
L’estate segna il giro di boa del lungo calendario 2024, dove l’Hungaroring da molti anni è un appuntamento fisso con grande seguito di pubblico, nonostante l’Ungheria non abbia mai avuto una grande tradizione di piloti o team protagonisti in Formula 1.
Quando per la prima volta, una nazione dell’est europeo iniziò ad affacciarsi alla Formula 1, divenne anche un messaggio ben oltre l’aspetto sportivo, considerato il primo paese del blocco sovietico ad ospitare un Gran Premio nonostante durante gli anni ’80, era circolata l’idea di disputare una gara a Mosca.
L’ingresso nel calendario fu fortemente voluto dallo stato ungherese anche per favorire la diffusione dell’automobilismo sportivo, con la costruzione di un nuovo e apposito circuito oggi noto come Hungaroring, situato a Mogyoród distante 25 km da Budapest.
C’è da dire che una primissima edizione ungherese, venne svolta nel 1936 sul circuito Nèpliget vinta da Tazio Nuvolari con l’Alfa Romeo.
Tornando a tempi recenti, la gara inaugurale del 1986 divenne un successo mediatico, anche per la presenza di pubblico stimata sui 200.000 spettatori, compresa una delegazione ufficiale dell’URSS per osservarne l’organizzazione e probabilmente, tenere tranquille altre circostanze visto l’entusiasmo di apertura al mondo soprattutto occidentale.
Solamente in due occasioni (1990 e 1992) il circuito ospitò le due ruote del Motomondiale, tre volte invece il Superbike dal 1988 al 1990.
Il tracciato tranne qualche variazioni è rimasto sempre tale, essendo situato su un terreno polveroso e usato raramente oltre la Formula 1, le vetture solitamente trovano molto sporco per una situazione che insieme alle caratteristiche tortuose, rendono difficili i sorpassi tranne che sul rettilineo principale.
Risalgono al 2003 alcune modifiche come l’allungamento del rettilineo principale, insieme ad una modifica dell’attuale curva 12 con un avanzamento del punto di frenata, per una gara che inevitabilmente, considerata soprattutto la temperatura estiva, dipenderà molto dal risultato in qualifica e dalle strategie ai box sul passo gara/consumo gomme.
Nelle statistiche è Lewis Hamilton a guidare la classifica del maggior numero di vittorie (8), quella di pole position (9) insieme al numero di podi (11).
Non appena si è saputo che sarebbe andato via dalla Red Bull si è scatenata una sorta di asta, credo che Newey sceglierà la sua squadra di motoristi e di aerodinamici dovunque dovesse andare, anche se è bravo come solista. Non so se verrà alla Ferrari, certo sarebbe bello vederlo lavorare accanto a Lewis Hamilton a Maranello, mi piacerebbe molto.
Cesare Fiorio, ex d. s. Ferrari
Nonostante siano trascorse ormai cinque gare da quando la Red Bull non sia più superiore come nel recente passato, seppur enormi siano stati i passi in avanti di McLaren e Mercedes, restano salde le classifiche piloti e costruttori, fattore che consente a Verstappen (elemento chiave del team) di guardare il resto del gruppo con sicurezza visto il grande distacco dal più diretto inseguitore, vale a dire Norris, secondo a 84 punti.
Ovvero oltre tre gare di margine, secondo cui per massimizzare il risultato e attaccare la leadership, il pilota della McLaren dovrebbe vincerle tutte e sperare che Verstappen non faccia punti, previsione attualmente non solo improbabile ma alquanto irreale.
E’ proprio la McLaren nell’ultima fase di campionato ad essere penalizzata da sé stessa, pur disponendo oramai della miglior macchina ma incapace, per diversi motivi, di concretizzare quella vittoria che forse metterebbe in allarme il binomio Verstappen/Red Bull e vedere un finale di campionato tutt’altro che scontato.
Tra errori dei piloti e scelte di strategia incomprensibili, essere disabituati a vincere sembra avere preso il sopravvento, eppure pur non chiamandosi Ferrari e dunque non avendo addosso una pesante pressione mediatica, il parere è quello del potenziale per potere rompere l’egemonia della Red Bull, chissà magari cominciando finalmente dal Gran Premio d’Ungheria.
Col vento in poppa la Mercedes, che seppur non portando radicali aggiornamenti alla macchina che tanto ha fatto penare in avvio di campionato, i suoi ingegneri devono aver trovato soluzioni di configurazioni non solo capaci di funzionare, ma di potere battagliare al vertice ormai costantemente in qualifica e sul passo gara.
