F1 ’24: VERSO MONTREAL

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Si vola oltreoceano per correre sul circuito intitolato a Gilles Villenueve, in uno scenario di maggiore equilibrio nella lotta al vertice, dove le ultime tre gare sono state vinte da altrettanti team. Una Red Bull non più dominante ma ancora avanti nelle classifiche, Ferrari e McLaren in decisa ascesa; Montreal sarà un’importante banco di prova per il prosieguo del campionato.

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ra i circuiti storici che oggi “resistono” nel seppur allargato calendario di Formula 1, quello di Montreal ha certamente il suo fascino considerata una lunga permanenza, ma soprattutto come poche altre sedi, permane la sensazione di respirare l’essenza di un popolo, che non ha mai dimenticato il proprio idolo Gilles Villenueve nonostante sia trascorso molto tempo da quel fatale incidente.
La sede del Gran Premio sorge nel Parc Jean-Drapeau sull’isola di Notre-Dame, che venne costruita in occasione delle Olimpiadi 1976 nell’estuario del fiume San Lorenzo, con una configurazione rimasta simile nonostante qualche accorgimento e ammodernamento, fedele la scritta riportata sull’asfalto vicino la linea del traguardo “Salut Gilles”, a rimarcare una presenza ideale sempre molto forte, anche testimonianza da tramandare alle nuove e future generazioni.
Nelle statistiche sono presenti nomi illustri del motorsport, come la graduatoria del maggior numero di vittorie, dove sono appaiati Michael Schumacher e Lewis Hamilton a quota 7, seguiti da Nelson Piquet che qui vinse tre volte, due le vittorie per Vettel, Ickx, Stewart, Jones, Senna e Verstappen.
Quest’anno a differenza della precedente edizione, nell’area della via di fuga posizionata tra le Curve 8 e 9, è stata posizionata dell’erba (supponiamo) per evitare le tante polemiche innescate dalle penalità dei track-limits, ma soprattutto un vincolo per i piloti che andando oltre la pista,potrebbe addirittura danneggiare irrimediabilmente il fondo.
Filosofia che evidentemente la Federazione ha sposato, viste le analoghe modifiche viste ad Imola nell’appuntamento di poche settimane addietro.

Il distacco dalla Red Bull non mi interessa perché mancano ancora 16-17 gare, la cosa più importante è quella di fare il lavoro migliore tornando con le stesse motivazioni in Canada per spingere nella giusta direzione, senza pensare troppo al campionato.

