È stato l’inedito circuito cittadino di Baku (capitale dell’Azerbaijan) ad ospitare il Gran Premio d’Europa, valido per l’ottava gara del mondiale F1 2016.
Per la nazione azera, fino agli anni ’90 parte dell’ex Unione Sovietica, è l’esordio assoluto nel grande circus, segno dell’apertura da parte della Formula 1 a nuovi orizzonti commerciali, talvolta anche a discapito di estromettere dal calendario appuntamenti in autodromi storici.
Come sempre accade da diversi anni, è stato Herman Tilke a progettare questo mix di caratteristiche tecniche del circuito con gli scenari migliori (centro storico/lungomare/Parlamento), da mostrare al mondo sponsorizzandone le potenzialità turistiche.
Nelle tre sessioni di prove libere, dopo qualche errore da parte dei piloti attenti a capire il limite della pista, anche stavolta sono state le Mercedes (soprattutto quella di Hamilton) a sapersi subito adattare al nuovo circuito; la stessa virtù si è confermata nelle qualifiche alla griglia di partenza.
Pole position a Rosberg, affiancato da Ricciardo in prima fila.
Subito dietro la Ferrari di Vettel che pur avendo girato con lo stesso tempo dell’australiano, avendolo realizzato dopo al pilota RedBull, è classificato dietro. Raikkonen completa la seconda fila tutta rossa.
Sorprendente invece, la prestazione di Perez (Force Inda motorizzata Mercedes) autore del terzo miglior tempo in pista, purtroppo vanificato dalla una penalità di cinque posizioni per la sostituzione del cambio.
Prestazione negativa per Hamilton che dopo aver dominato le “libere”, a causa di un errore nell’ultima parte di Q3 (bandiera rossa a due minuti dal termine) termina la sessione in decima posizione.
Dopo una partenza di gara “giudiziosa”, rimangono invariate le prime quattro posizioni (Rosberg, Ricciardo, Vettel, Raikkonen) mentre subito dietro Perez guadagna due posizioni.
Dopo i primi giri Ricciardo è in difficoltà, così alla sesta tornata è superato da Vettel mentre subito dopo torna ai box con evidenti problemi di usura alla gomme, seguito poco dopo dai piloti Ferrari.
Intanto, dopo un avvio cauto, ecco la rimonta di Hamilton: quarto al giro n°11 anche in virtù della sosta ai box di chi lo precede.
Nel frattempo, sanzione per Raikkonen: cinque secondi di penalità per il finlandese che ingenuamente, per prendere la scia della monoposto davanti a sé (Ricciardo), mette le quattro ruote dentro l’ingresso della pitlane (!!!!).
A metà gara, è Rosberg a dominare, Raikkonen e Vettel completano le prime tre posizioni mentre nel frattempo, in evidente difficoltà le Red Bull soprattutto nella gestione delle gomme.
Problematico il tentativo di rimonta per Hamilton, che a causa di un temporaneo problema tecnico alla power unit non riesce a spingere come vorrebbe.
Alla bandiera a scacchi vince Rosberg (diciannovesima in carriera), che allontana il tentativo di rimonta del compagno di squadra Hamilton, allungando a + 24 punti, mentre il secondo posto consecutivo di Vettel consolida una ritrovata forma, ma purtroppo il distacco dalla vetta cresce ancora (+ 45).
Completa il podio Perez mentre vanno a punti, dal 4° al 10° posto, in ordine Raikkonen, Hamilton, Bottas, Ricciardo, Verstappen, Hulkenberg, Massa.
La Ferrari ha raccolto onestamente più di quanto avesse dimostrato durante le prove, ma rimane il rammarico per un podio che poteva essere colorato per 2/3 di rosso.
Il titolo mondiale non può che essere (salvo cataclismi) un affare tutto Mercedes, dove considerato ancora il potenziale superiore rispetto agli altri team (seppur non come gli ultimi due anni), la costanza di prestazione del pilota così come l’affidabilità tecnica, decreterà il vincitore tra Rosberg ed Hamilton.