere Andrea Kimi Antonelli con la Mercedes, cui c’è tanta attesa per il giovanissimo italiano che tra pochi mesi, prenderà il posto di Hamilton.
L’esito ha confermato come in certe situazioni, occorre tanta esperienza che il simulatore non può ancora dare, a cominciare da Shwartzman che se un giorno disputerà un Gran Premio, dovrà scontare una penalità di cinque posizioni sulla griglia per un sorpasso con doppia bandiera gialla su Tsunoda.
Bearman invece, è stato protagonista di un incidente con Albon che ha rilevato i danni maggiori, in questo caso però, i commissari di gara hanno valutato l’episodio come incidente di gara, quindi senza alcuna sanzione.

SGUARDO 2026
La Federazione in vista della prossima rivoluzione regolamentare, lo scorso giugno aveva presentato una prima bozza sulle linee guida tecniche, adesso dopo un confronto con le squadre ha svelato una seconda bozza che prevede un notevole aumento di carico aerodinamico rispetto alla precedente versione, insieme una serie di accorgimenti con un chiaro obiettivo: dovrà essere più facile seguire una vettura senza eccessivi disturbi dei flussi d’aria sporca di chi sta davanti.
Le prestazioni in termini di velocità, dovranno essere molto vicine alle attuali vetture.

ADESSO DIREZIONE SAN PAOLO
Sono pochi i circuiti che quando nominati, identificano immediatamente non solo la Formula 1, ma episodi legati al motorsport oltre il risultato tali da scriverne la storia e ricordare l’emozioni vissute persino davanti ad un televisore.
Uno di questi è il circuito di San Paolo del Brasile inaugurato nel 1940, conosciuto da tutti come “Interlagos” per la presenza di piccoli laghetti che contraddistinguono l’area dell’autodromo, ufficialmente nel calendario della Formula 1 dagli anni ’70, ha sempre regalato gare memorabili ancor più se contraddistinte dalla variabile meteo.
Per esempio nel 1991 l’impresa di Senna davanti al suo pubblico, nonostante i problemi al cambio, dapprima perdendo la quarta marcia poi tutte le altre ad eccezione della sesta, arrivò al traguardo con grandi sforzi e lasciandosi andare ad urla isteriche per l’incredulità di avere saputo condurre una tale lotta che gli causò dolori muscolari e crampi, considerato come al tempo i cambi di marce, avvenivano manualmente e non come oggi in maniera automatica tramite i pulsanti posizionati sul volante.
Senza più in grado si muoversi, fermò la McLaren lungo la Reta Oposta, portato al box dall’auto di sicurezza e sollevando a malapena il trofeo di vincitore sul podio.
E’ legato al Brasile l’ultimo trionfo piloti della Ferrari, quando Raikkonen nel 2007 chiamato a sostituire Schumacher, fece della costanza la sua grande impresa di essere terzo incomodo tra i due litiganti McLaren (Alonso – Hamilton) per un campionato che a due gare dal termine sembrava segnato, fino a quella che resta l’ultima impresa ormai lontana diciassette anni.
Sempre qui l’anno dopo, Massa accarezzò lo stesso traguardo ma un ultimo giro folle, condizionato dal peggioramento meteo ed il caos gomme tra chi aveva messo le intermedie e chi oramai tentato dall’azzardo di concludere con quelle d’asciutto, premiò Hamilton nell’ultima curva con un sorpasso su Glock per artigliare il suo primo titolo, e l’enorme delusione ripresa dalle telecamere in un ordine di arrivo che nei primi secondi dopo la bandiera a scacchi, vide il box Ferrari esultare per poi fare i conti con la grande amarezza.
Delusione pure nel 2012, quando Alonso accarezzò il sogno di riportare il mondiale a Maranello, ma Vettel e soprattutto la Red Bull seppero resistere ad un incidente iniziale che aveva danneggiato la monoposto senza causarne il ritiro.
In generale, gare sempre belle ed emozionanti, con gli organizzatori che pur ammodernando le strutture, hanno saputo mantenere un layout che garantisce la possibilità di sorpassi insieme all’identità del circuito.
Il cambio di denominazione in Gran Premio di San Paolo è avvenuto dalla stagione 2021, a seguito di trattative e l’ipotesi poi scartata di spostare la sede a Rio de Janeiro, poi grazie al maggiore coinvolgimento del governo locale per mantenerne la presenza, anche in virtù di ammortizzare i costi grazie l’affluenza di pubblico nel weekend.
Di seguito il programma col format contraddistinto dalla gara sprint, che oltre a garantire tanta azione, metterà ulteriori punti in palio per le classifiche piloti e costruttori.
Venerdì 1 novembre
Prove libere 1 – ore 11;30
Qualifiche gara sprint – ore 19;30
Sabato 2 novembre
Gara sprint – ore 15;00
Qualifiche Gran Premio – ore 19;00
Domenica 3 novembre
Gran Premio – ore 18;00

CLASSIFICA PILOTI
1. Verstappen (Red Bull) 362pt
2. Norris (McLaren) 315pt
3. Leclerc (Ferrari) 291pt
4. Piastri (McLaren) 251pt
5. Sainz (Ferrari) 240pt*
6. Hamilton (Mercedes) 189pt
7. Russell (Mercedes) 177pt
8. Perez (Red Bull) 150pt
9. Alonso (Aston Martin) 62pt
10. Hulkenberg (Haas) 31pt
11. Stroll (Aston Martin) 24pt
12. Tsunoda (Racing Bulls) 22pt
13. Magnussen (Haas) 14pt
14. Albon (Williams) 12pt
15. Ricciardo (Racing Bulls) 12pt
16. Gasly (Alpine) 9pt
17. Bearman (Ferrari/Haas) 7pt**
18. Colapinto (Williams) 5pt***
19. Ocon (Alpine) 5pt
20. Lawson (Racing Bulls) 2pt****
21. Zhou (Sauber) 0pt
22. Sargeant (Williams) 0pt
23. Bottas (Sauber) 0pt

* Assente nel Gp d’Arabia Saudita causa appendicite, sostituito da Bearman;
** Presente anche nel Gp d’Azerbaigian al posto di Magnussen;
*** Sostituisce Sargeant dal Gp d’Italia;
**** Sostituisce Ricciardo dal Gp degli Stati Uniti.

CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. McLaren 566pt
2. Ferrari 537pt
3. Red Bull 512pt
4. Mercedes 366pt
5. Aston Martin 86pt
6. Haas 46pt
7. Racing Bulls 36pt
8. Williams 17pt
9. Alpine 14pt
10. Sauber 0pt

Autore

Andrea La Rosa

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Andrea La Rosa

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