Folle Spa-Francorchamps

F

Il campionato 1998 è ricordato soprattutto per l’incredibile Gp del Belgio, famoso per l’incidente che coinvolse il maggior numero di vetture mai visto, e per l’incidente Schumacher-Coulthard.

Alcune delle monoposto coinvolte nell’incidente alla partenza del GP del Belgio ’98

Gli appassionati di F1 non dimenticano il 30 agosto 1998.
Nei valori di quella stagione indietreggia la Williams, che nonostante sia campione del mondo in carica non possiede una monoposto competitiva, anche per la partenza del progettista Adrian Newey, che contribuisce alla ripresa della McLaren, mentre la Ferrari con Schumacher rinnova le sua ambizioni di vertice.
Alla vigilia della gara belga, la classifica piloti vede Hakkinen davanti a Schumacher di sette punti, duello che rispecchia quello tra McLaren e Ferrari tra i costruttori.
Un appuntamento importante, quello di Spa-Francorchamps, perché il tredicesimo dei sedici in calendario.
In qualifica la prima fila è tutta McLaren-Mercedes (Hakkinen/Couthard), dietro la Jordan di Damon Hill e la Ferrari di Michael Schumacher, ma il risultato in gara è tutt’altro che scontato perché… piove!
Partenza regolare (senza safety-car) ma dopo la prima curva Coulthard in accelerazione perde il controllo e dopo aver attraversato la pista sbatte contro un muro; nel rimbalzo sono coinvolti tutti i piloti dietro (tredici!) che a causa della nube d’acqua non vedono in tempo l’incidente davanti a loro.
Immediata la bandiera rossa.
La scena è incredibile: rottami sparsi ovunque e carrozzerie (o quel che ne resta) fumanti.
Uno spettacolo per il pubblico, meno per i team, visti i costosi danni, ed anche per i piloti coinvolti, qualcuno zoppicante o ferito come Irvine e Barrichello (quest’ultimo non si ripresenterà alla successiva ripartenza).
Tolti i detriti, i piloti coinvolti nell’incidente si ripresentano in griglia di partenza perché ogni team dispone del “muletto”, una monoposto d’emergenza da approntare nell’eventualità che quella titolare del pilota si guasti nell’immediatezza delle prove libere, qualifiche o gara. Purtroppo alcuni team hanno entrambe le monoposto incidentate, e sono quindi costretti a decidere a quale pilota destinare la vettura di riserva: non ripartono

Panis (Prost), Salo (Arrows) e Rossett (Tyrrell).
Nella ripartenza partono male le McLaren, Hill dalla seconda fila supera Hakkinen, superato all’interno della prima curva da Irvine ed all’esterno da Schumacher (in precedenza bloccato da Coulthard); il finlandese cerca di resistere ma allargandosi dopo aver toccato il ferrarista va in testacoda, colpito da Herbert (Sauber) che sopraggiunge e quindi fuori dalla gara, poi contatto Couthard-Wurz ma lo scozzese riparte.
Irvine lascia passare Schumacher che nel giro n.8 supera Hill e successivamente guida con tempi inavvicinabili dagli altri, consapevole dell’importante occasione, dove una vittoria lo porterebbe davanti al rivale (ritirato) di tre punti. La foga fa però un brutto scherzo al tedesco, che nel giro n.26 centra Coulthard durante il doppiaggio: Schumacher rientrerà ai box su tre ruote e lo scozzese senza l’ala posteriore.
Il tedesco è furioso, getta via il volante e con passo veloce si dirige verso il box McLaren per regolare i conti (foto a sinistra), ma i meccanici dei rispettivi team evitano il contatto fisico tra i due piloti. Difficile dire chi ha torto, in questo caso specifico: Coulthard rallenta e Schumacher, probabilmente per la forte pioggia, non si accorge della manovra. Inevitabili le polemiche, ma l’esame disciplinare a fine gara non avrà seguito.
Fuori Irvine e poco dopo anche Fisichella (Benetton), che tampona Nakano (Minardi), dinamica per certi versi simile al precedente incidente tra Coulthard e Schumacher.
La pioggia è battente, restano solo otto vetture in gara e vince Damon Hill con Ralf Schumacher che completa un’incredibile doppietta della Jordan (foto a destra), terzo Alesi con la Sauber.
In zona punti Frentzen (Williams), Diniz (Arrows) e Trulli (Prost); per l’italiano sarà l’unico punto in quella stagione, fondamentale per il suo team che a fine campionato festeggerà la nona posizione nella classifica costruttori, utile per maturare importanti premi economici.


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Andrea La Rosa

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