Gracias Rafa

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Sono circa le nove di mattina di giovedì scorso quando arriva una notifica social ai milioni di fan di Rafael Nadal: si tratta di un video, pubblicato sul profilo Instagram del tennista, in cui il campione spagnolo annuncia il proprio ritiro al termine di questa stagione.

“S

ono qui per dirvi che mi ritirerò dal tennis professionistico”. Queste le prime parole che aprono il sipario a un filmato ricco di emozioni, mentre scorrono frammenti di riprese dei suoi momenti più belli in oltre vent’anni di carriera sportiva. È con le lacrime agli occhi che il campione ringrazia i parenti e gli amici di una vita, che lo hanno supportato in tutti questi anni, e vi confesso che anche chi vi scrive ha fatto un po’ fatica a trattenere le lacrime.

“Tutto quello che ho vissuto è stato un sogno diventato realtà. Mi ritiro con la tranquillità di aver dato tutto quello che avevo.”

Ma torniamo un po’ indietro per capire chi è, o meglio cosa è stato Rafael Nadal. 

Ci troviamo a Maiorca, è il 1994 e un giovane Rafa si ritrova a passare i pomeriggi giocando a tennis con lo zio Toni. Fin da subito lo zio nota in lui un talento particolare per questo sport e decide così di iscrivere Rafael ad un torneo regionale under 12. Dopo la vittoria schiacciante, zio Toni intensificherà gli allenamenti del nipote, ed è da qui che il diamante grezzo che era allora Nadal, inizia ad essere pian piano scolpito. 

Nonostante i molti successi, il futuro campione non ha una vera e propria carriera juniores, partecipa infatti a pochi dei campionati indetti dall ITF Junior Circuit, ma raggiunge comunque il torneo giovanile di Wimbledon e vince tutte le partite disputate nella Coppa Davis Junior, conquistata nel 2002. L’anno successivo si guadagna il suo primo titolo Challenger a Barletta e poche settimane dopo gareggia nei Masters a Monte Carlo. Nel febbraio del 2004 arriva l’esordio in Coppa Davis. Il ventenne si fa strada piano piano, vincendo torneo dopo torneo, e arriva così a conquistare, nel 2005, il secondo posto nella classifica mondiale.

Da questo momento inizia la grande ascesa di Rafael Nadal, dalle prime vittorie contro i colossi del tennis, fino a diventare uno di loro. Questi sono anche gli anni in cui incontra per la prima volta quelli che diventeranno i suoi rivali storici, tra cui Roger Federer e Novak Djokovic, loro che, assieme a Nadal, verranno soprannominati poi i “Big Three”. 

Tra le tappe più importanti della carriera di Rafael non possiamo non menzionare il meraviglioso 2008. In quell’anno sensazionale, Rafael Nadal vince l’oro in singolare alle Olimpiadi di Pechino, e così facendo afferma ufficialmente il suo dominio nella classifica mondiale. Non si può, inoltre, omettere la prima vittoria degli Australian Open, dove vince il suo primo Slam su cemento contro Federer, diventando non solo il primo spagnolo a conquistare la vittoria in Australia ma anche il quarto tennista della storia capace di vincere uno Slam su ogni superficie. Poi le semifinali Roland Garros del 2013, punto di svolta per lo spagnolo che alla fine di un match estremamente combattuto, si trova davanti a Djokovic, arrivando poi a vincere gli US Open di quell’anno. Ancora con la gloriosa finale degli Us Open del 2019, disputata contro Medvedev assetato di vittoria, che il campione vince dopo quasi cinque ore di gioco.

Se si parla di grandi successi, come dimenticare proprio quei 14 titoli vinti agli Open di Parigi. Quando ha sollevato il trofeo l’ultima volta, nel 2022, Nadal aveva raggiunto le 18 apparizioni al Roland Garros e deteneva un incredibile record di 112 vittorie e solo 3 sconfitte nel torneo. Insomma, numeri da alieno. Sono proprio i campi di Parigi e il successo del tennista su di essi, che hanno contribuito a dare allo spagnolo il soprannome di “Re della terra rossa”. Si può dire che da quando vi ha debuttato nel 2005, Rafa abbia dominato gli Open di Parigi, arrivando a guadagnarsi il secondo posto nella classifica del maggior numero di vittorie in un singolo Grande Slam.

Queste sono solo alcune delle svariate imprese di un campione così amato e decorato come Rafael Nadal, campione che nel corso della sua carriera ci ha regalato momenti indimenticabili. Tutti all’interno del mondo del tennis sentiranno la mancanza di una colosso come lui, colpisce in particolare il commento di Federer sotto al suo post. “Che carriera Rafa! Speravo questo giorno non arrivasse mai. Grazie per i ricordi indimenticabili e per tutti i tuoi incredibili successi nello sport che amiamo. È stato un onore assoluto!” scrive l’ex tennista svizzero mentre la sezione commenti si riempie di ringraziamenti e cuori rossi.

Vi confesso, cari lettori, che anche chi scrive farà fatica a salutare Nadal quando lascerà il campo per l’ultima volta a Malaga a fine novembre. Nonostante la malinconia, abbiamo il cuore pieno di affetto e ricordi preziosi, e, per tutta la storia del tennis che tu stesso hai scritto, possiamo quindi solo dirti “gracias Rafa”.

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Cecilia Montanini

Un commento

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  • Ci sono momenti e personaggi dello sport che a parte l’esito, ricorderemo non solo per l’importanza dell’evento in quel determinato periodo, ma indirettamente per avere condiviso una gioia ad alto gradimento con una precisa compagnia.
    Quando un atleta si ritira, o purtroppo si spegne talvolta anzitempo, è come se in noi, pur lontanissimi da quei protagonisti, quello stesso apice emozionale/ricordo venisse archiviato definitivamente.
    Perché raramente qualcuno parlerà di quel personaggio e nella maggior parte dei casi, gli eventi proseguono e quel preciso momento, diventerà anche un nostro ricordo sempre più lontano e irripetibile.
    Adesso stiamo vivendo un momento straordinario del tennis italiano, con addirittura azzurri/e che parteciperanno in tutte le categorie di Finals: Wta e Atp, singolari e doppio.
    Viverlo da soli, sarebbe un grande spreco.
    Grazie Cecilia per il tuo contributo.

Cecilia Montanini

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