F1 ’25: SUPER MAX IN CASA HONDA, MCLAREN SI ACCONTENTA

F

Nel Gran Premio del Giappone vince Verstappen in maniera eccezionale facendo parlare la pista nonostante i problemi della Red Bull, poco cinica la McLaren nonostante il doppio podio, per la Ferrari il podio è un miraggio, prosegue la crescita di Antonelli, infine e non ultimo tra gli argomenti di Suzuka, l’incidente rivelatore di Doohan dove ciò che funziona al simulatore non sempre trova riscontro nella realtà.

S

tratosferico Verstappen cui sono finiti aggettivi e superlativi, capace di rovinare quella che sembrava una preannunciata festa della McLaren, rendendo interessante un campionato che altrimenti nelle gerarchie, non avrebbe rivali.
Nessuno come lui aveva vinto quattro volte consecutive in Giappone.

IL GRAN PREMIO
In qualifica è stata strepitosa la pole di Verstappen (quarta consecutiva a Suzuka e 273 giorni dopo l’ultima volta) capace di battere Norris per pochi millesimi, seconda fila Piastri e Leclerc, in terza Russell e Antonelli, ottavo Hamilton dietro la Racing Bulls di Hadjar.
Grip precario prima della partenza, per la pioggia caduta nelle ore precedenti e condizioni di umidità sulla parte destra della griglia.
Al semaforo verde i primi dieci hanno mantenuto la posizione senza prendere rischi, due secondi il vantaggio di Verstappen su Norris nel giro n.8, più vicino Piastri, pochi spunti in attesa delle mosse ai box.
Dal giro n.20 la girandola dei pit-stop, con la difficoltà di ritrovarsi nel traffico al rientro il pista, unico duello corpo a corpo in pit-lane tra Verstappen e Norris senza conseguenze.
Primi tre vicini con la chance di vincere, Piastri attaccato a Norris nel giro n.40 quasi a spingerlo nella battaglia con Verstappen, concitati team radio McLaren per l’eventuale scambio di posizione, entrambi all’attacco sul finale senza però accennare un tentativo di duello.
Questa la top-ten al termine dei cinquantatre giri: 1. Verstappen (Red Bull), 2. Norris (McLaren), 3. Piastri (McLaren), 4. Leclerc (Ferrari), 5. Russell (Mercedes), 6. Antonelli (Mercedes), 7. Hamilton (Ferrari), 8. Hadjar (Racing Bulls), 9. Albon (Williams), 10. Bearman (Haas).

Questa è perfezione, Max.

Team radio di Giampiero Lambiase (ingegnere di pista) rivolto a Verstappen,
dopo la bandiera a cacchi del Gran Premio.

