L’entusiasmante avvio di campionato ha acceso i riflettori su Yuki Tsunoda, giovanissimo pilota giapponese subito protagonista nonostante l’assenza di esperienza sulle complicate monoposto di F1. Ripercorriamo la storia dei suoi connazionali che hanno corso nella classe regina, alcuni da protagonisti altri come semplici comparse, comunque iscritti nella storia del motorsport.

Se fino a qualche tempo addietro, la presenza di un pilota giapponese era per certi versi sorprendente e portatrice d’interesse, forse per una debole tradizione nonostante le importanti aziende che operano in quel territorio, nell’attuale globalizzazione non deve più sorprendere trovare un giovane proveniente dal Paese del Sol Levante in F1.
Bella la storia di Yuki Tsunoda che, promosso dalla Formula 2, sta sfruttando le potenzialità dell’Alpha Tauri per sorprendere il gruppo di piloti sulla griglia, in primis il ben più esperto compagno di squadra Pierre Gasly.
Tutto questo per l’ovvia felicità dei vertici Red Bull, sempre attenti alle giovani leve anche se quest’anno, rompendo gli schemi del recente passato, hanno preferito affiancare a Max Verstappen un pilota non della propria academy, ovvero Sergio Perez, appiedato dall’Aston Martin per far posto a Vettel.
Un innesto di grande qualità, considerata la presenza sul mercato e la mancanza di piloti a disposizione da promuovere proprio dall’Alpha Tauri, l’incastro perfetto in questo 2021 ma poiché in F1 il futuro è sempre dietro l’angolo, le prestazioni di Tsunoda sono particolarmente attenzionate.
Ripercorriamo cronologicamente tutti i suoi connazionali presenti nella storia della F1.
Partiamo dagli anni ’70 con Hiroshi Fushida iscritto a due gare del campionato ’75 senza però qualificarsi, meglio Masahiro Hasemi anche se nell’unica gara di casa nel ’76 terminò all’undicesimo posto lontano sette giri dal vincitore Mario Andretti. Ancora iscritti al Gran Premio del Giappone Masami Kuwashima e sempre nello stesso anno, Kazuyoshi Hoshino con Noritake Takahara nelle due edizioni ’76-’77 senza lasciare il segno; sempre nel 1977 fu la volta di Kunimitsu Takahashi che vantava alle spalle una carriera nel motociclismo durante gli anni ’60.
Tra il 1987 ed il 1991 toccò a Satoru Nakajima compiere una buona carriera, con 80 Gp disputati, 16 punti e 1 giro veloce; lunghissima, contestualizzando quella Formula 1, quella di Aguri Suzuki (1988/95) con 88 Gp, 1 podio e 8 punti rimanendo attivo nel giro dell’automobilismo nella 24ore di Le Mans e tra l’altro, a capo della Super Aguri, team che ha gareggiato in F1 dal 2006 al 2008.
Naoki Hattori nel 1992 guidò per due volte la Coloni senza mai qualificarsi sulla griglia di partenza, Ukyo Katayama dal
1992 al 1997, corse 97 Gp conquistando cinque punti quando il sistema di assegnazione dei punti, premiava solamente i primi sei piloti sul traguardo, nel 1993 fu il turno di Toshio Suzuki negli ultime due eventi, mentre l’anno successivo Hideki Noda salì nella Larrousse per le ultime tre gare del campionato 1994 senza mai vedere il traguardo. Ancora Formula Japan con Shinja Nakano tra la Prost (1997) e la Minardi (1998) con due punti all’attivo, nel biennio ‘98/’99 prima alla Tyrrell e dopo con la Minardi, abbiamo conosciuto Toranosuke Takagi.
Taki Inoue nel biennio ’94-95 corse 18 gare tra Simtek e Footwork, ed è ricordato soprattutto per due incredibili episodi: il primo a Montecarlo, dove rimase dentro la monoposto rimasta ferma ed in quel momento trainata da un rimorchio, con le cinture slacciate rimanendo col casco indossato, quando la safety-car che in quel momento transitava colpì propria la sua vettura facendolo fuoriuscire…e lo stesso casco evitò il peggio; l’altro a Budapest quando (stavolta) uscito dalla sua monoposto nella fretta di spegnere con un estintore il principio d’incendio, venne investito sull’erba da un auto che arrivava in soccorso.
Yuji Ide nel campionato 2006 iniziò il campionato con la Super Aguri giusto il tempo di correre le prime quattro gare (di cui tre ritirato), poi Kazuki Nakajima (figlio di Satoru) dal 2007 al 2009 in Williams con 36 Gp all’attivo, proficua l’esperienza di Takuka Sato dal 2002 al 2008 tra Jordan, Bar e Super Aguri (quest’ultima ritiratasi nell’ultima stagione di attività dopo le prime quattro gare) con 92 Gp disputati, 44 punti ottenuti ed un podio nel Gran Premio degli Stati Uniti 2004.
Nei campionati 2006, 2007 e 2010 ricordiamo Sakon Yamamoto con 21 Gp tra Super Aguri, Spyker ed Hrt.
In tempi più recenti risaliamo a Kabui Kobayashi che probabilmente con la disponibilità di una monoposto superiore, avrebbe fatto una carriera da top-driver, in griglia dal 2009 al 2012, infine nel 2014, sul podio di Suzuka nell’edizione 2012 con la Sauber.
Nelle prove libere del Gran Premio del Giappone 2019, con la Toro Rosso è sceso in pista all’età di 31 anni l’idolo di casa Naoki Yamamoto, grazie ad una deroga concessa dalla FIA non avendo il punteggio necessario per la Superlicenza di guidare una F1.
Fino ai giorni nostri, con Yuki Tsunoda che aveva solamente 9 mesi quando, Kimi Raikkonen e Fernando Alonso oggi suoi rivali in pista, debuttarono in Formula 1 nel 2001.