Quanto alla Ferrari potremmo scrivere di un’ordinaria follia, soprattutto i quaranta giorni trascorsi da Montecarlo a Silverstone, dentro una serie di gare francamente inguardabili, peggio le scelte di strategia per risultati che l’hanno relegata forse anche dietro le gerarchie della quarta macchina.
Confusione, instabilità tecnica e aggiornamenti il cui tornare indietro nelle specifiche, non solo dimostra di non avere le idee chiare, ma poca intuizione per la direzione da intraprendere nella seconda parte di campionato.
Certo alcune domande andrebbero fatte, a cominciare dai motivi che hanno indotto il Cavallino alle sembianze di un gambero dopo gli aggiornamenti del Gran Premio di Spagna, proseguire sui motivi perché ormai tradizionalmente, ogni team progredisce rispetto alla Ferrari che puntualmente inciampa negli sviluppi, affrontare se fosse un discorso di uomini o strutture circoscrivendo i limiti nonostante le risorse economiche a disposizione.
Proprio il lunedì successivo al weekend di Silverstone, giorno 8 luglio, è arrivata l’ufficialità delle dimissioni con effetto immediato di Enrico Cardile ormai ex direttore tecnico area telaio e aerodinamica, questo il testo pubblicato sui social della Ferrari: “La Scuderia Ferrari comunica che Enrico Cardile lascia l’azienda e con essa la posizione di Direttore Tecnico Area Chassis. L’ingegnere, in Ferrari da quasi due decenni, ha presentato le sue dimissioni e pertanto, con effetto immediato, l’Area Chassis viene affidata ad interim al Team Principal Frederic Vasseur. A Enrico Cardile il ringraziamento da parte di tutta la Scuderia Ferrari HP per i tanti anni di costante impegno.”
Una separazione ormai nell’aria dopo un’esperienza durata diciannove anni, visto che poco dopo è avvenuto il passaggio dello stesso in Aston Martin, mentre al momento, sarebbe più lontano l’approdo di Adrian Newey.
C’è da dire come i risultati soprattutto negli ultimi due anni non sono stati esaltanti, tuttavia il ciclo di Vasseur ad inizio 2023 aveva confermato la fiducia nei suoi confronti, evidentemente ridimensionata.
In ultimo una macchina, l’attuale SF-24 progettata bene almeno inizialmente, poi ridicolizzata nelle prestazioni a causa di aggiornamenti completamente sbagliati, fuori direzione tanto da causarne l’imbarazzo di cestinarli e tornare, proprio a Silverstone, alle precedenti configurazioni.
Di mezzo serve necessariamente, almeno per il momento, rimpiazzare al più presto la figura di direttore tecnico, anche per evitare che la prossimo monoposto nasca orfana.
Problema di non poco conto, perchè Loïc Serra concluso il gardening sarà operativo da ottobre, ma senza risorse con elevate capacità sarà complicato affidare a Leclerc ed Hamilton una vettura capace di lottare per il titolo, toccherà a Vasseur mettere ordine, ad un ambiente (almeno in apparenza) spaesato.
L’augurio è che in questi giorni siano state trovate delle soluzioni, perché fa rabbia vedere tanto equilibrio nei Gran Premi come non accadeva da tanto tempo, con la Ferrari unica assente ingiustificata.
Aston Martin a Budapest con l’obiettivo di proseguire la doppia top-ten di Silverstone nell’attuale limbo di centrale nella classifica costruttori, la Racing Bulls ha bisogno di punti perché sente il fiato sul collo della Haas completamente rinfrancata dagli ultimi weekend, i cui aggiornamenti non solo funzionano ma hanno permesso alla scuderia americana un grande balzo in avanti, anche qui, in maniera sconsolata trattandosi di un team clienti della Ferrari che viceversa, ha mostrato enormi difficoltà e un mesto arretramento.
Alpine per concludere con forza e positività questa parte di stagione, davanti una Williams spinta da Albon e infine la Sauber, che rimane l’unico team a non avere segnato punti, la cui migliore posizione fin qui resta l’undicesimo posto di Zhou nell’inaugurale Gran Premio del Bahrein.
Venerdì 19 Luglio
Prima sessione di prove libere – ore 13;30
Seconda sessione di prove libere – ore 17;00
Sabato 20 Luglio
Terza sessione di prove libere – ore 12:30
Qualifiche Gran Premio – ore 16:00
Domenica 21 Luglio
Gran Premio – ore 15:00