CLASSIFICHE E NON SOLO
I piloti McLaren guidano un’astronave ma non lo fanno bene.
Alla vigilia avrebbero dovuto vincere e dominare il Gran Premio come dimostrato nelle libere e nel passo gara, ma in qualifica hanno avuto fronteggiare un Verstappen strepitoso e un peso specifico che ancora manca o almeno, non è al livello di quanto visto nel recente passato con i binomi Hamilton-Mercedes e Verstappen-Red Bull.
Il doppio podio non rappresenta una sconfitta, ci mancherebbe, ma la scelta di fare correre i papaya ad armi pari, senza la precisa scelta delle gerarchie, è il fattore che al momento rende il campionato (piloti) ancora incerto vista la superiorità della macchina.
I riflettori mediatici sono stati puntati soprattutto sulla Red Bull, dove la livrea della RB21 ha rappresentato un omaggio alla Honda per un binomio che finirà a fine stagione e una partnership destinata a essere ricordata (l’anno prossimo fornirà i propulsori ad Aston Martin), celebrando i 60 anni dalla prima vittoria della casa giapponese in F1 con l’americano Richie Ginther nel Gran Premio del Messico 1965 guidando la RA272.
Negli scorsi giorni c’è stata la “promozione” di Tsunoda dalla Racing Bulls, pilota di casa supportato dalla stessa Honda e la “retrocessione” di Lawson in Racing Bulls, dinamica che ha manifestato come l’ambiente sia abbastanza teso.
Una sostituzione che ha fatto discutere e non poco, riscuotendo disapprovazione su più fronti, compreso Verstappen secondo il “like” sul post dell’ex pilota Van der Garde che definiva tale mossa un atto di bullismo, inoltre durante le interviste pre-weekend era stata chiara la sua posizione, in un clima che continua a sembrare di guerra fredda tra le anime principali del box: “La Red Bull ha preso una decisione e ha dato a Liam due gare di tempo. Non bisogna dimenticare i sacrifici che sono stati fatti nell’arco di tutta una carriera, ricordo bene le mie lacrime e il mio sangue per arrivare in F1, per non parlare di approdare in un top team. È vero, non ha offerto buone prestazioni per due gare, ma se c’è uno che lo sa quello può essere soltanto lui, gli auguro tutta la forza e il coraggio necessari per schierarsi in griglia in Giappone. Creda in se stesso, tenga la testa alta e dimostri che si sbagliano”.
Si è aggiunto il pensiero del diretto interessato (Lawson) ai microfoni di Sky Sports Uk: “Sembrava che a ogni sessione ci stessimo adattando a qualcosa, ed è stato difficile. Per me non si è trattato tanto di stile di guida, ma solo di adattamento a una macchina che è difficile da guidare. E, secondo me, non mi è stato dato il tempo per farlo. È stato uno shock, qualcosa che non mi aspettavo. Ovviamente mi sarebbe piaciuto avere più tempo a disposizione, soprattutto perché abbiamo corso in circuiti dove non ero mai stato prima. Correre in piste che già conoscevo mi avrebbe aiutato, ma ovviamente la decisione non spettava a me.
Al contesto, non poteva che prendere la parola Sergio Perez, ex Red Bull crollato l’anno scorso nelle prestazioni e sostituito nonostante il contratto non ancora in scadenza, tirando fuori un po’ d’orgoglio personale al canale ufficiale della F1: “La gente ha la memoria corta e bastano un paio di gare storte per far dimenticare quello che hai fatto. Solo adesso le persone capiscono che la mia posizione non era delle più facili in Formula 1, e che nel complesso ho fatto estremamente bene. Soprattutto l’anno scorso non ho avuto modo di mostrare quello che sono in grado di fare come pilota, ma ora la gente all’improvviso si rende conto di quanto fosse difficile da guidare la macchina. Quando sono entrato in Red Bull, c’erano già stati piloti eccezionali come Alex Albon e Pierre Gasly, che avevano faticato. Ho trascorso così tanto tempo in Red Bull che tutti si sono dimenticati di quanto sia difficile quell’auto da guidare.”
Una faccenda su cui è tornato anche il padre del messicano, a sostenere come la solita tesi della disparità tecnica tra la prima e seconda macchina.
Dall’altra parte invece, idee chiare per Tsunoda (almeno inizialmente) alle prese con un debutto molto particolare, mostrando alla vigilia delle libere una grande sicurezza nonostante il contesto, snobbando persino Verstappen: “Anche se gli battessi sulla spalla per chiedergli informazioni sulla vettura, non credo che mi direbbe la verità, scoprirò io stesso, attraverso i dati, come sta guidando, anche grazie alle riprese on-board, ovviamente guardo i suoi video, negli ultimi due Gp, su come sta guidando.”
Poi però parla la pista, dove Verstappen prima con una pole straordinaria e dopo con una gara magistrale, ha portato tutti a scuola nonostante il mezzo a disposizione, Tsunoda invece ha concluso fuori dalla zona punti, dunque l’olandese rimane l’unico a segnare i punti per i costruttori della Red Bull.
Stavolta la Mercedes non sale sul podio come era successo nei primi due appuntamenti, Russell aveva il passo per superare Leclerc, ma può sorridere per il progressivo e importante percorso di crescita di Antonelli.
Per lui la soddisfazione ritrovarsi in testa alla gara nel giro n. 23 seppur in virtù dei pit-stop altrui, statisticamente a 18 anni, 7 mesi e 12 giorni, il più giovane pilota della storia a guidare un Gran Premio, battendo di tre giorni il record di Verstappen (Gp Spagna 2016), l’ultima volta di un italiano davanti a tutti, risaliva a Giovinazzi a Singapore 2019, solidissimo nella seconda parte di gara.
Per la Ferrari il countdown verso Suzuka è stato lunghissimo, soprattutto dopo la figuraccia della precedente doppia squalifica, seguita a prestazioni sottotono e di conseguenza, una classifica costruttori a dir poco disastrosa.