Fred Vasseur, team principal Ferrari

Considerato l’esito delle ultime gare, c’è molta attesa nel riscontro di questo Gran Premio, perchè la Red Bull (strano ma vero) ha vinto solamente una delle ultime tre gare, grazie al fattore “Max” che tramite la sua perfetta guida e capacità di estrarre il massimo dalla vettura, ha evidentemente mascherato le attuali difficoltà, considerato soprattutto il rendimento del compagno di squadra Sergio Perez.
Per questo motivo nonostante le cinque vittorie e le tante pole fin qui conquistate, i numeri dimostrano come i campionati piloti e costruttori siano incredibilmente aperti a qualsiasi scenario soprattutto come prestazione, elemento utile a rendere più seguita la competizione che soprattutto l’anno scorso, nemmeno inquadrava chi stava davanti perchè tale era il distacco da tutti gli altri.
A scanso di equivoci lo ricordiamo perennemente come la Red Bull o meglio, il binomio con Verstappen resta quello da battere, ma dopo il tuffo di Leclerc col team principal Vasseur nelle acque di Montecarlo a seguito della vittoria, immortalato da foto e video, sui social inevitabilmente sono scattati i commenti sul cambio di passo rispetto alla precedente gestione, quando le dita delle mani venivano puntate con arroganza di fronte un’educazione che testimonia la classe di chi invece, doveva abbassare lo sguardo.
Una mentalità completamente diversa sottolineata dal team radio passato inosservato dalla concitazione dei momenti dopo la bandiera a scacchi sempre di Montecarlo, col nuovo ingegnere di pista lucido nel ricordare al pilota di proiettarsi già al futuro: “Ora sei a 31 punti da Max”.
Come spesso ripetiamo, il campionato si gioca anche sull’affidabilità delle componenti, perchè superato il limite di unità (per esempio delle quattro power-unit) concesse dal regolamento anche a rotazione, scattano le penalità sulla griglia di partenza e pertanto, la consapevolezza di partire con la difficoltà di rimontare.
Come pure la questione relativa al budget cap, compreso del costo dei danni a seguito d’incidenti, lo sanno bene in Red Bull visto l’ammontare per riparare la vettura di Perez seriamente danneggiato a Montecarlo, che potrebbe avere la sua incidenza.
Red Bull che non era più abituata a sentire il fiato sul collo, apparsa meno brillante e sicura nelle ultime uscite, mentre Ferrari e McLaren con un basso profilo, senza nulla da perdere e vantando già dei risultati in positivo rispetto alla passata stagione, sognano di poter fare lo sgambetto nella consapevolezza, di affrontare gli obiettivi gara dopo gara.
Sul fronte mercato, un altro tassello è stato segnato nel mosaico 2025, con la conferma di Sergio Perez alla Red Bull per i prossimi due anni, un rinnovo che consentirà al messicano di guidare per la squadra fino a 36 anni, tra l’altro anche nella stagione iniziale della prossima nuova era delle power-unit.
Un’unione evidentemente congiunta dalla volontà del pilota che aveva chiesto un rinnovo biennale e non un annuale, come il chiaro piano della Red Bull che ormai da molti anni, ha una chiara separazione tra prima e seconda guida.
Notizia che indirettamente chiude le porte di Sainz, unica alternativa al momento libera che darebbe migliori garanzie, che non sarebbe andato in Red Bull per fare la seconda guida, in attesa comunque di sciogliere il nodo Verstappen, i cui noti problemi interni più volte affrontati, darebbero al momento la sola alternativa di un sedile Mercedes in sostituzione di Hamilton, al momento nella fase forse peggiore dal loro ritorno in Formula 1 risalente al 2010, alla ricerca del primo podio come obiettivo massimo, che segna il passo degli attuali tempi.
L’Aston Martin soprattutto nelle ultime due gare ha segnato una brutta involuzione, proprio come l’anno scorso quando gli aggiornamenti alla monoposto, portarono un’indietreggiamento delle gerarchie.
Prosegue a piccoli ma importanti passi invece, la progressione della Racing Bulls ormai capitanata da Tsunoda, a punti in cinque delle ultime sei gare, col pilota giapponese nel pieno della maturazione dopo un percorso iniziale che aveva posto molti dubbi sulla sua presenza in Formula 1.
Il team in questo momento deve fare leva sulla sua fiducia, voglia di mettersi in mostra e competitività, chissà magari per raggiungere gara dopo gara, quelle posizioni in top-ten utili per una rimonta proprio su Aston Martin verso la pancia del gruppo.
Per Haas l’obiettivo sarà cancellare immediatamente il weekend horror di Montecarlo, quando entrambe le vetture furono dapprima squalificate e costrette a partite dal fondo per avere i commissari riscontrato un’anomalia sull’ala posteriore, poi in gara fuori dopo pochi metri nella carambola con Perez.
Un doppio ritiro il cui impatto della gestione finanziaria potrebbe avvenire a lungo termine, in considerazione del budget finalizzato alla riparazioni delle monoposto e produzione di pezzi che inevitabilmente, potrebbe vincolare lo sviluppo nella seconda parte del campionato, per questo l’imperativo sarà soprattutto rimanere fuori dai guai.
Un confronto aperto con la Williams e Alpine, apparse ultimamente in leggera progressione ai margini della top-ten dove ogni piazzamento può fare la differenza.
Acque piuttosto agitate in Alpine, perché a seguito dell’incidente di Montecarlo al primo giro tra gli stessi piloti, alcuni siti specializzati di motorsport avevano preso in considerazione la clamorosa decisione di non fare correre in Canada proprio Ocon, ricordiamo spesso in conflitto con i compagni di squadra anche nelle precedenti esperienze da quando corre in Formula 1.
Il team principal in una dichiarazione a caldo dopo quello stesso Gran Premio, aveva detto: “L’attacco di Esteban è stato senza senso, ci saranno conseguenze”.
Dunque l’ipotesi di una panchina punitiva in un appuntamento, dove per Ocon sono già pronte le cinque posizioni di penalità sulla griglia di partenza, mentre in rampa di lancia il 21enne australiano pilota di riserva Jack Doohan, figlio del noto Mick cinque volte campione del mondo nel motociclismo, per qualche che rappresenterebbe un’opportunità più unica che rara per fare decollare la propria carriera.
Tutto ciò non dovrebbe accadere, invece confermata la separazione a fine anno (dopo cinque stagioni) cui proprio l’incidente di Montecarlo, a questo punto, sarebbe stato il punto di non ritorno.
Rimanendo in Alpine, la novità (almeno mediaticamente) più rilevante è l’imminente rientro di Flavio Briatore nelle vesti di supervisore senza ruoli attivi in pista, chiamato per risollevare le sorti di un team la cui scarsa programmazione, ha purtroppo regredito le prestazioni rispetto alle ambizioni.
Infine Sauber che resta rimane l’unico team e non avere segnato punti, con l’obiettivo di non rimanere la cenerentola del gruppo.
Il programma del prossimo weekend.
Venerdì 7 Giugno
Prima sessione di prove libere – ore 19;30
Seconda sessione di prove libere
– ore 23;00
Sabato 8 Giugno
Terza sessione di prove libere – ore 18:30
Qualifiche – ore 22:00
Domenica 9 Giugno
Gran Premio – ore 20:00

Autore

Andrea La Rosa

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