Certo non è passato inosservato lo strafalcione nella foto di presentazione social, dove il Gp del 1976 si corse a Suzuka e non al Fuji, tra l’altro edizione ricordata come il giorno della resa dei conti tra Niki Lauda e James Hunt, una svista particolarmente rilevante, dove forse, ha bisogno di crescere anche il reparto comunicazione, per migliorare e onorare la propria storia dentro la Formula 1.
La Scuderia prima di volare in Giappone, aveva svolto un lavoro di simulazione utile a perfezionare non solo l’altezza ideale dall’asfalto secondo le sconnessioni dell’asfalto, ma anche trovare quel setup meccanico per estrarre il massimo potenziale che nelle prime due gare si era visto solo parzialmente, nella sprint cinese.
Dunque senza novità tecniche e la scommessa nel credere che la SF-25 avesse un maggiore potenziale, purtroppo il podio rimane un miraggio, Leclerc ha concluso nella stessa posizione di partenza, mentre Hamilton nonostante abbia provato una strategia diversa partendo con la gomma dura, nella seconda parte di gara non si è mai accesso, nonostante avesse la gomma con maggiore performance rispetto a chi gli stava davanti.
Sulla Williams ha debuttato un’ala anteriore modificata in diverse parti, a dimostrazione del momento di grande positività dopo l’avvio oltre le previsioni.
Fa festa Albon ancora a punti, mentre prosegue il momento di difficoltà per Sainz, dapprima protagonista di una dimenticanza nella prima sessione di libere, quando richiamato ai box ha sbagliato la piazzuola del suo team probabilmente confondendolo con quello della Ferrari posizionato molto più avanti, ben più grave l’errore in qualifica costatogli tre posizioni di penalità per impeding su Hamilton.
La Racing Bulls come filo diretto ha inevitabilmente risentito delle direttive Red Bull, l’ottavo posto di Hadjar cestina completamente il suo difficile inizio, mentre per Lawson è cambiata la macchina ma non il risultato visto il piazzamento del compagno di squadra.
Il weekend della Haas era iniziato con un omaggio floreale su gran parte della livrea delle VF-25, modificata appositamente cui sono apparsi dei fiori di ciliegio, contestualizzando l’ingresso del Giappone in questa particolare stagione climatica, ecco che motivi floreali hanno trovato spazio sull’ala anteriore, sulle parti laterali del muro e sulle pance, con tonalità bianche e rosa molto gradevoli sotto il profilo estetico, in pista il decimo posto di Bearman stampa un sorriso e consente di acquisire fiducia.
Per l’Aston Martin si delinea una stagione molto difficile nonostante Alonso abbia concluso a ridosso della zona punti.
Nel limbo tra le ottime prestazioni di stagioni addietro dov’era sembrata la seconda vettura dietro quella Red Bull al tempo dominante, e il lavoro dietro le quinte in vista del prossimo ciclo regolamentare, certo non una grande situazione visti gli investimenti attuali che non hanno attualmente riscontri.
A questo proposito continuano i movimenti finanziari, dopo essere assicurati oltre centosessanta milioni di dollari di finanziamenti con due iniziative: l’investimento del consorzio Yew Tree del presidente Lawrence Stroll e la vendita della partecipazione nel team di Formula 1, proprio di Stroll.
Un contributo di capitale che negli scorsi giorni ha fatto schizzare le azioni, rappresentando l’ennesima raccolta fondi dall’arrivo di Stroll avvenuto nel 2020, mirato anche a contrastare le attuali pressioni finanziari come la riduzione della domanda in Cina e soprattutto i dazi imposti dall’attuale amministrazione statunitense.
Quanto alla pista, ai microfoni dei media prima l’inizio del weekend, era stato abbastanza chiaro Alonso della situazione attuale: “Gli zeri possono diventare abitudine quest’anno. Ci sono i primi quattro team, poi Racing Bulls e Williams sono chiaramente davanti a noi. Dobbiamo vedere se riusciamo a sviluppare la macchina in modo adeguato: è lì che sta la chiave.”
La Sauber lo scorso martedì nel giorno del Pesce d’Aprile, aveva incuriosito per la pubblicazione sul proprio canale social, di una livrea speciale accompagnata dalla frase ironica “Has someone checked the expiry date on this Stake?”, dove la texture della C45 ricordava una bistecca (in inglese steak) su una griglia, giocando col title sponsor Stake.
Chiaramente uno scherzo ma soprattutto in modo creativo per attirare l’attenzione, chissà magari sulla scia di fiducia delle prime gare rispetto al recente passato, dove la vera novità ha riguardato il muretto con Jonathan Wheatley al debutto nella veste di team principal a conclusione del gardening dopo la veste di direttore sportivo in Red Bull.
I primi aggiornamenti della C-45 hanno riguardato un nuovo fondo associato a una diversa ala posteriore, tuttavia senza grandi risultati nonostante sia stato il team a portare le maggiori novità.
L’Alpine continua a essere l’unico team a non aver mosso la classifica costruttori, iniziando le libere nel peggiore dei modi per l’incidente di Doohan nella seconda sessione in curva-1, in apparenza senza errori di guida, andando a sbattere violentemente contro le barriere, con l’ipotesi iniziale che il DRS fosse rimasto aperto senza saperne la motivazione, salvo la clamorosa indiscrezione di Auto Motor und Sport; infatti la manovra sarebbe stata provata al simulatore senza problemi, con ben altro riscontro nella realtà della pista, che ha visto cedere il retrotreno in maniera improvvisa e incontrollata.
Dunque nessun guasto tecnico ma un pesante errore di sottovalutazione, una scelta coraggiosa ma purtroppo figlia di una nuova generazione di piloti che spinge verso l’integrazione tra reale e virtuale senza avere più a disposizione giornate di test; controlli medici ok e pesanti danni incideranno sul budget cap.

PROSSIMO APPUNTAMENTO
Tra pochi giorni a Manama, per il Gran Premio del Bahrein quarta prova del mondiale, col semaforo verde previsto domenica pomeriggio 13 aprile.

CLASSIFICA PILOTI
1. Norris (McLaren) 62pt
2. Verstappen (Red Bull) 61pt
3. Piastri (McLaren) 49pt
4. Russell (Mercedes) 45pt
5. Antonelli (Mercedes) 30pt
6. Leclerc (Ferrari) 20pt
7. Albon (Williams) 18pt
8. Hamilton (Ferrari) 15pt
9. Ocon (Haas) 10pt
10. Stroll (Aston Martin) 10pt
11. Hulkenberg (Sauber) 6pt
12. Bearman (Haas) 5pt
13. Hadjar (Racing Bulls) 4pt
14. Tsunoda (Racing Bulls/Red Bull) 3pt*
15. Sainz (Williams) 1pt

* 3pt conquistati con la Racing Bulls prima dello scambio dal Gran Premio di Giappone, con lo stesso Tsunoda in Red Bull e Lawson in Racing Bulls.


CLASSIFICA COSTRUTTORI
1. McLaren 111pt
2. Mercedes 75pt
3. Red Bull 61pt
4. Ferrari 35pt
5. Williams 19pt
6. Haas 15pt
7. Aston Martin 10pt
8. Racing Bulls 7pt
9. Sauber 6pt
10. Alpine 0pt

Autore

Andrea La Rosa

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